[01/10/2010] News toscana

Bene le 100 assemblee di Renzi, ma conta il dopo

FIRENZE. Le 100 assemblee di Renzi sono archiviate. Nelle prossime settimane capiremo se questo grande evento mediatico che ha avuto un buon successo di pubblico (quasi 9000 persone hanno partecipato ai momenti serali), si tradurrà anche in un vero percorso di partecipazione. Senza dubbio per ora si può vedere il bicchiere mezzo pieno, rappresentato dal cambio di modalità di interlocuzione almeno rispetto alle immediate precedenti esperienze amministrative. C'è stata volontà di ascoltare, di confrontarsi, sapendo che quando si scende in piazza si possono raccogliere anche critiche. E questo va a merito del sindaco di Firenze e di quanti hanno presidiato i 100 luoghi. Sicuramente nei vari incontri saranno venute fuori proposte interessanti come non saranno mancati gli "sfogatoi" per lamentare questa o quella carenza; comunque le assemblee sono state un bel gesto verso la città che deve essere sottolineato. Ma questi momenti pubblici possono essere solo un valore aggiunto per prendere ulteriori spunti, per tenere aperto il canale verso i cittadini, ma non certo per determinare l'azione dell'amministrazione comunale nelle sue varie emanazioni, che ha il dovere di conoscere quali sono i problemi e nelle sedi appropriate di proporre soluzioni.

Facciamo osservare che non siamo in un momento qualunque per Firenze ma stiamo, attraverso il percorso del Piano strutturale, discutendo del suo futuro. Quindi non è possibile enucleare le assemblee pubbliche (le cui proposte contenutistiche devono trovare risposte) da questo contesto su cui si misurerà la proposta progettuale dell'amministrazione e la volontà di offrire veri spazi di partecipazione (al di là di quelli dovuti per legge) e di ascolto della cittadinanza. Certo anche i problemi contingenti di una singola strada vanno risolti ma qui è in ballo ben altro.

E' in gioco ad esempio il rapporto di Firenze con la città metropolitana, o meglio con l'area vasta fino a Pistoia e da quel che si conosce del percorso di formazione del Piano siamo ancora molto lontani da una visione unitaria. Firenze continua a guardare entro il limite dei suoi confini. Nel Piano dovrà essere chiaro cosa si vuol fare del Parco della Piana (tema poco trattato nei documenti per ora disponibili) e allora capiremo se l'enunciato di principio "consumo di suolo zero", grande elemento di discontinuità con il passato, sarà davvero attuato.

Nel Piano dovranno essere fornite risposte convincenti sull'aeroporto, come sull'organizzazione della mobilità di area vasta: bene il completamento della rete tramviaria ma al di la dei legittimi dubbi sull'ubicazione in sotterranea della stazione Foster ci pare che si vogliano trovare troppe soluzioni in sotterranea (vedi passante urbano, parcheggi e forse anche la tramvia sotto passa Duomo?) e questa è un'incongruenza.

Per ora non si comprende nemmeno quale sia l'atteggiamento verso la mobilità inquinante privata che non sempre viene scoraggiata (in questo caso i comportamenti sono meno rigorosi rispetto al passato) e non emerge chiaramente quella che dovrebbe essere una scelta prioritaria: cioè un sistema integrato metropolitano basato sull'intermodalità di superficie incentrata sulla mobilità su rotaia, e una rete di piste ciclabili che insieme alle pedonalizzazione porterebbe benefici per la fluidità del traffico e per i polmoni dei cittadini. Su questi grandi temi appena accennati (un altro è il famoso Parco fluviale dell'Arno in cui sono inserite le grandi Cascine a cui il sindaco Renzi tiene molto), si misurerà anche la volontà di questa amministrazione di collaborare con i comuni metropolitani e con gli altri livelli istituzionali (provincia e regione).

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