[21/08/2009] News toscana

Smaltimento terre da scavo, botta e risposta fra Legambiente e il sindaco di Carrara

CARRARA. Con la precedente amministrazione, il circolo di Carrara di Legambiente riuscì ad ottenere i dati sulle quantità di marmo e detriti escavate da ciascuna cava solo dopo 10 mesi (contro i 30 giorni di legge) e dopo il ricorso al difensore civico. Per questo nel dibattito pre-elettorale del maggio 2007 organizzato dall'as­so­cia­zione, Legambiente chiese ai candidati sindaco quale fosse il loro intento sulla trasparenza dei dati ambientali e degli atti amministrativi, e l'attuale sindaco Zubbani si dichiarò allora favorevole alla più ampia trasparenza.

In realtà le cose secondo l'associazione ambientalista non stanno andando così: trascorsi sei mesi dalla richiesta al sindaco del progetto della via d'arroccamento per Pescina-Crestola e non avendo ricevuto risposta, nonostante i solleciti, Legambiente si è rivolta nuovamente al difensore civico, Alessandro Bononi, chiedendogli di imporre al sindaco di consegnare la documentazione richiesta.

Interpellato sull'argomento il sindaco Angelo Zubbani non si nasconde e anzi ammette: «Se siamo in ritardo sulla documentazione dobbiamo senz'altro scusarci - spiega - verificherò la cosa appena rientro perché noi non abbiamo nulla da nascondere, però permettetemi una battuta: ci vorrebbe un intero ufficio dedicato appositamente ad evadere tutte le richieste che ci arrivano dai due solerti rappresentanti carrarini di Legambiente. Se qualche volta ritardiamo scusateci».

Al di là delle battute la vicenda effettivamente ha inizio il 17 febbraio 2009, quando Legambiente segnala al sindaco che sulle scarpate della via d'arroc­camento per le cave di Pescina-Crestola erano state scaricate ingenti quantità di terre, configurando una violazione di legge ed un rischio di inquinamento delle sottostanti sorgenti di Torano; la segnalazione era accompagnata da documentazione fotografica e dalle richieste di accertare e punire i responsabili e di prescrivere loro l'imme­diata bonifica delle scarpate.

Il 21 febbraio il sindaco rispondeva che lo scarico di terre sulle scarpate non era uno smaltimento abusivo, ma un'operazione di «rimodellamento delle scarpate, finalizzata al miglioramento della regimazione idraulica dell'area» e che «a conclusione dei lavori, dovrà comunque essere garantita la stabilità dei versanti e delle scarpate oggetto delle modifiche in corso, anche a protezione delle sottostanti sorgenti». Rifiutandosi di credere che gli uffici comunali potessero aver approvato tale operazione (le terre scaricate su una ripida scarpata sono soggette a dilavamento e frana a seguito di piogge), Legambiente chiedeva al sindaco di acquisire copia del progetto dei lavori, completo dei pareri e delle prescrizioni degli enti coinvolti, senza ricevere risposta, mentre «a seguito della pioggia del 4 marzo segnalavamo al sindaco che l'intera copertura di terre era stata dilavata ed asportata dalla scarpata, che aveva subito diffusi fenomeni di dissesto (frane, smottamenti, solchi d'erosione). Ribadivamo le richieste di accertamento delle responsabilità e di prescrivere la bonifica della via d'ar­roc­camento».

Nei mesi successivi da parte del circolo di Legambiente si susseguono ulteriori segnalazioni sui rischi di intorbidamento delle sorgenti e «contrariamente alle assicurazioni del sindaco sopra riportate, nessun lavoro è stato attuato a garanzia della stabilità della scarpata che, anzi, ha subito un'erosione progressiva, aggravando la situazione delle sorgenti».

«Considerato che l'assoluta inerzia dell'amministrazione - concludono gli ambientalisti - l'improvvida risposta del sindaco sopra citata e la mancata consegna della documentazione rappresentano di fatto un chiaro segnale di lasciapassare per tutti gli smaltimenti abusivi di terre da parte delle cave che, infatti, sono ormai generalizzati. La difesa delle sorgenti è una priorità assoluta non solo per l'associazione, ma per tutta la città e che, perciò non permetterà a nessuno, per superficialità, noncuranza o negligenza, di comprometterle».

Per rispondere all'associazione nel merito del progetto il sindaco Zubbani spiega che «quella zona è comunque tenuta sotto osservazione e il fatto dello smaltimento, accumulato nel corso dell'ultimo anno viene monitorato continuamente. Addirittura per favorirne il trasporto a valle noi abbiamo dimezzato la tassa, cioè il canone ambiente che da giugno è passato da 1,20 a tonnellata a 60 centesimi. Con la ripresa dell'attività di coltivazione delle cave eseguiremo un nuovo monitoraggio in collaborazione anche con l'associazione industriali e l'asl, per verificare se gli accumuli sono pericolosi non solo per le attività di lavorazione, ma anche per la cittadinanza, in caso di eventi meteo estremi. A quel punto avremo gli strumenti per valutare se agire con ordinanze ad hoc, quindi vorrei tranquillizzare sia Legambiente sia i cittadini che la situazione è sotto controllo e se saranno verificate inadempienze saremo inflessibili».

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