[04/10/2010] News toscana

Che fine ha fatto l'Osservatorio Toscano dei Cetacei dell'Elba?

PORTOFERRAIO (Livorno). L' Osservatorio Toscano dei Cetacei nasce il 17 maggio 2006 per volontà dell'allora assessore all'ambiente della Regione Toscana Marino Artusa. Per l'Elba viene scelta come sede Capoliveri per esplicita richiesta dell'amministrazione comunale (allora di centro-sinistra) e in particolare dell'assessore all'ambiente Milena Briano. Il progetto rientra nel Piano regionale di azione ambientale (Praa) 2007-2010, e prende il via con la delibera della giunta Regionale 247 10 aprile 2007.

La regione (Decreto n. 3066 del 27 giugno 2007) nomina i componenti del Comitato di gestione, di cui fanno parte Regione Toscana, la Provincia di Livorno, il Comune di Capoliveri, la Comunità Montana dell'Arcipelago (poi abolita, trasformata in Unione dei Comuni ed oggi in via di scioglimento e commissariata), l'Ente Parco e Il Cts in rappresentanza delle associazioni ambientaliste, e il Comitato scientifico dell'Osservatorio Toscano dei Cetacei, composto da rappresentanti delle università toscane, dell'Arpat, della medicina veterinaria regionale, delle associazioni ambientaliste e di quelle di categoria della pesca professionale e dei centri studi territoriali. Il responsabile dell'intero progetto è Sergio Ventrella, funzionario della Regione.

La relazione di progetto afferma che l'Osservatorio deve assumere una dimensione internazionale ed essere un centro di eccellenza dove si possa fare formazione aperta anche alla sponda sud del Mediterraneo e dove far convergere tutte le esperienze e le professionalità presenti sul territorio regionale. Ruolo specifico deve essere quello di raccogliere e gestire informazioni, condividere ed elaborare dati ai fini dell'attuazione del Santuario Pelagos. I compiti dell'Osservatorio vanno dalla promozione della ricerca scientifica alla formazione, dall'identificazione delle principali minacce alle popolazioni di cetacei, dalle attività di divulgazione e di turismo compatibile, al coordinamento delle varie realtà che si dedicano allo studio dei cetacei. Questo attraverso attività diverse, come il censimento costante, la creazione di una banca dati, di un archivio, di un centro didattico di educazione permanente.

Il 2 agosto 2007 l'allora assessore al bilancio, alle politiche per il mare ed al coordinamento delle partecipazioni regionale, Giuseppe Bertolucci, inaugura l'Osservatorio nella sede "provvisoria" all'interno del museo minerario di Capoliveri e comunica che nel progetto saranno investite in tre anni risorse per oltre un milione di euro (600.000 regione, 350.000 provincia di Livorno e 250.000 comune di Capoliveri). A questa cifra si aggiunge uno stanziamento iniziale di 120 mila euro destinati al recupero e alle ristrutturazione della sede, "provvisoriamente a Capoliveri" (Delibera G.R.247 del 10 aprile 2007). Il primo report obbligatorio sull'attività dell'Osservatorio indica come attività, dall'aprile 2007 al maggio 2008, una esperienza formativa con 5 studenti.

Nel febbraio 2009 l'ex assessore all'ambiente di Capoliveri ed ex vicepresidente del Parco Nazionale Briano, riprendendo un comunicato stampa delle Regione, esprime grande soddisfazione per l'ammissione del progetto transfrontaliero "Gionha" al finanziamento di due milioni e mezzo di euro, progetto "avviato nel 2006 dall'Osservatorio Toscano dei Cetacei" che individua come capofila l'Arpat Mare e come partner la Provincia di Livorno, la Corsica e le regioni Liguria e Sardegna. Nel giugno 2009, rispondendo ad un allarme lanciato da Greenpeace, l'assessore regionale Bertolucci ribadisce in un convegno a Pisa il rafforzato impegno della Toscana per il Santuario Pelagos e per l'Osservatorio, ma rileva che "Occorre potenziare nei cittadini, nei turisti e tra i diversi attori la consapevolezza del proprio ruolo".

Il 17 febbraio 2010 la Regione, a firma di Ventrella, rende pubblica la quota di finanziamento all'Osservatorio capoliverese in relazione al progetto Gionha: 100.000,00 euro per anno (Delibera G.R. n.136 del 15 febbraio 2010 Macrobiettivo E4 - Praa 2007-2010) ed il contributo apportato dall'Osservatorio allo stesso progetto: apertura della sede nella stagione estiva, due serate di proiezione in piazza, nel 2008, e il corso di formazione già citato nel report regionale del 2008. Molti soldi pubblici per un Osservatorio che all'Elba (a differenza di quello di Viareggio) sembra produrre molto poco ed il cui Comitato di Gestione non sembra essere mai stato convocato.

L'Osservatorio soffre di un problema in origine, la non idoneità della struttura che lo ospitava a Capoliveri, inglobato in un museo dei minerali, quindi privo di qualunque possibilità di spazio per laboratori e aule didattiche, in un paese collinare, davanti all'area di mare non certo più ricca di presenze di cetacei, anzi lontana dalle rotte principali di balene e delfini nell'Arcipelago. Una scelta di localizzazione subito criticata da Legambiente che la considerò forzata e sbagliata e lo disse anche pubblicamente all'iniziativa di presentazione dell'Osservatorio avvenuta a Mola, nel Comune di Capoliveri. Inoltre, a quanto pare, della quantità di finanziamenti previsti e deliberati l'Osservatorio ne avrebbe visto molto pochi, alcune grosse cifre stanziate non sarebbero state sbloccate. A quanto dicono a Capoliveri, i lavori di ristrutturazione della sede si sarebbero rivelati un debito per le casse comunali e lo stesso Comune non avrebbe versato le cifre per le quali si era impegnato.

Il "potenziamento" garantito dalla Regione ha avuto un epilogo surreale: Il museo dei minerali che ospitava l'Osservatorio è stato trasferito e al suo posto è stato aperto un ufficio dell'Azienda di promozione turistica, con scrivanie, personale, scaffali e un punto informativo dove però nessuno sa dire ai turisti che fine abbia fatto quel " centro di eccellenza", di cui restano quattro poster appesi come arredo e una beffarda insegna arrugginita che campeggia all'esterno ("solo perché il Comune ancora non l'ha tolta" ha spiegato un'addetta dell'Apt ad una nostra socia che ad agosto aveva chiesto spiegazioni).

A chi chiedeva notizie sulla nuova sete dell'Osservatorio veniva risposto che sarebbe stata trasferita a Procchio, nel comune di Marciana, pur rimanendo " ufficialmente" a Capoliveri. Però a Procchio nessuno sa dove sia questo "osservatorio", mentre il numero di cellulare che farebbe da riferimento per giorni non ha mai risposto, nonostante le ripetute chiamate da noi effettuate.

L'ultima puntata di questa telenovela dell'Osservatorio "missing" sono le voci che stanno insistentemente circolando all'Elba di un trasferimento degli arredi e dei poster dell'Osservatorio dei Cetacei rimasti da Capoliveri ad una struttura sull'Isola di Pianosa gestita da una cooperativa, cosa della quale il Parco Nazionale (che fa parte del Comitato di gestione dell'Osservatorio e dovrebbe autorizzare tutte le attività scientifiche, ambientali e didattiche a Pianosa) ufficialmente non ne saprebbe nulla. Ci chiediamo se ne sappia qualcosa il Comune di Campo nell'Elba, che comprende l'Isola di Pianosa, visto che quel materiale è stato finanziato per essere esposto in un centro la cui sede doveva essere fornita da un altro Comune.

Ci chiediamo come sia possibile che rimanga in piedi immutato un Comitato di gestione che comprende un Comune che di fatto non ospita più l'Osservatorio e una Comunità montana abolita, mentre si dice che il centro sarebbe stato "spostato" in un'introvabile sede di un altro Comune (Marciana a Procchio) e i poster forse ancora in un altro Comune (Campo nell'Elba a Pianosa) che non sono compresi nell'accordo.

Legambiente chiede quindi che tutte le istituzioni coinvolte in questo pasticcio dell'Osservatorio elbano dei cetacei spieghino che fine ha fatto, quale sarà il suo destino e come sono stati spesi i soldi stanziati per un'iniziativa fantasma che fino ad ora ha mancato i suoi importantissimi obiettivi di conoscenza e valorizzazione.

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