[08/10/2010] News

Marea rossa in Ungheria, qualcuno si ricorda di Eurallumina in Sardegna?

LIVORNO. Uno sversamento di fango rosso, simile, anche se di minore entità, a quello che in questi giorni ha colpito l'Ungheria, dove un'onda rossa ha invaso fiumi e torrenti d'acqua, nel nostro Paese, c'è già stato. In pochi lo ricordano. Un po' perché risale all'aprile del 2009, un po' perché lo stabilimento Eurallumina (controllata da una multinazionale russa), a Portovesme in Sardegna, dal quale si è generata la perdita, è fermo e gli operai sono a casa. La materia trattata, la bauxite, e il tipo di lavorazione, l'ottenimento di alluminio, sono i medesimi. Come molto simili, sono gli scarti del processo chimico. In Ungheria, è disastro. In Sardegna, poteva andare molto peggio di come è andata. E tutt'oggi, per i bacini di accumulo dei fanghi rossi di Portovesme, messi in sicurezza dopo l'incidente del 2009 e posti sotto sequestro dalla magistratura, non c'è ancora una soluzione definitiva. L'emergenza occupazionale, non deve infatti far dimenticare la necessità delle bonifiche dei bacini fanghi di scarto, e un piano di disinquinamento complessivo risalente al 1994. Un documento rimasto lettera morta. Ecco allora, se vogliamo tentare di riaprire la partita, che il disastro ungherese, potrebbe almeno essere utile, per tornare a discutere delle futuro del sito chimico sardo. Perché il settore della chimica è una delle molte pagine di una politica industriale latitante nonostante la nomina - tardiva - del ministro allo Sviluppo economico. La gestione delle ex aree industriali, la coda dello stesso problema. L'ultimo verbale d'incontro sottoscritto al ministero dello Sviluppo economico stabiliva che Eurallumina, Regione sarda e governo avrebbero investito 60 milioni di euro per la costruzione di una nuova caldaia per la produzione di vapore a bassa pressione a Portovesme. Un terzo della spesa complessiva dovrebbe essere sostenuta da Rusal. In aggiunta a questo impegno, sempre dalle casse della multinazionale russa dovrebbero uscire altri 30 milioni di euro per il riavvio degli impianti. Tutto questo dovrebbe avvenire entro i prossimi diciotto mesi. A quel punto la bauxite dovrà essere per forza presente nei piazzali di Eurallumina.

Intanto, lunedì, riparte la mobilitazione dei lavoratori dell'Eurallumina. In un comunicato, la Rsu dello stabilimento e le rappresentanze sindacali delle imprese d'appalto annunciano di aver deciso di avviare ''una mobilitazione efficace, continua e rumorosa fino all'ottenimento degli obiettivi prefissati nel verbale d'accordo di agosto''. Contemporaneamente è stata convocata l'assemblea dei lavoratori davanti ai cancelli della fabbrica sempre per lunedì alle 7 del mattino.

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