[19/10/2010] News

Nucleare francese. Areva condannata per inquinamento

LIVORNO. La Socatri/Areva è accusata di aver sversato l'8 luglio 2008 circa 75 kg di uranio in due fiumi, cioè in una sola giornata la quantità massima autorizzata per 27 anni. Nei corsi d'acqua vennero scaricati 30 m3 di reflui carichi di uranio che contaminarono anche le acque superficiali e le falde freatiche, provocando l'interruzione della distribuzione di acqua potabile e ordinanze di divieto di balneazione in luoghi molto frequentati. Il 14 ottobre il Tribunal correctionnel di Carpentras ha condannato la società al pagamento di una multa di 40.000 euro. Secondo le informazioni in possesso di Réseau "Sortir du nucléaire"  «L'accusa ha deciso di fare appello sulla sentenza resa in prima istanza contro Areva/socatri».

In effetti il tribunale ha accolto solo molto parzialmente le pesanti prove contenute nella requisitoria del Procuratore, che aveva chiesto 100 mila euro di multa e la chiusura dell'unità produttiva coinvolta. Infatti il tribunale di Carpentras non ha tenuto in considerazione l'inquinamento dei fiumi provocato dall'incidente nucleare di Tricastin a Bollène e la Socatri è stata condannata a 40.000 euro di ammenda solo per aver omesso di dichiarare subito l'incidente all'Autorité de sûreté nucléaire (Asn).

Per la Fédération d'associations environnementales (Fne), la sentenza è «Insoddisfacente perché considera che l'inquinamento radioattivo Rodano, che si è certamente verificato, non ha avuto conseguenze sull'ambiente!». Secondo Nathalie de Stefano, giurista e direttrice dell'Urvn, una delle associazione che aderiscono alla Fne, «Questa società ha una notevole capacità finanziaria. E' responsabile di qualsiasi negligenza sia stata commessa e la società non è sanzionata per l'inquinamento avvenuto!». Fne, Rnv hanno annunciato che faranno appello e "Sortir du Nucléaire'', che si era già costituito parte civile, pensa di fare altrettanto e chiede ispezioni indipendenti su tutti i siti nucleari di Tricastin'. Secondo Maître Busson, avvocato di "Sortir du nucléaire", «Areva ha approfittato di una falla della regolamentazione», la sentenza mite del tribunale è dovuta al fatto che «In Francia non ci sono norme di potabilità dell'acqua per quel che riguarda l'uranio o i materiali radioattivi, ci sono solo delle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che raccomandano di non andare al di là dei 15 micron-grammi/litro d'uranio nell'acqua. Abbiamo dossier sull'acqua di rubinetto che era a 70 micron-grammi diversi giorni dopo l'inquinamento, ma per costituire un reato occorre dimostrare che questo aveva come conseguenza quello di renderla inadatta al consumo e un'acqua inadatta al consumo è un'acqua che non è a norma. Ma non ci sono delle norme». L'allibito Busson ha potuto solo chiedere di mettere una pezza a questo scandalo giuridico che permette di inquinare con l'uranio l'acqua potabile.

Dalla vicenda "Sortir du Nucléaire" ha ricevuto solo 8.000 euro come risarcimento danni e la pubblicazione della sentenza sui giornali La Tribune e Vaucluse Matin. Ma rende noto che la sentenza mite è avvenuta nonostante «Un'ispezione inaspettata dell'Asn del 10 giugno 2010 abbia ancora rilevato delle negligenze riguardanti l'intangibilità del bacino di ritenzione».

Intanto Greenpeace France e "Sortir du nucléaire" hanno fatto un appello comune contro il "Train d'enfer" (treno dell'inferno) un trasporto radioattivo record previsto per il 5 e 6 novembre 2010, che trasporterà 11 container di scorie altamente radioattive prodotte dal ritrattamento eseguito da Areva dei combustibili nucleari esausti tedeschi. Il convoglio nucleare lascerà La Hague (Manche) per ritornare in Germania, dove le scorie verranno stoccate provvisoriamente in un hangar nel sito di Gorleben, in Bassa Sassonia, in attesa di una "soluzione". Le due associazioni dicono: «Né a La Hague né a Gorleben: oggi non esiste nessuna soluzione soddisfacente per la gestione delle scorie radioattive. Se La Hague non è un luogo di stoccaggio soddisfacente, Gorleben non lo è di più. Queste scorie devono tornare al loro luogo di produzione, perché il nucleare è una scelta dalla quale ognuno deve assumersi le conseguenze morali, politiche, finanziarie e ambientali. Queste scorie devono quindi logicamente ritornare a chi le invia. In questo caso, le centrali nucleari appartengono ai Quattro grandi produttori di elettricità tedeschi».

Secondo gli ambientalisti è «Il trasporto più radioattivo del mondo: nessun trasporto che cumula in una sola volta altrettanta radioattività è mai stato realizzato. Le radiazioni radioattive emesse da 11 container "Castor" comportano un rischio di irradiazioni per I ferrovieri e le popolazioni limitrofe al percorso dove passerà il convoglio. Il ritrattamento delle scorie nucleari è direttamente responsabile della concentrazione fenomenale di radioattività in questo convoglio». Greenpeace e "Sortir du nucléaire" ricordano ai francesi che questa spedizione record è solo una delle migliaia che circolano ogni anno in Francia e che «Tutti i trasporti di materiali altamente radioattivi comportano rischi reali. Però le popolazioni locali non sono informate del passaggio dei convogli, così come dei rischi associati. Sotto la copertura del "tri sélectif" del "recyclage", Areva nel suo impianto di La Hague, fa aumentare il volume delle scorie radioattive prodotte (per una tonnellata ritrattata, sono prodotti circa 65 m3 di scorie), la contaminazione ambientale (scarichi gassosi e liquidi) ma anche i rischi di proliferazione (estrazione di plutonio)».

Gli ambientalisti hanno ottenuto la fine del ritrattamento delle scorie tedesche in Francia, ma restano ancora centinaia di tonnellate di scorie tedesche stoccate in attesa di una soluzione, a La Hague così come in altri centro di stoccaggio della Manche o dell'Aube. Réseau "Sortir du nucléaire" e Greenpeace stanno organizzando una grande mobilitazione per il 5 e 6 novembre lungo il tragitto del "Train d'enfer": Manche, Calvados, Eure, Seine Maritime, Somme, Pas de Calais, Nord, Aisne , Ardennes, Meuse, Moselle, Meurthe et Moselle, Bas Rhin, e in particolare nelle città di Caen, Rouen, Amiens, Arras, Nancy, Strasbourg. «il nostro obiettivo - spiuegano gli ambientalisti - non è di interferire con questo convoglio ma di fare luce sulle false soluzioni dell'industria nucleare per gestire queste scorie, che sia a Gorleben,  a La Hague (Manche)  o anche a Bure (Meuse)».

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