[19/10/2010] News

Cina: 5 anni per costruire una società “moderatamente prospera”

LIVORNO. Dopo che gli alti papaveri del Partito comunista cinese (Pcc) hanno dato il via libera lunedì alle linee guida per lo sviluppo della Cina per i prossimi 5 anni (2011-2015), che probabilmente avevano scritto loro, chiedendo di migliorare il livello di vita della popolazione cinese (che è nelle loro mani da più di 70 anni...), il segretario generale del Comitato centrale del Pcc, Hu Jintao, ha reso noto un rapporto di attività a nome dell'Ufficio politico del Comitato centrale del Pcc  durante la sessione plenaria di 4 giorni iniziata il 15 ottobre (Nella foto). Dietro questa elaborata procedura burocratica carica di simboli di una rivoluzione contadina-proletaria ormai dimenticata c'è la necessità di esaminare ed approvare (o meglio ratificare) le proposte riguardanti l'elaborazione del nuovo Piano quinquennale di sviluppo, che ormai ha ben poco a che vedere con quelli di epoca staliniano-maoista, ma rappresenta la road map del futuro prossimo di quella che sarà la prima potenza economica del pianeta.

In un comunicato reso pubblico alla fine del Comitato centrale si legge che «Degli sforzi dovranno essere sviluppati per assicurare e migliorare le condizioni di vita della popolazione e stabilire in maniera graduale un sistema di servizi pubblici fondamentali adatti alla situazione della Cina e che coprano sia le regioni urbane che rurali». Un chiaro riferimento al crescente baratro sociale che divide ricchi e poveri e campagne e città. Ad oltre 70 anni dalla grande marcia comunista il Pcc «Si impegna a migliorare il lavoro, a costruire delle relazioni di lavoro armoniose e a "riaggiustare" in maniera ragionevole la distribuzione dei redditi. La parte delle entrate personali nella distribuzione dei redditi nazionali deve essere aumentata, e quella della remunerazione del lavoro nella distribuzione primaria deve ugualmente essere accresciuta».

Quel che preoccupa il regima comunista è una vera e propria bomba a tempo che nei Paesi del blocco sovietico si è innescata solo dopo il crollo del "socialismo reale": «Il sistema di sicurezza sociale che copre sia le regioni rurali ed urbane deve essere rafforzato ed il ritmo della riforma sanitaria deve essere accelerato». Quel che non dice il Pcc è che il sistema sanitario pubblico quando va bene è una finzione e che in alcune aree rurali (sempre quando va bene) si è rimasti ai "medici scalzi". Una cosa che una potenza emergente che si dice ancora "socialista" non si può permettere.

Dalla diciassettesima riunione del Comitato centrale del Pcc è emersa una convinzione di inaspettata prudenza in un Paese che cresce a ritmi di 10 punti di Pil all'anno, ma che forse è anche la spiegazione della longevità del regime: «I prossimi 5 anni, dal 2011 al 2015, saranno une tappa critica per la costruzione di una società cinese moderatamente prospera in tutti i settori». Le tre parole "società moderatamente prospera" sembrano destinate ad accompagnare e forse piano piano a sostituire quelle della "società dello sviluppo armonioso" e la spiegazione sta tutta nel comunicato finale del Comitato centrale: «Stabilendo il dodicesimo Piano quinquennale, il Pcc deve adattarsi ai cambiamenti interni ed internazionali e rispondere alle attese della popolazione di un miglioramento del livello di vita. Il periodo del XII Piano quinquennale sarà anche un periodo ricco di sfide nel processo di riforma e di apertura all'estero e nell'accelerazione della trasformazione del modo di sviluppo economico. Il Partito deve prendere il concetto di sviluppo scientifico come idea direttrice, l'accelerazione della trasformazione del modello di crescita come linea direttrice, approfondire la riforma e l'apertura e salvaguardare e migliorare il livello di vita del popolo, al fine di stabilire una base decisiva necessaria alla costruzione di una società moderatamente prospera. La Cina si trova sempre in un periodo importante ricco di opportunità strategiche durante il quale può realizzare cose enormi. La nazione ha davanti sia delle preziose opportunità storiche che dei rischi e delle sfide prevedibili e imprevedibili». Quindi avanti piano, con giudizio, puntando sullo sviluppo del mercato interno e ammantando con le bandiere rosse un atteggiamento da prudente amministratore delegato di una multinazionale in espansione. Il Pcc naturalmente chiede che siano riconosciuti i meriti della crescita rapidissima che naturalmente vengono attribuiti alle scelte lungimiranti dell'undicesimo Piano quinquennale (superato dalla realtà del turbo-capitalismo-comunista cinese) «Compreso lo sviluppo rapido della produttività sociale, il rafforzamento considerevole della potenza nazionale in generale  e il miglioramento rimarchevole del livello di vita del popolo».

Ma se è il Partito a dare la linea ufficialmente, è il Consiglio degli affari di Stato (il governo centrale costituito quasi esclusivamente dagli stessi uomini del Pcc) a fissare gli obiettivi di crescita, ed uno dei più importanti riguarda le nuove "industrie strategiche". Il Piano di sviluppo annunciato indica che «il valore aggiunto delle nuove industrie strategiche dovrebbe contribuire fino all'8% del prodotto interno lordo entro il 2015». Secondo il Consiglio degli affari di Stato le nuove industrie comprendono «Le energie alternative, le biotecnologie, le tecnologie dell'informazione di nuova generazione, la produzione di attrezzature e materiali avanzati, le auto a carburanti alternativi, il risparmio energetico e la protezione dell'ambiente. Il valore aggiunto di queste industrie dovrà rappresentare il 15% del Pil del Paese entro il 2020. Questa misura punta a migliorare le industrie e ad accelerare il ritmo di ristrutturazione economica». Una ristrutturazione che sembra avvenire in corsa mentre le economie dei Paesi sviluppati sono ancora in stallo o procedono a vista.

Il governo cinese a chiesto a tutti i settori economici e industriali interessati di «Sviluppare la ricerca sulle tecnologie in questione e sostenere le imprese che creano delle filiali all'estero». L'agenzia ufficiale Xinhua spiega che «Anche gli investitori stranieri sono invitati a realizzare delle società a capitale di rischio e ad investire in queste nuove tecnologie strategiche. Il governo incoraggerà le istituzioni finanziarie, le società a capitale di rischio e i fondi di entità private a finanziare questi settori».

Forse ci vorrà un po' più del protezionismo economico e della montante xenofobia anticinese per fermare la corsa del panda verso la società "moderatamente prospera" promessa da un piano quinquennale che sembra un'inesorabile rinoceronte asiatico, ma non certo in via di estinzione.

Torna all'archivio