[29/09/2010] News

Tutela della biodiversità e buone pratiche nei parchi nazionali

Mentre sta calando inesorabile la scure del taglio del 50% dei contributi ordinari ai parchi nazionali, a seguito della manovra correttiva in vigore, le aree protette continuano e continueranno, finchè potranno, a svolgere i loro ruoli previsti dalla legge quadro n. 394/91. Numerosi sono i progetti in corso di tutela della biodiversità, dalla riduzione del traffico motorizzato in aree sensibili, come il progetto "A piedi fra le nuvole" del Parco nazionale del Gran Paradiso, al censimento partecipato del bramito del cervo, appena concluso nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, e molti altri di grande coinvolgimento ed efficacia. Particolarmente interessanti sono le iniziative di partenariato fra aree protette. E' il caso di un progetto LIFE di area vasta. Tre splendidi individui di camoscio appenninico hanno in questi giorni guadagnato la libertà sulle rupi calcaree del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Tre femmine, Nina e Marta,  e un maschio, Guerrino, sono stati immessi in natura dalle aree faunistiche di Bolognola e Lama dei Peligni;  un'altra femmina dovrebbe arrivare nei prossimi giorni da Farindola. Si tratta delle prime azioni  attuate nell'ambito del Progetto Life Natura 2009, avviato all'inizio del mese di settembre. Uno straordinario esempio di cooperazione tra aree protette, unite nella difficile missione della conservazione della biodiversità e, in questo caso, di una sottospecie endemica dell'Appennino centrale e, senz'altro, tra le entità faunistiche più vulnerabili a livello europeo. Al progetto, della durata di 4 anni, partecipano tutte le aree protette interessate alla salvaguardia del camoscio appenninico:  Il Parco Nazionale della Majella (capofila del progetto) e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, aree in cui il camoscio appenninico è stato reintrodotto a partire dai primi anni '90, il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, che ne ospita il nucleo  principale, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in cui la sottospecie è stata reintrodotta nel 2008, e il Parco Regionale del Sirente-Velino, candidato ad ospitare, in un prossimo futuro, il quinto nucleo di camoscio appenninico. Alla Legambiente, infine, sono affidate le attività di comunicazione e sensibilizzazione. Una cooperazione ormai collaudata, quindi, anche in precedenti progetti Life, e che ha visto la partecipazione di numerosi altri soggetti e autorevoli esperti. Innanzitutto il Ministero dell'Ambiente e l'I.N.F.S. (ora I.S.P.R.A.), che nel 2001 hanno redatto il Piano d'Azione Nazionale per la conservazione del camoscio appenninico; il WWF Italia, nel 1996, ha poi redatto lo Studio di fattibilità per la reintroduzione del camoscio appenninico nel P.N. dei Monti Sibillini e nel P.R. Sirente-Velino; un ruolo di primo piano è svolto dal Corpo Forestale dello Stato che, oltre a garantire la sorveglianza e il trasferimento degli animali mediante elicottero, partecipa alle attività di censimento e attua alcuni interventi di cattura. Gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali delle Regioni interessate curano le attività di prevenzione dei rischi sanitari e le analisi genetica, mentre il supporto tecnico e scientifico è assicurato dall'Università di Siena (prof. Sandro Lovari).

La reintroduzione (o più correttamente "introduzione benigna") del camoscio appenninico nel P.N. dei Monti Sibillini è stato meritatamente selezionato tra i candidati al "Panda d'Oro" 2010, l'ambito diploma con cui il WWF premia i soggetti pubblici o privati che si sono particolarmente distinti nella conservazione di habitat e specie minacciate. In occasione dell'Anno internazionale per la Biodiversità il Panda d'Oro si presenta in un'edizione speciale: oltre ad aver ricevuto la prestigiosa Medaglia del Presidente della Repubblica, infatti, il premio sarà assegnato per la prima volta anche con il concorso del voto popolare e, così, fino al 18 ottobre, sarà possibile scegliere uno dei sette progetti che si contenderanno il premio attraverso le pagine web del sito del WWF Italia (www.wwf.it).

Un progetto strategico per la biodiversità, dunque, ma sul quale il taglio del 50% dei finanziamenti ai parchi nazionali operato dal governo getta ombre per il futuro. In proposito lo zoologo Franco Mari, da oltre vent'anni in prima linea nella conservazione del camoscio appenninico, ha dichiarato: «vedendo la giovane femmina di camoscio allontanarsi libera sulle rocce pensavo con amarezza che, mentre l'intera Europa, con l'approvazione di questo progetto Life Natura, ripone piena fiducia nell'impegno dei Parchi centro-appenninici per la conservazione di questa specie, il nostro governo non trova di meglio da fare che tagliare i fondi necessari al loro funzionamento».

Torna all'archivio