[13/10/2010] News

Sistri, le associazioni ambientaliste: «La tracciabilità dei rifiuti è utile, ma da sola non basta»

ROMA. L'Italia è un paese storicamente molto coinvolto nel traffico e nello smaltimento illegale di rifiuti, anche pericolosi, come dimostrano da anni le indagini di magistratura e forze dell'ordine. Per fronteggiare questi problemi è dunque utile anche una nuova modalità come il Sistri (Sistema Informatico di Tracciabilità dei Rifiuti) che possa garantire una maggiore tracciabilità dei rifiuti dal luogo di produzione a quello di recupero o smaltimento. Ma è necessario che questa modalità coinvolga anche i centri di stoccaggio, noti per essere il centro nevralgico dei traffici illegali.

Occorre però, al più presto affrontare e risolvere i problemi sull'iter amministrativo e gestionale del Sistri, compresa la vicenda del segreto di Stato, sollevati da più parti in Parlamento come nel mondo industriale. Tutto ciò anche per evitare che il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti perda la sua efficacia per vizi formali e per procedere rapidamente alla sua entrata a regime. È evidente - aggiungono gli ambientalisti - che non basta solo un nuovo sistema di tracciabilità per ristabilire la legalità e la trasparenza nel ciclo dei rifiuti, soprattutto di quelli speciali o pericolosi.

Per contrastare con efficacia il traffico illegale, è necessario e non più differibile anche l'inserimento dei delitti ambientali nel codice penale, come peraltro previsto dalla direttiva europea sulla tutela penale dell'ambiente che l'Italia dovrà recepire entro il 2010, un rafforzamento delle strutture inquirenti che si occupano del business illegale dei rifiuti, la possibilità di continuare ad utilizzare le intercettazioni ambientali e telefoniche minacciata pesantemente dal disegno di legge in discussione nel Parlamento italiano nell'attuale legislatura.

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