[25/08/2009] News

La Cina sfolla 50.000 pastori tibetani per proteggere una riserva naturale e le sorgenti dei suoi fiumi

LIVORNO. Negli ultimi 4 anni il governo cinese ha costretto 50.000 pastori, in gran parte tibetani, ad abbandonare la vita nomade per trasferirli in case stabili nell'altopiano del Tibet-Qinghai «nello sforzo del Paese per proteggere l'ambiente di una riserva naturale».

Alla fine del "Piano di spostamento", nel 2010, 55.700 pastori avranno abbandonato una regione in effetti molto delicata dal punto di vista ambientale e che ospita le preziose sorgenti dei tre grandi fiumi asiatici: Yangtsé, Fiume Giallo e Lancang, come i cinesi chiamano il Mekong. Ma il sospetto (e l'accusa) che circola tra i tibetani è quella che il governo di Pechino voglia tenere sotto controllo sia queste vitali risorse idriche che i nomadi e, nel contempo, dare un colpo mortale alla loro cultura autoctona ed alle loro tradizioni ancestrali

L'agenzia ufficiale cinese Xinhua spiega che invece lo spostamento dei pastori è dovuto solo «A causa del riscaldamento dl pianeta e delle attività umane che si sono moltiplicate nel corso degli ultimi tre decenni, l'ambiente ecologico si è deteriorato nella Riserva naturale delle sorgenti dei 3 grandi fiumi (Sanjiangyuan in cinese, ndr) nella provincia del Qinghai».

La Sanjiangyuan National Nature Reserve è la seconda riserva naturale più grande del mondo: 152.300 km2, cioè quanto Inghilterra e Galles messe insieme, più grande del Bangladesh e dell'Illinois. Prima dello spostamento dei pastori tibetani all'interno dei suoi confini vivevano 200.000 persone.

Secondo il governo di Pechino, lo spostamento dei pastori iniziato nel 2003 ha una sola giustificazione: la sicurezza ecologica dei tre corsi d'acqua. Nel 2005 il governo comunista ha investito nella riserva di Sanjiangyuan 7,5 miliardi yuan (110 milioni di dollari) in progetti ecologici e per lo sfollamento rapido dei pastori. E' chiaro che tanto amore per la natura, che colpisce persone che non hanno praticamente nessuna colpa del riscaldamento globale, è dovuto soprattutto a ragioni economiche drammaticamente attuali: l'acqua dei tre fiumi è vitale per le industrie cinesi e per dissetare la sua popolazione e, in tutto, 600 milioni di asiatici.

Comunque un fiero Li Xiaonan, direttore aggiunto dell'ufficio per la protezione ecologica e la costruzione dio Sanjiangyuan, ieri ha dato le cifre del progetto: «Un totale de 49.631 persone, cioè 10.579 famiglie, sono state sgombrate dalla riserva durante questi ultimi anni e milioni di yuan sono stati investiti. Delle infrastrutture pubbliche sono state costruite per 86 quartieri di abitazioni per gli sfollati. Per aiutare i pastori ad adattarsi alla loro nuova vita, il governo provinciale a fornito formazione professionale e stabilito in fondo che punta ad incoraggiarli a creare loro imprese. Le entrate annue pro-capite degli immigrati hanno raggiunto i 2.000 yuan nel 2008, cioè il doppio di prima dello spostamento. Abbiamo costruito delle nuove scuole ed ingrandito le vecchie per i m bambini dei pastori, riducendo le spese scolastiche dei collegiali e dei liceali».

Il governo e i giornali cinesi presentano una nuova vita idilliaca per i pastori tibetani trasformati in artigiani, piccoli imprenditori di "successo" e cittadini esemplari e fedeli al partito, ma la realtà è che 2.000 yuan all'anno sono una vera e propria miseria in una specie di villaggio-riserva, mentre 1.000 yuan erano l'integrazione di una pastorizia di sussistenza che manteneva intere famiglie.

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