[30/09/2010] News

Fotovoltaico al posto dell’amianto, per fermare la "strage silenziosa" e tagliare la CO2

ROMA. Potrebbe partire dal primo convegno nazionale "Provincia Eternit Free" organizzato oggi da  AzzeroCO2 e Legambiente a Roma la corsa contro l'amianto. «Il decreto del 24 Agosto 2010, infatti - spiegano le due associazioni -  ha prorogato fino al 2012 e potenziato gli incentivi speciali per le aziende che sostituiranno le coperture in eternit, piaga irrisolta di molti capannoni italiani, con fotovoltaico».

Il rapporto di Legambiente "Liberi dall'amianto" dimostra, a distanza di 18 anni dalla legge del '92, che mise al bando l'amianto in Italia, quanto siano in ritardo le Regioni rispetto ai compiti di censimento, bonifica e smaltimento loro assegnati.

Il convegno di Roma è servito a fare il punto e a rilanciare ulteriormente la campagna "Provincia Eternit Free" nata per promuovere localmente  la sostituzione dei tetti in eternit con impianti fotovoltaici, beneficiando degli incentivi speciali introdotti dallo Stato, favorendo allo stesso tempo anche la riduzione delle emissioni di CO2. «Per le imprese, dunque - spiega Legambiente - ma anche per chi ha capannoni agricoli o tetti di superficie adeguata, un'occasione unica per realizzare gli obiettivi di risparmio energetico e di tutela del territorio e della salute dei cittadini con i minori costi possibili e con un significativo ritorno di immagine».

L'amministratore delegato di AzzeroCO2, Mario Gamberale, nel suo intervento ha sottolineato che «Elaborata in collaborazione con Legambiente, la campagna di AzzeroC02 "Provincia Eternit Free" si colloca in linea con le indicazioni europee, che raccomandano entro il 2020 un abbattimento del 20% delle emissioni di C02, dei consumi energetici e un pari incremento dell'utilizzo di fonti rinnovabili. La sostituzione delle coperture in amianto dei capannoni ad uso agricolo e industriale con i pannelli fotovoltaici, infatti, oltre ad indubbi benefici all'ambiente e alla salute dei cittadini, porterà un incremento della produzione di energia rinnovabile sul territorio nonché una forte contrazione delle bollette per le aziende che potranno realizzare in proprio gli interventi».

Il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani ha spiegato che «La legge 257/92 prevedeva che entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore tutte le Regioni si dotassero di un Piano Regionale Amianto, uno strumento per il censimento, la bonifica e lo smaltimento dei materiali contaminati. Ancora oggi in alcune regioni, tale norma non è stata approvata. Ma per individuare le principali criticità è necessario mettere in campo altre azioni, a partire dalla capillare mappatura degli edifici interessati. Su questo non ci sono ancora dati certi. Alcune stime (Cnr e Ispesl) parlano di 32 milioni di tonnellate presenti sul territorio nazionale, considerando solo le onduline in cemento-amianto, ma i numeri totali potrebbero essere molto maggiori. L'iniziativa Provincia Eternit Free si presenta allora come valido strumento per intervenire concretamente e in tempi brevi nel risanamento delle situazioni a rischio per la salute, con evidente vantaggio per l'ambiente e per lo sviluppo occupazionale e tecnologico».

Secondo il dossier "Amianto. Emergenza italiana", la carenza più evidente in tutto il territorio nazionale è quella degli impianti di smaltimento dell'amianto: « Ad oggi le regioni che hanno una discarica dedicata allo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto sono Abruzzo (in istruttoria per la riapertura), Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Lombardia (esaurita nel marzo 2009). La Basilicata ne ha 2, il Piemonte 3, Toscana e Sardegna hanno sul proprio territorio 4 impianti ciascuna. In tutti i casi le volumetrie residue sono inadeguate se riferite ai quantitativi di materiali contenenti amianto ancora presenti sul territorio. Al contrario, lo smaltimento dei materiali è un nodo cruciale da risolvere per un'adeguata azione di bonifica dell'amianto su tutto il territorio nazionale».

Questo si traduce in una vera e propria tragedia sanitaria, umana e ambientale: «9.166 casi di mesotelioma maligno (Mm) registrati dal ReNaM (2010) in Italia fino al 2004 e distribuiti su tutto il territorio nazionale - dice il rapporto del Cigno Verde - Tra le regioni più colpite ci sono il Piemonte (1.963 casi di MM), la Liguria (1.246), la Lombardia (1.025), l'Emilia-Romagna (1.007) e il Veneto (856). Per quasi tre quarti dei casi registrati si è riusciti a risalire all'origine della causa. Tra questi per il 69,8 % la causa è professionale, per il 4,5% è familiare, per il 4,7% ambientale, per l'1,4% da attività di tempo libero e per il 19,5% altro. Nell'arco di tempo analizzato dai Registri (1993-2004) è diminuita l'influenza dei settori tradizionali, come i cantieri navali, o la lavorazione in manufatti in cemento amianto, mentre crescono i casi riconducibili ad altri tipi di esposizione come quello del settore dell'edilizia oppure i casi non  riconducibili ad attività a rischio svolte in precedenza. Un elemento importante perché dimostra che la grande diffusione di amianto nel nostro Paese causa un'esposizione a volte inconsapevole alla fibra».

Secondo i partecipanti al convegno il ministero dell'ambiente deve stanziare le risorse economiche ed umane necessarie a completare la mappatura nazionale prevista dal 2003, «Solo così sarà possibile avere un quadro completo della presenza di amianto in Italia, utile per Regioni, Province, Comuni e cittadini. Il Governo deve garantire adeguate risorse economiche per produrre studi epidemiologici nei siti più interessati dall'esposizione all'amianto, a partire dai siti di interesse nazionale da bonificare, estendendole a tutto il territorio nazionale per monitorare gli effetti di questa "strage silenziosa"».

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