[14/10/2010] News

Il Consiglio ambiente dell’Ue discute di biodiversità, Ogm e Cancun

BRUXELLES. Si tiene oggi a Lussemburgo il Consiglio ambiente dell'Unione europea, il primo sotto la presidenza di turno belga dell'Ue. Il ministro fiammingo dell'ambiente, della natura e della cultura, Joke Schauvliege, ha illustrato ai suoi colleghi europei l'impegnativo ordine del giorno: preparazione della Cop 10 della Convenzione sulla diversità biologica (Cbd) che si terrà a Nagoya, in Giappone dal 18 al 29 ottobre; proposta del Parlamento europeo e del Consiglio europeo per modificare la direttiva 2001/18/CE per quel che riguarda la possibilità per gli Stati membri di restringere o vietare le colture Ogm sul loro territorio; analisi delle opzioni e delle proposte per andare oltre l'obiettivo di riduzione del 20% dei gas serra e valutazione del rischio di fughe di carbonio; preparazione della Cop 16 dell'Unfccc e della Cop6 del Protocollo di Kyoto a Cancun.

Il Consiglio adotterà le conclusioni in preparazione della Cop10-Cbd di Nagoya che contiene il mandato di negoziazione relativo all'accesso alle risorse genetiche e alla condivisione dei loro vantaggi. «Queste conclusioni - spiega la presidenza belga - costituiscono la posizione dell'Ue in vista di questa conferenza. La Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica è stata firmata da 150 Capi di Stato e di governo durante il summit della Terra a Rio nel 1992 e ratificata dall'Ue nel 1993. Nell'aprile 2002 le parti della Convenzione si sono impegnate a pervenire ad una riduzione sensibile dell'attuale tasso di perdita di biodiversità entro il 2010. Questo passa per la definizione di obiettivi ed azioni a livello nazionale o regionale». Il 15 marzo il Consiglio ambiente dell'Ue  si era detto «Vivamente preoccupato per il fatto che né gli obiettivi del'Ue né gli obiettivi mondiali in materia di biodiversità fossero stati raggiunti» ed ha fissato un nuovo obiettivo per l'Ue per il 2020.  Il documento sottoposto ai ministri afferma: «L'Ue intende fermare la perdita della biodiversità ed il degrado dei servizi eco sistemici nell'Ue entro il 2020 ed assicurare il loro ristabilimento fino a che si può fare, rafforzando allo stesso tempo il contributo che apporta alla prevenzione della perdita di biodiversità su scala planetaria. Nel corso dell'Anno internazionale della biodiversità 2010, i lavori relativi all'esame della convenzione dovranno giungere all'adozione di un piano strategico rivisto durante la conferenza che si terrà a Nagoya».

Il progetto di strategia dell'Ue comprende 20 obiettivi concreti per il 2020, articolati in 5 obiettivi strategici che puntano ad affrontare le cause della perdita di biodiversità, a ridurre le pressioni dirette esercitate sulla biodiversità, a preservare gli ecosistemi e la diversità genetica, a condividere le risorse genetiche ed i loro vantaggi. Il protocollo sulle risorse genetiche imporrebbe ai Paesi che le possiedono l'obbligo di creare le condizioni necessarie per facilitare l'accesso, ma chi le sfrutta dovrebbe prima avere il permesso preventivo dei Paesi detentori e negoziare condizioni di utilizzo che assicurino una condivisione equa dei vantaggi risultanti dal loro sfruttamento economico e scientifico.  La perdita di biodiversità, calcolata secondo un ritmo di estinzione delle specie da 100 a 1.000 volte più veloce di quello normale, entro il 2050 potrebbe arrivare ad una perdita annuale dei servizi eco sistemici che alcuni studi dell'Ue valutano in circa 50 miliardi di euro e alla fine potrebbero rappresentare il 7% del consumo annuale. I ministri discutono del Piano strategico 2011-2020, della mobilitazione delle risorse, dell'iniziativa Teeb, uno studio finanziato dalla Commissione Ue sul valore economico degli ecosistemi e della biodiversità, e del'lpbes, l'equivalente dell'Ipcc della biodiversità, e di Aree marine protette.

Per quanto riguarda gli Ogm, la Commissione a Lussemburgo presenta il collegamento tra il nuovo approccio alla coltivazione degli Ogm e le richieste precedenti del Consiglio ambiente. «Con il nuovo approccio - spiega la Commissione - il sistema di autorizzazione in tutta l'Ue rimane pienamente armonizzato e viene ulteriormente migliorato, in linea con le conclusioni del Consiglio del 2008. Inoltre, il rafforzamento della valutazione del rischio e delle funzioni di monitoraggio sono le priorità chiave per la Commissione». La Commissione ha anche presentato una nota informativa al Consiglio sullo stato di attuazione di queste conclusioni.

Sul cambiamento climatico il Consiglio dovrebbe adottare delle conclusioni che definiscano le proposte dell'Ue alla Conferenza Unfccc di Cancun, basandosi sull'approccio graduale della Commissione Ue delineato in una comunicazione già a marzo, puntando ad un accordo globale giuridicamente vincolante nel quale i Paesi sviluppati e i Paesi in via di sviluppo più avanzati si impegnino ad analoghe riduzioni ed azioni per ridurre le loro emissioni di gas serra. Una proposta che ha già avuto il netto no dei Pesi Basic (Brasile, Sudafrica, India e Cina). Comunque la maggioranza dei ministri dell'ambiente europei sembra incline «A migliorare le disposizioni internazionali esistenti, al fine di promuovere una maggiore integrità ambientale e l'efficienza nella riduzione delle emissioni. Il Consiglio riesaminerà anche le opzioni delineate dalla Commissione Europea per andare oltre il 20% di riduzioni delle emissioni di gas serra entro il 2020, cosa alla quale l'Italia si è già detta contraria. La Commissione Ue informerà il Consiglio sulle future iniziative per preparare un percorso verso un'economia a basse emissioni di carbonio, per l'adattamento ai cambiamenti climatici, sulle metodologie di calcolo delle emissioni di CO2 nel suolo, nonché sulla promozione della cattura e sequestro di carbonio all'interno dell'Emission trading system dell'Ue. La Commissione dovrebbe presentare anche la relazione sui progressi compiuti in materia di obblighi dell'Unione europea nel quadro del Protocollo di Kyoto.

Oltre ai "soliti" temi i ministri dell'ambiente si trovano anche a dover discutere delle lezioni da trarre dalla fuoriuscita di fanghi rossi tossici in Ungheria, degli aiuti di Stato all'industria mineraria e di una relazione della Repubblica Ceca sulla a la settima conferenza Eurobats sulla protezione dei pipistrelli e di gestione dei rifiuti biodegradabili.

Torna all'archivio