[01/10/2010] News

Sri Lanka: allarme per le "voglie" nucleari

LIVORNO. Gli ambientalisti dello Sri Lanka sono sempre più preoccupati per il progetto del governo di Colombo di costruire nell'isola una centrale nucleare entro il 2025. Il ministro dell'energia Champika Ranawaka ha annunciato che il governo intende costruire l'impianto per soddisfare la crescente domanda di energia: «Il Paese deve garantire che non vi saranno interruzioni di corrente in futuro».

Il Centre for environmental justice ribatte che Sri Lanka è ricco di fonti di energie rinnovabili e anche molti esperti sono scettici rispetto al fatto che il piccolo e povero Paese asiatico sia in grado di ottenere il know-how tecnologico per realizzare e gestire impianti così "complicati" e rischiosi.

Ranawaka, che paradossalmente ha cominciato la sua carriera politica come attivista ambientale contro le centrali elettriche, ora dice che l'opzione nucleare è l'unica valida alternativa al carbone e al petrolio ed assicura che il governo ha già avviato colloqui con la Russia per acquistare combustibile nucleare e per smaltire le scorie nucleari in Russia.

Naturalmente si è fatta subito avanti la grande potenza regionale, l'India, che si è dichiarata disponibile a condividere la propria tecnologia nucleare (in gran parte russa), in particolare quella che utilizza il torio come la fonte principale di energia. All'inizio di settembre, il  ministro della scienza e tecnologia dell'India, Secondo quanto scrive UK Tamil News.com Vitharana, ha invitato scienziati nucleari indiani per condurre uno studio di fattibilità per l'utilizzo di abbondanti giacimenti di torio, presenti lungo la fascia meridionale dello Sri Lanka. Il ministro indiano ha spiegato al Daily Mirrosr: «Lo studio di fattibilità dovrebbe includere questioni come il rapporto costo/benefici, la sicurezza dell'utilizzo del materiale nucleare e la sicurezza nello smaltimento delle scorie». Ha assicurato anche di aver parlato con l'Intarnational atomic energy agency (Iaea) per chiedere il suo sostegno al progetto: «Ho avuto fruttuosi colloqui con la delegazione indiana a Ginevra, quando ho partecipato alla recente sessione annuale dell'Iaea. Sono disposti ad aiutarci nell'utilizzo di torio come fonte di energia per un futuro impianto di energia nucleare e a condividere la tecnologia necessaria che l'India ha sviluppato con successo ovvero l'utilizzo del torio per la produzione di energia nucleare. L'India ha sviluppato un impianto pilota che utilizza torio invece di uranio ed è ormai sul punto di commissionare un grande progetto di energia nucleare con il torio come fonte di energia. Mentre  potremmo ottenere benefici dalla nuova tecnologia sviluppata dall'India che utilizza il torio come fonte di energia, abbiamo bisogno anche di condurre un'indagine adeguata per determinare la portata delle riserve di torio in Sri Lanka. Questa sarà una parte dello studio di fattibilità prima di una decisione definitiva per stabilire se ci rivolgeremo al nucleare per fornire energia alla rete elettrica nazionale».

Così paradossalmente ci potremmo presto trovare nella condizione in cui un Paese non aderente al Trattato di non proliferazione nucleare (l'India), che teoricamente non potrebbe acquistare materiali e tecnologie nucleari all'estero (come fa impunemente da sempre), esporterà tecnologia russo/indiana nel vicino Sri Lanka.

Il governo dello Sri Lanka, dopo aver soffocato nel sangue la rivolta delle "tigri tamil" del Ltte e impresso una svolta autoritaria con l'arresto del capo dell'opposizione, si trova a fare i conti con una crisi economica ed energetica che ha fatto aumentare la povertà. Attualmente le entrate derivanti dalle esportazioni di tè e gomma finiscono quasi tutte nell'importazione di prodotti petroliferi. L'altra strada tentata dall'Inter.ministerial committee for generation of bio-fuel insieme al ministero della scienza e della tecnologia è quella della produzione di bio-carburanti per auto dalla jatropa. I dipartimenti energia ed energia sostenibile del ministero della scienza e della tecnologia stanno promuovendo localmente anche le fonti di risorse energetiche alternative disponibili per la produzione di energia elettrica: centrali mini-idro, eolico, solare e biogas, ma partendo dalla radicata convinzione che non riusciranno a sostituire i combustibili fossili. La scelta più sensata sarebbe quella dell'efficienza energetica e dello sviluppo delle abbondanti energie rinnovabili, invece il governo di Colombo si lancia in una costosissima avventura nucleare che, se andrà bene (come ammettono gli indiani), fornirà energia tra minimo 10 anni. Il ministro singalese Champika Ranawaka parla di tempi ancora più lunghi: «Stiamo prendendo in considerazione l'energia nucleare come opzione nel nostro long-term generation plan per il 2025 - ha detto ai media locali - Altre opzioni, come l'energia solare ed eolica, non sono sostenibili sia perché lo Sri Lanka consuma troppa energia durante le ore notturne sia perché non c'è abbastanza vento». Invece il ministro Ranawaka, nonostante i ripetuti tentativi del corrispondente Saroj Pathirana,  non ha voluto rispondere alle domande della Bbc. Evidentemente molto più scomode di quelle dell'accomodante stampa di regime. Cosa che hanno fatto gli ambientalisti dichiarandosi allibiti per le parole del ministro e che temono gravi conseguenze se il piano va avanti. Il portavoce del Centre for environmental justice, Hemantha Withanage, ha detto alla Bbc: «Lo Sri Lanka è troppo piccolo per una centrale nucleare. Come pensa un paese che fatica a gestire i normali rifiuti domestici di essere in grado di smaltire in sicurezza delle scorie nucleari? E' una domanda molto importante. In Sri Lanka non esiste una corretta gestione dei rifiuti. I residenti che vivono vicino a discariche e centri di raccolta si lamentano continuamente per gli  insopportabili cattivi odori e per altre questioni ambientali. Se fossero gestite adeguatamente, lo Sri Lanka sarebbe in grado di soddisfare il suo fabbisogno energetico con le fonti di energia rinnovabili, come il solare e l'eolico»

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