[14/10/2010] News

A Capo Verde il primo grande impianto eolico dell'Africa

LIVORNO. Il 7 ottobre la Banca europea di investimenti (Bei) e la Banca africana per lo sviluppo  (Bafd) si sono accordate per la concessione di 45 milioni di euro per la progettazione, costruzione e gestione di impianti eolici terrestri su quattro delle isole di Capo Verde, l'arcipelago indipendente a 550 km al largo delle coste occidentali africane. La Bei spiega che «Si tratterà del primo progetto eolico su grande scala e del primo partenariato pubblico-privato che sostiene le energie rinnovabili nell'Africa subsahariana».

L'eolico era già presente a Capo Verde dal 1994 con qualche pala, ma fino ad ora  forniva solo il 2% del fabbisogno elettrico delle isole. Il progetto è stato oggetto di attenti studi di impatto ambientale (Nella foto una dei tecnici di InfraCo al lavoro) e di valutazione delle risorse eoliche e i diversi impianti saranno interconnessi alla rete elettrica ad alta tensione e dovrebbero essere operativi entro la fine del 2011, con la creazione di molti posti di lavoro in un Paese dove l'emigrazione e la disoccupazione sono un vero e proprio flagello. Il progetto eolico fornirà oltre 28 MW ed aiuterà la poverissima Capo Verde a raggiungere il suo ambizioso obiettivo di produrre entro il 2012  il 25% dell'energia con fonti rinnovabili, percentuale che la piccola Repubblica insulare vuole portare al 50% entro il 2020.

I campi eolici verranno progettati da InfraCo, un'impresa britannica finanziata dal Private infrastructure development group, con il sostegno di alcuni donatori di fondi internazionali, in particolare IrishAid e la Banca mondiale, così come di organismi che si occupano di sviluppo di Olanda, Austria, Svizzera e Svezia, il tutto nel quadro di un accordo pubblico-privato tra lo Stato e la compagnia elettrica di Capo Verde, l'Electra.  Il progetto sarà costruito e gestito da  Cabéolica, una società che comprende il governo di Capo Verde, Electra, InfraCo, Africa Finance Corporation (Afc) e Finnfund, e il suo presidente Fabio D. Borba, spiega che «Questo progetto proietta Capo Verde al rango di capo-fila africano in materia di produzione di elettricità rinnovabile e la partnership pubblico-privato messa in campo in questo Paese sarà studiata attentamente e riprodotta nell'insieme della regione».

Il progetto si basa su moderne tecnologie di produzione di energia elettrica messe a punto dalla Vestas e punta a sostituire gran parte delle importazioni di petrolio e diesel nell'arcipelago, ottenendo così un abbassamento dell'inquinamento e delle emissioni di gas serra, ma anche un miglioramento dell'accesso all'elettricità a Capo Verde e una riduzione netta della fattura petrolifera. L'eolico potrebbe davvero diventare l'energia della ex colonia portoghese e dalle isole sbarcare in Africa.

La Bei presterà 30 milioni di euro e la Bafd 15 milioni, l'intero progetto costerà 65 milioni di euro ed è la punta di diamante del documento strategico per l'energia 2008-2013 che hanno concordato Ue e Capo Verde. L'accordo è stato firmato a Washington dal  vice presidente della Bei, Plutarchos Sakellaris, dal presidente della Bafd,  Donald Kaberuka, e dalla ministro delle finanze di Capo Verde, Cristina Duarte che  ha detto : «Capo Verde è felice di accogliere il primo progetto eolico di grandi dimensioni in Africa, che permetterà al nostro Paese di produrre il 50% della sua elettricità a partire da energie rinnovabili entro il 2020. Ringraziamo la Bei e la Bafd per il loro appoggio finanziario e il knowhow senza i quali questo progetto non sarebbe possibile».

Kaberuka ha sottolineato che «I cambiamenti climatici minacciano lo sviluppo sostenibile e la realizzazione degli Obiettivi del millennio per lo sviluppo in Africa. Tuttavia, i cambiamenti climatici offrono anche delle nuove motivazioni e delle nuove possibilità per l'Africa nella prospettiva di uno sviluppo a basso tenore di carbonio, dato che una crescita sostenibile suppone un accesso a diverse fonti di energia che siano affidabili, finanziariamente abbordabili, pulite e rinnovabili».

Negli ultimi 5 anni la Bei ha accordato finanziamenti per oltre 8,6 miliardi di euro a progetti africani e i suoi interventi nell'Africa subsaharina sono regolamentati dall'accordo di Cotonou. Nel 2009, la Banca europea di investimenti ha destinato 17 miliardi di euro di prestiti alla lotta contro i cambiamenti climatici, in  particolare a progetti per la riduzione delle emissioni di CO2. Secondo Sakellaris «Questo progetto piazza l'energia eolica in una posizione di alternativa concorrenziale in rapporto al diesel tradizionalmente utilizzato per produrre elettricità a Capo Verde. Permettendo ai piccoli Stati insulari di sfruttare le energie rinnovabili, contribuiamo alla lotta mondiale contro i cambiamenti climatici. La collaborazione stretta tra la Bei e la Bafd illustra il valore aggiunto che apportano i finanziamenti pubblici a lungo termine ai progetti delle energie rinnovabili in una congiuntura economica delicata».

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