[16/09/2010] News

Il "fraking" di gas e petrolio e la tattica "McCarthy-style" contro gli ambientalisti della Pennsylvania

LIVORNO. Anche nel Paese della libertà, l'America, può sorgere qualche problema se un cittadino protesta, ancora di più se a farlo è un bel gruppo di cittadini informati e abbastanza arrabbiati. Sierra Club, la più grande associazione ambientalista americana, denuncia che un'agenzia dello Stato della Pennsylvania che dovrebbe vigilare sulla sicurezza del territorio sta invece attuando una raccolta "McCarthy-style" dei dati personali dei cittadini, soprattutto di quelli preoccupati per i danni ambientali ed alla salute provocati da perforazioni di gas scarsamente regolamentate. Dopo la denuncia degli ambientalisti e le proteste dei cittadini il governatore della Pennsylvania Rendell si è visto costretto a rescindere il contratto con la società che stava svolgendo la sorveglianza per conto della Pennsylvania security agency.

Secondo il direttore di Sierra Club, Michael Brune. Quello del governatore «E' un primo passo logico, ma questa minaccia ai diritti dei residenti richiede un esame completo. Condanniamo gli abusi segnalati dal Pennsylvania department of homeland security, il cui "McCarthy-style" cerca solo di intimidire i pennsylvanians preoccupati per la loro terra e acqua. Siamo particolarmente turbati del rapporto intimo tra l'industria del gas gli state regulators, che hanno condiviso informazioni personali sui residenti. L'attivismo popolare è il fondamento della storia americana, e molto di questo attivismo è iniziato in Pennsylvania con patrioti come Benjamin Franklin. Nessuna entità governativa dovrebbe schiacciare i diritti dei residenti interessati di esprimere le proprie opinioni o di riunirsi con i loro vicini. Siamo lieti di vedere l'appello del governatore Rendell per porre fine a questa violazione della privacy, e lo sollecitiamo a proseguire nel suo impegno a investigare pienamente sulla questione e a rendere pubblici i risultati dell'inchiesta. Il Governatore deve rendere conto di chiunque sia responsabile di aver permesso questa violazione del diritto alla privacy, del dissenso pubblico e dell'attivismo di base con la paura di essere sorvegliati dal governo o della collusione con l'industria. Queste sono le chiavi per una democrazia funzionante. Bisogna affrontare veramente il problema della sicurezza del territorio e investigare su quali compagnie produttrici di gas naturale stanno iniettando sostanze chimiche nelle nostre riserve idriche e adottare regolamenti duri per proteggere tutti gli americani dagli abusi del gas. A meno che la legislativa dello Statio non agisca subito, i pennsylvanians soffriranno per il selvaggio e sconsiderato degrado ambientale, per la perdita di acqua potabile, per la distruzione delle nostre preziose foreste statali e nazionali, per l'aumento dell'inquinamento atmosferico e per l'accresciuta esposizione a sostanze chimiche tossiche utilizzate nel processo di perforazione e dal gas naturale stesso».

Quello che succede in Pennsylvania fa parte della più vasta vicenda del cosiddetto "Fracking" una tecnica per facilitare l'estrazione di gas e petrolio che ormai è utilizzata nel 90% dei pozzi di gas Usa, e soprattutto è previsto in maniera estensiva nell'immenso giacimento gasiero del "Marcellus Shale", nel bacino dei Monti Appalachi, e che sta provocando forti proteste soprattutto negli Stati orientali degli Usa, con migliaia di americani che chiedono all'Environmental protection agency di condurre uno studio completo sulle minacce ambientali e per la salute derivanti da questa tecnica che sta rendendo più accessibili riserve di idrocarburi prima molto problematiche.

Il "fracking" comporta l'iniezione ad alta pressione di enormi quantità di acqua, sabbia e sostanze chimiche in siti di perforazione per "forzare" i depositi di gas e portarli in superficie. Le stime variano, ma tutte dicono che tra il 30 e 85% dei fluidi utilizzati per il fracking rimangono sotto terra e potrebbero danneggiare le falde e quindi le risorse idriche. La maggior parte dei pozzi sono "fracked" più volte durante il loro sfruttamento. L'Epa deve anche studiare le minacce che vengono dal fraking e dalle perforazioni alle formazioni geologiche, per identificare le fratture sotterranee che potrebbero far arrivare i fluidi del fracking fino alle riserve di acqua potabile.

Gwen Lachelt, direttore dell'Oil & Gas Accountability Project di EarthWorks, spiega che «Le perforazioni di petrolio e gas si stanno diffondendo in tutto il panorama americano con scarsa regolamentazione, mettendo la nostra aria, l'acqua e la salute a rischio. Questa industria è esclusa dal Safe drinking water act e dalla maggior parte delle altre leggi ambientali. Speriamo che questo nuovo studio dell'Epa fornisca un'analisi indipendente e scientificamente affidabile degli impatti del fracking».

EarthWorks spiega che anche una dismissione non corretta dei pozzi di trivellazione può contaminare le acque sotterranee. L'industria petrolifera/gasiera ribatte che meno dell'1% dei fluidi del fracking sono composti di agenti chimici, ma una ricerca dell'Ong statunitense dimostra che le compagnie possono utilizzare più 40 tonnellate di prodotti chimici per ogni milione di galloni di acqua utilizzato nel fracking e che «Non ci sono requisiti a livello federale per costringere l'industria a rivelare quali siano le sostanze chimiche che iniettano nel terreno, anche se proprio questa settimana, l'Epa ha annunciato che sta chiedendo alle società del gas naturale di divulgare volontariamente queste informazioni».

Secondo Sierra Club, «Gli Usa sono ad un bivio energetico. Se il gas naturale è quello che può aiutare a sostituire carbone e petrolio e ad accelerare la transizione dell'America verso l'energia eolica, solare e geotermica, anche le compagnie del gas naturale devono essere oggetto di un controllo ulteriore e di forti normative nazionali e statali che proteggano la nostra aria, l'acqua e le comunità. Durante la transizione verso uno futuro di energia pulita, Sierra Club è generalmente non contraria alla prosecuzione della produzione di gas dai giacimenti esistenti, ma devono essere soggetti a forti standard sia nazionali che statali per limitare il danno ambientale . Se il gas naturale è un combustibile più pulito del carbone e produce meno CO2 per unità di energia prodotta, l'uso del gas naturale è lontano dall'essere benefico, soprattutto quando il settore sta vivendo lacune normative e rifiuta di rivelare i prodotti chimici utilizzati nel processo di estrazione. Le tecniche di produzione di gas naturale possono causare notevoli danni ambientali e i rischi si sono moltiplicati per il crescente uso della fratturazione idraulica (fracking) che consente il recupero di gas dalle formazioni di scisti profonde». Il fraking ha provocato l'inquinamento dell'acqua in Alabama e incidenti in Colorado, New Mexico, Virginia, West Virginia e Wyoming. Secondo l'Interstate oil and gas compact commission, il fraking viene ormai utilizzato massicciamente alla ricerca di coalbed methane (Cbm) ovunque vi sono depositi di carbone sfruttabili e in almeno dieci Stati: (Alabama, Arkansas, Colorado, Kansas, Montana, New Mexico, Virginia, Washington, West Virginia e Wyoming), queste formazioni di carbone contengono falde di acqua potabile.

Sierra Club sostiene che «Aver esteso la produzione di gas naturale senza un'opportuna regolamentazione ha portato a gravi problemi, come le perdite d'acqua nelle falde del Wyoming, i fiumi inquinati nel Northeast, l'inquinamento dell'aria in Texas. Questi problemi sono esacerbati dalla scappatoie legali che esentano l'industria dalle leggi ambientali basilari, dalle norme statali obsolete che non controllano completamente le moderne pratiche di produzione del gas e dalla limitata capacità delle autorità di far rispettare quelle leggi ora sulla carta».

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