[29/09/2010] News

Posizione dominante dell'Eni: la Commissione europea apre l'accesso al mercato italiano del gas

BRUXELLES. Una nota della Commissione europea annuncia che l'Ue «Ha aperto l'accesso ai mercati italiani del gas naturale rendendo giuridicamente vincolanti gli impegni proposti da Eni SpA per concludere il procedimento antitrust. La decisione di oggi promuoverà una sana concorrenza e prezzi potenzialmente inferiori per la fornitura di gas alle imprese e alle famiglie in Italia. In concreto, l'Eni cederà le partecipazioni detenute in tre gasdotti transnazionali che trasportano gas in Italia: i gasdotti Tag, Tenp e Transitgas (Tag, trasportano il gas russo verso l'Italia settentrionale, mentre Tenp e Transitgas portano i rifornimenti dall'Europa del nord, ndr) . Questo garantirà che le richieste presentate da terzi per accedere ai gasdotti saranno trattate da un organismo indipendente dall'Eni, principale fornitore di gas in Italia. Dopo le recenti decisioni riguardanti E.ON e RWE in Germania e GDF Suez in Francia, questa è ora la nona decisione di rilievo adottata da quando l'indagine sul settore dell'energia del 2007 ha concluso che l'inefficienza e gli alti costi dei mercati andavano a scapito dei consumatori e delle imprese».

In base all'articolo 9 del regolamento 1/2003 (la normativa UE antitrust), la Commissione può decidere, nei casi in cui intenda far cessare le violazioni, di rendere giuridicamente vincolanti gli impegni che le imprese propongono. Le cosiddette decisioni di transazione ex articolo 9 consentono alla Commissione di ovviare ai problemi di concorrenza in maniera più rapida. Le decisioni ex articolo 9 costituiscono una transazione e dunque non arrivano a conclusioni in merito all'esistenza o meno di una violazione. Qualora un'impresa non rispettasse gli impegni giuridicamente vincolanti, la Commissione può comminare ammende fino al 10% del fatturato totale annuo senza neppure essere tenuta, in tal caso, a provare l'esistenza della violazione.

L'indagine è stata avviata su iniziativa della Commissione nel 2007 mediante accertamenti presso i locali dell'impresa. L'articolo 102 (ex articolo 82) del trattato sul funzionamento dell'UE vieta l'abuso di posizioni dominanti.

A febbraio Eni aveva presentato alla Direzione generale della concorrenza della Commissione Ue a una serie di impegni di carattere strutturale relativi ad alcuni gasdotti internazionali. Eni si impegnava alla dismissione delle partecipazioni detenute nel gasdotto tedesco Tenp e in quello svizzero Transitgas. Per il gasdotto Tag, ritenuto strategico, che attraversa l'Austria trasportando il gas russo in Italia, Eni ha negoziato con la Commissione una soluzione che prevede il trasferimento della relativa partecipazione a un soggetto controllato dallo Stato italiano».

Il commissario Ue alla concorrenza, Joaquin Almunia, ha sottolineato che «L'accesso alle infrastrutture è fondamentale per l'integrazione dei mercati del gas, la concorrenza sui prezzi e la sicurezza globale dell'approvvigionamento nell'Unione europea. Gli impegni giuridicamente vincolanti assicureranno che l'accumulo e il degrado della capacità nei gasdotti per il trasporto verso l'Italia non si verifichino più e che prevalgano adeguati incentivi agli investimenti».

Nel marzo 2009 la Commissione aveva notificato all'Eni una comunicazione formale con degli addebiti, «Sostenendo in via preliminare la possibilità che l'impresa stesse abusando della sua posizione dominante sui mercati del trasporto del gas nei seguenti modi: rifiutando di concedere ai concorrenti l'accesso alla capacità disponibile sulla rete; concedendo l'accesso in modo poco fruibile; limitando strategicamente gli investimenti nel sistema internazionale di gasdotti di Eni. La domanda di accesso sia a breve che a lungo termine ai gasdotti era molto elevata» Secondo la Commissione Ue «Tale situazione determina sia un accumulo che un degrado della capacità, nonché un sottoinvestimento strategico. Eni potrebbe essere stata incentivata ad operare una strategia di preclusione dei concorrenti per proteggere i propri margini sui mercati a valle di fornitura del gas. Tali prassi erano potenzialmente dannose per i concorrenti, indebolivano la concorrenza sui mercati del gas a valle e avevano alla fine effetti dannosi per i consumatori di gas in Italia».

Ora la stessa commissione prevede che «Gli impegni proposti da Eni, che sono stati sottoposti a test di mercato, aumentino le possibilità per le altre imprese di trasportare gas verso l'Italia e di competere sul mercato italiano a vantaggio dei consumatori di gas. Tali impegni hanno ovviato con efficacia alle riserve in materia di concorrenza che la Commissione ha espresso nella comunicazione degli addebiti, in particolare in merito al conflitto di interessi derivante dall'integrazione verticale di EniI sia nel trasporto che nella fornitura di gas. La vendita delle quote di ENI nei gasdotti internazionali avverrà sotto la supervisione di un mandatario e gli acquirenti dovranno essere approvati dalla Commissione».

Per quanto riguarda il gasdotto Tag, Eni cederà le sue partecipazioni a un'impresa controllata dallo Stato italiano, probabilmente la Cassa Depositi e Prestiti. Ma l'Ue avverte che «Qualora non dovesse essere stipulato alcun accordo vincolante di compravendita entro il termine previsto per la cessione, la partecipazione di Eni in Tag verrà ceduta dal mandatario ad un acquirente idoneo, pubblico o privato, approvato dalla Commissione. Si tratta già della nona importante decisione adottata dalla Commissione in materia di antitrust nel quadro dell'indagine sul settore energetico».

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