[12/10/2010] News

Nucleare: l’Epr Usa affonderà nei prestiti di Obama?

LIVORNO. L'Epr, il nucleare francese che piace tanto a Berlusconi ed alla Prestigiacomo, non ha pace: ha appena subito un altro rovescio con la fuga del partner americano di Edf, la Constellation Energy, dal progetto di Calvert Cliffs, nel Maryland. L'impresa energetica statunitense ha inviato una lettera al Dipartimento Usa dell'energia (Doe) per annunciare che è impossibile accettare le condizioni poste dall'amministrazione Obama per ottenere un loan guarantee, il prestito di garanzia federale che pure l'industria del nucleare aveva accolto con giubilo. Nella lettera il presidente della Constellation (e di Unistar) Michael Wallace scrive che così per la costruzione di centrali nucleari sono «dei rischi e dei costi inaccettabili» e che la company non vede la strada «Per raggiungere un insieme funzionale di termini e condizioni» per garantire il rimborso dei 7,5 miliardi di dollari chiesti per l'Epr. Infatti la casa madre  Unistar Nuclear Energy si troverebbe a sborsare 880 milioni di dollari di "interessi".

Fino ad ora è stato approvato solo un conditional loan guarantee per un progetto nucleare: quello della Southern Co in Georgia, uno Stato che prevede che i costi possano essere recuperati in bolletta mentre la centrale è in costruzione, mentre il Maryland dice che i costi di costruzione di centrali elettriche possono essere accollati ai clienti solo quando l'impianto è in funziona.

Quello di Calvert Cliffs 3 è un bruttissimo colpo per Edf e Areva, visto che Constellation e Unistar sono le teste di ponte del nucleare francese negli Usa  e che questa rinuncia compromette le chance di successo dei reattori francesi di terza generazione in America. Edf e Areva assicurano che non abbandoneranno il'Epr americano, ma i rapporti con Constellation erano già tesi anche su altri progetti e Edf ora di dice «Estremamente sorpresa e costernata per la decisione unilaterale. Mentre il futuro di Calvert Cliffs 3 è incerto, Edf conferma la sua volontà di proseguire il suo impegno nel rinnovamenti nucleare negli Stati Uniti». Il giornale finanziario francese Les Echos sottolinea che l'impresa francese non può certo pensare di andare avanti da sola, visto che negli Usa un investitore straniero non può detenere più del 49% di una centrale nucleare, quindi il suo presidente Henri Proglio dovrà cercarsi un nuovo partner e ricominciare da capo, dopo aver già investito circa 600 milioni di dollari nell'Epr Usa dall'inizio della sua collaborazione con la Constellation nel 2007. In totale in tre anni Edf ha investito negli Usa 6 miliardi di dollari e ora il divorzio con l'impresa nucleare statunitense potrebbe costare un miliardo di dollari ai francesi.

Il problema per Edf è che è abituata al suo strano assetto statale per i finanziamenti e le garanzie e da multinazionale privato nei fatti, mentre nel Maryland chi costruisce una centrale nucleare non ha nessuna garanzia sul prezzo di vendita dell'energia, è per questo che nessuno fa più centrali nucleari e che anche i prestiti di Obama alla fine si sono rivelati insostenibili. C'è però il sospetto che la lettera di rinuncia della Coanstellatio sia solo un trucco per alzare il prezzo politico ed ottenere migliori condizioni per la lobby nucleare statunitense dall'amministrazione Obama. Il Doe infatti ha fatto una nuova proposta sui prestiti di garanzia: «Chiediamo subito alla Constellation ed ai suoi partner di esaminare le nuove condizioni di credito  modificate che rispondono alle loro preoccupazioni».

I sospetti aumentano leggendo quanto scrive World Nuclear News, l'agenzia delle multinazionali nucleari che appoggia a spada tratta la Canstellation: «il rovescio di Calvert Cliffs mette una nuvola nera sui piani di costruzione di nuove centrali negli Stati Uniti, la Constellation ha rivelato che il Doe applica tariffe del 11,6% sull'importo del prestito, nel suo caso circa 880 milioni di dollari. La tassa verrebbe in aggiunta agli interessi sui prestiti e Wallace ha detto: " Potrebbe chiaramente distruggere l'economia del progetto, o l'economia di qualsiasi progetto nucleare se è per questo"». Non a caso Wallace ha elogiato il Loan guarantee office del Doe ed ha attaccato un altro dipartimento governativo, l'Office of management and budget (Omb), che non sarebbe in grado di capire le esigenze finanziarie della povera industria nucleare americana, accusandolo di aver «Incontrato un notevole ritardo e resistenza» e così di minacciare l'intero loan guarantee program, originariamente progettato da Gerge W. Bush nel 2005 per ridurre i rischi per gli investimenti nel nucleare e poi accettato anche da Obama.

Secondo la presidente del Nuclear energy institute,  Marv Fertel,  «È di vitale importanza che i costi del credito siano calcolati con precisione, se le prassi corrente continua, il Doe e l'Omb continueranno a produrre credito a costi gonfiati.  La formula attuale si basa su ipotesi di standard applicati a tutte le tecnologie con limitata flessibilità specifica per il progetto. Per il progetto Calvert Cliffs 3 è stato citato un costo irrealisticamente elevato del credit subsidy, che ignorava le forti misure di credito del progetto e le robuste garanzie locali previste nella transazione. Senza riforme, il fallimento metodologico continuerà a ostacolare sia di progetti energetici dell'energia nucleare che lo sviluppo delle rinnovabili. Esattamente l'intenzione opposta a quella del Congresso quando approvò la legge nel 2005».

Il richiamo ad una possibile alleanza per ottenere i prestiti con le imprese delle energie rinnovabili (che vedono il prestito di garanzia al nucleare come il fumo negli occhi) è probabilmente un tentativo disperato di far fronte comune contro un nemico che sta davvero mettendo fuori mercato il nucleare Usa: i bassi prezzi del gas naturale che ne fa un'alternativa attraente e disponibile, ma paradossalmente il nucleare Usa  paga anche il prezzo della mancata approvazione di una legge sul clima negli Usa che imprese come la Constellation hanno ostacolato. A volte a giocare con il fuoco ci si brucia.

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