[18/10/2010] News toscana

Ptc di Lucca: Italia Nostra chiede la tutela dell’inedificato

LUCCA. La provincia di Lucca ha avviato il procedimento per la revisione del suo Piano territoriale di coordinamento (Ptc). La l'architetto Roberto Mannocci, presidente di Italia Nostra di Lucca, ha inviato un contributo riguardante la necessità di tutelare le aree in edificate identificate come aree di interesse ambientale, aree umide, aree fluviali e aree agricole. Italia Nostra non rinuncia alla sua polemica contro gli impianti di energia rinnovabile, anche se questa volta chiede  di elaborare precise norme per dare regole alla loro localizzazione.

L'associazione annuncia osservazioni più corpose al Ptc, intanto vi proponiamo il testo del contributo di Mannocci.

Aree di interesse ambientale. Evidenziamo la recente costituzione del Sito di importanza Comunitaria (SIC) "Padule di Verciano/Prati alle Fontane/Padule delle Monache" che va a riconoscere e tutelare la elevata valenza ambientale di un'ampia porzione di territorio, che si svolge lungo i Canali Ozzeri e Rogio e l'area verde adiacente all'acquedotto del Nottolini e che si snoda a sud/est del territorio urbanizzato. A tale proposito è indispensabile che si assegni al nuovo Ptc il compito di una completa protezione della stessa area, protezione rigorosamente prescrittiva nei confronti della pianificazione comunale, e in particolare richiediamo: A. che sia valutata la possibilita' di ampliamento del Sito Comunitario, estendendo la tutela sia alle aree a Nord (lungo il corso del Canale Ozzoretto, lungo le anse che lo stesso segna in zona Sorbano, Mugnano e S.Filippo), sia a Sud, creando un collegamento (corridoio ambientale) con il Sito dei Bottacci in località Guamo; B. che siano totalmente riviste le seguenti attuali previsioni di sviluppo viario che interferiscono in modo diretto o che sono pericolosamente limitrofe a queste aree. B.1. L'asse di viabilità urbana (come da vigente R.U.del Comune di Lucca) che partendo dall‟area Bertolli (proseguendo per via della Formica) la congiunge con la Via di Sottomonte in loc. Guamo. Questo asse, frutto di previsioni degli anni „70/‟80, è stato confermato nel vigente R.U. del 2004; lo stesso è previsto intersecare l'area di interesse Comunitario in zona Pontetetto, tagliando le zone piu' delicate e di maggior valenza ambientale del sito. Chiediamo lo stralcio di questo asse per la palese interferenza nell'area SIC e per il manifesto contrasto con la Normativa comunitaria di tutela. B.2. L'asse viario previsto dal R.U. e dal P.S. del Comune di Capannori nelle frazioni di Toringo, Parezzana e Carraia: tale asse pur non tagliando l‟area protetta, come il precedente, scorre parallelo alla stessa a brevissima distanza creando una pesantissima interferenza ambientale in quanto è noto come spesso tratti viari siano suscitatori e catalizzatori di successivi appetiti edificatori.

Richiediamo che tale asse est-ovest venga previsto piu' a Nord con un tracciato in adiacenza all‟autostrada Firenze/Mare, potendo così svolgere la sua funzione di smistamento dei flussi di traffico tra aree industriali e al contempo, tramite un tracciato più lineare, permettere di non interferire con un vasto territorio agrario inedificato.

Aree umide e fluviali. E‟ compito del Ptc coordinare e indirizzare i singoli piani comunali nel recepire la piena salvaguardia delle aree umide e fluviali che da un lato, per loro natura, presentano un alto valore ambientale/ecologico, dall'altra si trovano molto spesso ad essere inserite in zone di eccessivo sviluppo urbanistico soprattutto di natura industriale/artigianale.  Segnaliamo l'abnorme pressione che lo sviluppo di zone industriali ha creato a ridosso del corso del Fiume Serchio nella Media ed Alta Valle, a causa della difficile morfologia collinare dei luoghi e del mito che "non c'è sviluppo senza industrializzazione", con serio danno per l‟identità territoriale, la sicurezza idraulica e i valori paesaggistici del principale corso d'acqua della provincia.  Citiamo appena i casi di Diecimo, Socciglia, Borgo a Mozzano, Barga, Castenuovo... A questa urbanizzazione delle aree golenali e fluviali si è accompagnata l‟urbanizzazione acritica e speculativa dei territori attraversati dalla viabilità fondovalliva il cui scopo fondamentale di costituire un indispensabile funzionale asse di scorrimento rischia di essere perso per sempre se non si pongono obblighi perentori alle condiscendenze delle amministrazioni comunali. Anche nella Piana Lucchese diverse urbanizzazioni industriali sono avvenute incoerentemente a ridosso di contesti di altissima valenza ambientale (si citano la zona industriale al margine dell'area protetta del lago di Sibolla ad Altopascio, l'area Pip di Carraia (sviluppatasi in aderenza al canale Rogio), l'area Industriale di Mugnano (cresciuta a ridosso e lungo le anse del canale Ozzoretto).....  Per queste aree industriali si richiede una rivalutazione attenta circa le loro previsioni per il loro palese contrasto con gli adiacenti sistemi di alta valenza ambientale, impedendone ogni ulteriore sviluppo e prevedendo, anzi, indispensabili e drastiche misure di mitigazione del loro impatto. Una particolare valenza riveste l'area agricola e naturalistica del Serchio con le sue aree ancora inalterate nella fascia immediatamente a nord ovest di Lucca (S.Alessio, Monte S.Quirico, Morianese) che in gran parte conserva il paesaggio storico delle corti rurali (vero e proprio sistema insediativo che altrove è quasi totalmente perso per l‟edificazione sparsa, permessa e favorita nell'ultimo cinquantennio). Suggeriamo anche qui che gli strumenti urbanistici di pianificazione (provinciale e comunale) riconoscano il valore paesaggistico ambientale di questa "campagna lucchese‟ contigua al fiume Serchio da ripristinare e valorizzare con un programma di dismissione e allontanamento di tutti gli elementi funzionali incongrui (cave, impianti per la lavorazione degli inerti, impianti industriali di Monte S. Quirico/S.Alessio...). Questa Associazione ritiene culturalmente e ambientalmente non procrastinabile la presa di coscienza della necessità di tutelare e valorizzare il sistema insediativo agrario delle corti lucchesi nei pochi episodi ove questo è rimasto (come appunto nelle fasce fluviali). Sono sicuramente da potenziare con norme urbanistiche consone gli accordi recenti tra varie AA.CC. e Autorità di Bacino del Serchio per liberare le aree golenali dai molteplici impianti per la lavorazione degli inerti che costeggiano il fiume lungo tutto il suo percorso. Per questi, infatti, occorre prevedere quanto prima nuove consone collocazioni affinché tali accordi siano concretamente attuabili e la loro realizzazione non sia rimandata alle calende greche. Su questo tema può essere fondamentale il ruolo pianificatorio della Provincia e del PTC nell‟individuare nuove collocazioni idonee in un panorama più ampio anche al di fuori degli stretti limiti municipali attualmente interessati.

Territorio agrario. Oggi tutto il territorio agrario (sia coltivato che in abbandono) riveste grande importanza ambientale. Questa Associazione ha molto apprezzato l'idea di Parco Agricolo recentemente illustrata durante un convegno di codesta Amministrazione. Dopo l'abbuffata edilizia dell‟ultimo cinquantennio, dopo lo scriteriato consumo di suolo è importante il recupero del ruolo produttivo dell‟agricoltura anche come risanamento urbano/territoriale. Operazione che non sarà facile soprattutto nell‟area della Piana lucchese ove occorrerà chiarire bene alla molto spezzettata proprietà terriera che l‟aspirazione a vedere che il proprio campo possa divenire "murativo" è pura illusione e che la destinazione agricola non è una "non funzione in attesa di qualcosa", ma rappresenta un preciso e indelebile ruolo urbano e di risanamento urbano.

E in questo senso è indispensabile elaborare precise norme per dare regole alla localizzazione degli impianti per le energie rinnovabili (fotovoltaico ed eolico) che oggi stanno investendo aree agricole di pregio e/o importanti dal punto di vista paesaggistico. L'attuale rincorsa ad utilizzare aree agricole (coltivate o in abbandono) in prossimità del Serchio (v. caso di Monte S. Quirico) o di centri storici montani (v. caso di Sillico) per il fotovoltaico a terra pone l'urgenza di una regolamentazione. Così come regole ferree di tutela paesaggistica sono richieste per governare la rincorsa agli impianti eolici (v. caso di Minucciano) .

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