[20/10/2010] News

Riaccesi i reattori sperimentali Enea della Casaccia. Ma anche la Lombardia fa dietrofront e dice no al nucleare

LIVORNO. Il Centro Ricerche Casaccia, il più grande complesso di laboratori e impianti dell'Enea, compie i suoi primi cinquanta anni e per festeggiare il mezzo secolo di attività ha pensato bene di riavviare ufficialmente e portare a criticità i due reattori Training research isotopes general atomics-Reattore casaccia 1T (Triga) e Taratura pila rapida a potenza (Tapiro), pronti per nuove attività di ricerca e sviluppo.

«L'evento si inquadra nel rinnovato impegno dell'Agenzia Enea nel fornire, in sintonia con le decisioni del Governo in materia energetica, sostegno tecnico e scientifico alla crescita delle capacità e delle competenze del mondo industriale nazionale. Oggi, come cinquant'anni fa - spiega l'Enea - "la Casaccia" diventa il cuore della ricerca nucleare applicata in Italia, nonché il luogo nel quale formare i tecnici italiani nel campo dei reattori nucleari. Anche dopo l'uscita dell'Italia dal programma nucleare, il Centro non ha mai abbandonato la sua iniziale vocazione. In tutti questi anni ricercatori e tecnici hanno continuato a lavorare all'interno di infrastrutture di ricerca e impianti di qualificazione industriale, mantenendo quell'insieme di conoscenze e competenze che rappresentano oggi un patrimonio di invidiabile valore».

Che il riavvio abbia sia un preciso segnale politico. Lo ha sottolineato il sottosegretario del ministero dello Sviluppo, Stefano Saglia, presente alla manifestazione per i 50 anni della Casaccia: «Il ritorno al nucleare richiede ingenti attività di ricerca e sviluppo tecnologico e rappresenta un'opportunità industriale e occupazionale per il nostro Paese, che ci permetterà di essere in linea con gli altri paesi industrializzati occidentali dotati di impianti nucleari. Sarà l'Enea a svolgere un ruolo fondamentale di supporto tecnico e scientifico per le scelte governative in tema di sicurezza nucleare e di sostegno all'industria italiana che opera nell'ambito del programma nucleare, grazie al grande bagaglio di competenze e conoscenze sviluppate in cinquanta anni di attività di ricerca e sviluppo nel settore della fissione nucleare. Inoltre, l'Enea avrà un ruolo di primo piano nel campo della formazione, perché dovrà organizzare corsi specialistici per futuri tecnici e operatori di centrale nucleare, da realizzare in collaborazione con le università, offrendo la possibilità di fare esperienza diretta nelle sue strutture di ricerca e nei suoi impianti nucleari».

Musica per le orecchie del Commissario dell'Enea Giovanni Lelli, che ha sottolineato: «L'Enea, nel suo nuovo ruolo di Agenzia è in grado di rispondere alle esigenze che il rilancio del nucleare pone al sistema Paese e di supportare lo sviluppo tecnologico necessario alle industrie italiane per essere competitive a livello internazionale in questo settore. In tutti questi anni, l'Enea ha continuato a svolgere attività di ricerca e sviluppo nel settore della fissione nucleare, e ha ampliato le proprie competenze con la partecipazione a programmi internazionali pluriennali. L'Enea con le sue strutture, ed in particolare con il Centro Ricerche Casaccia dove sono in funzione i due reattori sperimentali Triga e Tapiro, mette a disposizione le proprie competenze per lo sviluppo di sistemi avanzati per impianti nucleari innovativi, per le prove di qualificazione nucleare di sistemi e di componenti necessari a certificare l'industria che opera nel settore nucleare, per la formazione di tecnici in strutture uniche in Italia».

Non sono proprio d'accordo i Verdi che definiscono una "farsa" il modo in cui si è voluto celebrare l'annioversario della Casaccia. Un gruppo di militanti del Sole che Ride in tuta bianca ha innalzato cartelli con le scritte "Sì al solare, no al nucleare" e "Solare, sì grazie" e una foto del presidente del Consiglio colorato di verde e la scritta "Berlusconi radioattivo". Per Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi per la Costituente ecologista, alla Casaccia «Va in scena l'ennesimo teatrino del ritorno al nucleare, riattivando due vecchi reattori di ricerca, Tapiro e Triga, costruiti negli anni settanta. Si tratta dell'ennesima mossa propagandistica delle lobby nucleari in Italia, dopo la nomina di Umberto Veronesi ai vertici dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare che non trovano di meglio che aggrapparsi ai relitti dell'epoca nucleare, nel tentativo spingere il nucleare nel nostro Paese. Avremmo voluto sentire dall'Enea, anziché le stucchevoli celebrazioni del cinquantenario del nucleare, parole concrete circa l'effettiva messa in sicurezza dei circa i 6.300 metri cubi di scorie radioattive presenti in Casaccia, che rappresentano la più grande concentrazione in Italia e tra le quali si trovano 60 m3 di pericolosissimo Plutonio e che sono stati oggetto negli anni passati di diversi incidenti che allarmarono non poco la popolazione. Noi Verdi siamo presenti alla Casaccia per dire No al Nucleare e opporci al folle progetto di questo Governo che desidera riportare l'Italia agli scenari energetici del secolo scorso. Il governo si appresta ad avviare il nucleare, vedremo quando e dove, come un'economia di Stato finanziata con tasse che gli italiani pagheranno. E' incredibile che si faccia questo all'Enea, l'ente che doveva condurre la ricerca sulle energie alternative».

Intanto il governo deve incassare un no pesantissimo al nucleare che arriva dalla regione più importante economicamente del Paese, la fedelissima Lombardia: il presidente della Lombardia Formigoni (dopo quello del presidente della provincia di Milano, Guido Podestà, sempre Pdl) ha respinto decisamente la proposta del neo ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, di realizzare una centrale atomica in Lombardia.

Le parole di Formigoni sembrano copiate da quelle di Legambiente Lombardia: «La Lombardia ha praticamente raggiunto l`autosufficienza energetica, quindi in questo momento non c`è bisogno di centrali di nessun tipo». Naturalmente Formigoni non è contrario al nucleare, ma sempre naturalmente... devono farlo da un'altra parte... Il gioco del cerino acceso continua ed ogni governatore di regione lo ripassa al governo.

Teoricamente sono rimasti ancora disponibili il Friuli-Venezia Giulia (sta investendo sull`energia atomica della centrale nucleare sloveno-croata di Krsko) e il Piemonte, ma c'è da giurare che appena l'ipotesi diventerà reale inizieranno i distinguo. Il nucleare è bello, pulito, economico, moderno, essenziale per lo sviluppo del Paese... ma da noi non si può proprio fare, ci dispiace!

Hanno detto uno ad uno la Polverini (presidente del Lazio dove c'è la Casaccia), Cappellacci, Zaia,  che si sono accodati alla chetichella alle 11 regioni (Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Basilicata, Piemonte, Lazio, Calabria, Marche, Emilia-Romagna e Molise) contrarie alla scelta nucleare del governo Berlusconi-Bossi. Parafrasando un vecchio adagio: contraddizioni in seno al Popolo della libertà.

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