[04/10/2010] News

La Francia dà il via libera alle trivellazioni petrolifere nel Mediterraneo

LIVORNO. Il primo ottobre la Francia ha dato il via libera ad una società britannica, la Melrose Resources, per iniziare i lavori di ricerca offshore di idrocarburi nel Mediterraneo. Il permesso "Rhône Maritime Nord" riguarda un'area di ricerca di 12.500 km2, con fondali che arrivano fino ad oltre 2.600 metri di profondità. Il limite nord della concessione si spinge fino a solo a 24 Km dalle coste della Provenza. La prefettura ha detto che «Le ricerche dovrebbero iniziare nella terza settimana di novembre e durare due mesi».

Secondo la Melrose Resources i fondali nasconderebbero potenzialmente una grossa quantità di gas e la Direction générale de l' énergie et du climat (Dgac) ha spiegato che «Si tratta di gas biogenico. La prospezione sismica di questo settore è già stata acquisita e le immagini hanno bisogno di essere definite in modo molto più accurato. Melrose Resources lavora per analogia con quel che è già stato ritrovato in Mediterraneo: al largo di Israle, del gas è stato localizzato nelle stesse serie geologiche».

La notizia ha subito allarmato le associazioni ambientaliste francesi perché la costa sud della Francia ospita molte specie protette, cetacei e altri animali a rischio di estinzione. Però, le osservazioni degli ambientalisti, che evidenziavano la totale insufficienza delle procedure di salvaguardia e dei cetacei proposte dalla Melrose Resources, non sono state prese in considerazione.

Il  2 ottobre il permesso delle ricerche offshore nel Mediterraneo è diventato uno degli elementi principali dei "pétrole mob" attuati in tutta la Francia dagli attivisti di Greenpeace che, ricoperti da una melassa simile al petrolio, hanno voluto evidenziare la totale dipendenza delle nostre società "tout pétrole" (anche la nuclearissima Francia) e manifestare contro i progetti di estrazione di petrolio non-convenzionale in tutto il mondo.

I pétrole mob si sono svolti a Parigi (Nella foto) a Toulouse, Angers, Nancy, Marseille e in un'altra mezza dozzina di città francesi. Gli attivisti di Greenpeace seminudi hanno fatto irruzione nelle piazze più affollate delle maggiori città francesi con in mano oggetti di uso quotidiano e elettronica di consumo per dimostrare come la nostra società sia prigioniera del petrolio.

«Non conosciamo ancora le reali conseguenze della catastrofe del Golfo del Messico e dei 779 milioni di litri di petrolio sversati - spiega Greenpeace France - Il governo Usa e il gruppo Bp hanno tentato di nascondere la realtà, ma il gruppo di ricercatori indipendenti imbarcati per più di 10 giorni a bordo dell'Arctic Sunrise ha detto la scorsa settimana di aver identificato su una superficie di 500 km e per 1000 metri di profondità uno strato di petrolio greggio miscelato a del gas».

Greenpeace ha portato in piazza anche la sua protesta conto lo sfruttamento delle sabbie bituminose dell'Alberta, in Canada, da parte di multinazionali come Total, Shell, Exxon o Bp che stanno devastando un'intera regione per produrre il petrolio più costoso e sporco del mondo.

Secondo gli ambientalisti francesi, «i  progetti di petrolio non convenzionali ci portano dritti contro un muro, verso un ingolfamento climatico irreversibile. Dobbiamo subito ripensare il nostro modello energetico e pianificare la nostra uscita dal petrolio. Per questo, bisogna subito fermare la fuga in avanti verso questi "nuovi petroli"».

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