[04/10/2010] News toscana

Sel: la crisi dei rifiuti all’Elba e i sindaci che alzano i ponti levatoi da medioevo

PORTOFERRAIO (Livorno). L'annuncio dell'uscita del piccolissimo comune di Marcia Marina dall'Elbana servizi ambientali (peraltro stranamente già confermata on-line in tempo reale nella cartografia dei comuni aderenti pubblicata dalla stessa Esa), non è certamente la maggiore preoccupazione degli elbani per quel che riguarda la già  problematica gestione del ciclo dei rifiuti. A spiegare la situazione è un comunicato del neonato circolo "Patrizia Piscitello" di Sinistra ecologia e libertà dell'Elba: «Mentre l'assemblea dei soci di Esa approvava il bilancio consuntivo 2009, il sindaco di Porto Azzurro Papi, con una decisione unilaterale, decideva di impedire l'utilizzo dell'area del Buraccio (Nella foto) per lo stoccaggio della differenziata, contribuendo così a far lievitare sensibilmente i costi ed aumentare le difficoltà di Esa, di cui il Comune di Porto Azzurro è formalmente parte. Infatti, l'impossibilità di stoccare al Buraccio grandi quantità di vetro, plastica e carta costringerà Esa ad aumentare i costosi viaggi di conferimento della differenziata fuori Elba».

Sel dell'Elba si augura che «Questo sovrapprezzo, che appesantisce l'onere per i rifiuti, già elevatissimo, sostenuto dalle famiglie e dalle aziende, non durerà a lungo: la Provincia sta infatti predisponendo un atto che riconosce all'area del Buraccio gestita da Esa la qualifica di "Centro di Raccolta", e che varrebbe come un'autorizzazione».

Intanto il Comune di Portoferraio, comproprietario a proprietà indivisa con Porto Azzurro dell'area del Buraccio, che si trova presso il confine tra i territori dei due Comuni, starebbe approntando un ricorso per far valere il suo  diritto ad accedere alla proprietà e paventa un'interruzione di pubblico servizio.

Sel sottolinea che «Esa ha attualmente un passivo di circa 5 milioni di Euro, il quale ne paralizza le capacità operative, ma vanta crediti da riscuotere per una cifra ancora superiore. Ai conti di Esa mancano, tra l'altro, proprio 2.400.000 euro dovuti dal Comune di Porto Azzurro, fino ad ora reiteratamente insolvente (oltre  ai crediti degli altri Comuni, che si sono però impegnati per un graduale rientro). Anche ammettendo le contestazioni del Sindaco Papi sull'entità del debito (per cui vorrebbe far valere diversi conteggi) e le famose quote di rimborso per il "danno ambientale"( riconosciute in linea di principio dagli altri  Comuni), certamente, tirate le somme tra Esa e il Comune di Porto Azzurro, la Società di servizi ambientali vanterebbe comunque un fortissimo credito».

Dopo le spiegazioni tecnico-economiche Sel dell'Elba da anche quelle politiche partendo da una domanda: «Perché allora questa esibizione di muscoli, questa lite da cortile dove si rischia di farci male tutti? Forse si tratta, in vista di una inevitabile richiesta per il rientro del credito da parte di Esa, di una forzatura per ottenere uno sconto sul debito a danno di tutto il resto della popolazione elbana? Crediamo che lo smaltimento dei rifiuti all'Elba debba essere governato in modo associato da tutto il territorio; che sia necessaria una maggiore attenzione da parte della politica, per decidere concordemente che cosa sostituirà gli "Ambiti territoriali ottimali" (Ato), quasi spariti per legge prima di avere assunto qualche funzione utile (come ad esempio stabilire una  tariffa di ambito, che avrebbe contribuito a ridurre, considerandoli un costo comune dell'Ato i nostri esorbitanti costi di trasporto. Non vediamo altra via che una gestione associata comprensoriale. E', a nostro parere, assolutamente necessario ed urgente che venga convocata una conferenza comprensoriale sul problema dei rifiuti e, messo a punto un progetto condiviso per ridurre i costi e migliorare il servizio, sia rilanciata economicamente ed operativamente la Società, stabilendo un assetto societario cui partecipino equamente tutti i Comuni».

Secondo Sinistra ecologie e libertà  «Le condizioni per iniziare una gestione condivisa ci sono, a cominciare dall'avvio della linea di trattamento dell'umido e di produzione di compost (circa 8.000 ton su 30.000 prodotte), che speriamo sia immediato. Bisogna poi discutere insieme e con tempestività se introdurre per tutti la Tia (oggi presente solo a Portoferraio) piuttosto che mantenere la Tarsu; stabilire i tempi per realizzare  od adeguare in ogni Comune le aree di stoccaggio per la raccolta differenziata; decidere le sorti della discarica di Literno, ecc...». Ma secondo i vendoliani «Quello che l'Elba non si può permettere, segnatamente nel pieno di una crisi galoppante come quella in atto, è un alzarsi di ponti levatoi che sa tanto di medioevo».

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