[14/09/2010] News

Maxi-sequestro di beni a Trapani. Legambiente: “Giù le mani della mafia dall’eolico”

LIVORNO. Un blitz antimafia ha portato al sequestro di beni per 1,5 miliardi di euro a un imprenditore in odor di mafia di Alcamo (Trapani) con interessi nel settore dell'eolico.

«Alla Dia di Palermo e Trapani va il nostro plauso per l'eccellente lavoro che ha portato al maxi sequestro di oggi - dice il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Questa operazione ha una doppia valenza perché oltre a sferrare un duro colpo alla criminalità organizzata, ripulisce un settore che deve rimanere lontano dagli interessi della mafia. Le rinnovabili sono un comparto in crescita, l'unico che non ha subito gli effetti della crisi , su cui si può basare il rilancio del paese e del Sud in particolare. Per questo è necessario moltiplicare gli sforzi da parte della Magistratura e delle Forze dell'ordine per liberare le fonti d'energia alternativa dal peso delle cosche e permettere che si sviluppino al meglio producendo energia pulita e un'economia sana. Ora non ci resta che attendere il coro stonato di quanti approfitteranno di questi casi d'infiltrazione mafiosa per screditare tutto il settore e per sostenere che sono meglio le trivellazioni petrolifere delle pale eoliche. Anche per questo le mafie si dimostrano per l'ennesima volta veri ladri di futuro».

Anche Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, si complimenta con le Forze dell'Ordine e polemizza con chi, come Vittorio Sgarbi, fa un collegamento tra mafia ed eolico, sottolineando che «Immaginare che la criminalità organizzata non provi a inserirsi in un affare ghiotto come quello delle rinnovabili sarebbe illusorio. Questo fatto ci deve dunque responsabilizzare ulteriormente e imporre alla politica gli interventi necessari a rendere impermeabile alla mafia il settore che più di ogni altro può aiutare la Sicilia a superare la sua marginalità economica. Per questo torniamo a chiedere alla politica siciliana di adeguare il piano energetico ambientale regionale a questa esigenza d'impermeabilizzazione rendendo compatibile lo sviluppo delle rinnovabili con la tutela e la valorizzazione del territorio e del paesaggio, così come previsto dai piani paesistici in fase di approvazione in questi mesi». 

Legambiente difende da tempo l'eolico dall'assalto mafioso che è immancabile quando le attività economiche dimostrano di avere successo: «Per uno sviluppo virtuoso dell'energia rinnovabile, Legambiente ritiene urgente e indispensabile fissare regole efficaci e trasparenti per i progetti di fonti rinnovabili con obiettivi di sviluppo definiti per tutte le Regioni, indicando dove e con quali attenzioni, studi, valutazioni degli impatti si possono realizzare gli impianti. E' d'altra parte altrettanto fondamentale vigilare sulla trasparenza dei processi e fissare impegni precisi per la legalità. Per questo l'associazione ritiene necessario che dal mondo delle imprese arrivi un segnale preciso come quello avviato con la firma da parte dell'Anev del Protocollo di legalità tra Confindustria e Ministero dell'Interno».

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