[29/09/2010] News toscana

Molta preoccupazione (ma poche soluzioni) per il trasporto ferroviario delle merci

FIRENZE. In Consiglio regionale c'è preoccupazione sul futuro del trasporto ferroviario merci in Toscana e sul trasferimento delle strutture nazionali delle Divisioni Cargo di Trenitalia. Purtroppo l'assessore ai Trasporti Luca Ceccobao rispondendo al alcune interrogazioni dell'Udc, non ha fornito notizie rassicuranti.

«Le recenti notizie relative alla riduzione di operatività degli scali merci in Toscana costituiscono elementi di criticità rispetto alle politiche di attuazione delle politiche infrastrutturali regionali che prevedono, come prioritario, lo sviluppo della logistica e del trasporto merci su ferro. Le scelte di ridimensionamento operate dalle Ferrovie creano danni alle imprese e quindi alla nostra economia, comprimendo la struttura e organizzazione logistica della regione in una fase molto delicata dell'economia toscana. Per non parlare delle ricadute ambientali che il trasferimento delle merci da ferro a gomma comporta».

L'assessore ha informato che già dal mese di maggio, la Regione ha richiesto un incontro urgente con gli amministratori delegati di Trenitalia Spa e di Rete Ferroviaria Italiana per avviare un approfondimento che potesse garantire le condizioni di operatività degli interporti e scali merci della Toscana, ma le rassicurazioni fin qui ottenute non sono state ritenute soddisfacenti.

Nello specifico Ceccobao ha detto che è necessario attivare le condizioni di operatività più adeguate per gli interporti di Guasticce (Li) e di Gonfienti (Po), ricercare una soluzione condivisa per lo scalo di Massa Zona industriale, e ottenere garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali. Il consigliere Udc Carraresi ha definito l'atteggiamento delle Ferrovie "arrogante e prevaricatore", ed ha ricordato che proprio in questi giorni è stata annunciata la chiusura di molti scali merci regionali, tra cui quelli di Grosseto ed Empoli, e che in Toscana gli occupati nel settore sono passati da 600 a 400. «Speriamo che la Regione faccia la sua parte, rimediando a quanto non ha fatto in passato» ha concluso Carraresi.

 

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