[20/10/2010] News

Terzigno, la Caporetto della politica

FIRENZE. Il presidente del Consiglio vorrebbe inviare un libro alle famiglie italiane sui primi due anni del suo governo. Non vogliamo commentare questa iniziativa ma ci domandiamo: la questione rifiuti in Campania sarà inserita tra le cose risolte e portate a termine?

Anche se le responsabilità storiche su questa criticità in quella regione non sono ascrivibili tutte al governo centrale e ovviamente a questo ultimo esecutivo, è bene che nessuno si prenda "alti" meriti per aver liberato momentaneamente alcune strade dai rifiuti.

Perche due anni dopo sono di nuovo piene di nettezza e perché la guerriglia urbana in corso in quell'area non lascia spazio a prese di posizione superficiali. Le tensioni e i tafferugli a Terzigno, nel napoletano, dove gli abitanti della zona si oppongono all'apertura di una seconda discarica all'interno del Parco nazionale del Vesuvio segnalano un forte disagio sociale in quelle aree e la "Caporetto" della politica tutta, che non ha saputo gestire il problema andando ad aumentare le distanze tra amministratori e amministrati, tra enti locali e governo centrale.

Non è mancato quindi lo spazio per l'inserimento della criminalità organizzata che allo smaltimento (illecito) dei rifiuti ha sempre gettato un occhio di riguardo anche se in questo caso, a detta di alcuni commentatori (ed anche di esponenti delle forze dell'ordine) pare che non c'entri molto. Intanto il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo ammette: «Mi sento in difficoltà: da due anni cerco di avere i fondi per le compensazioni. Inutilmente, e in queste ore servirebbero per stemperare il clima».

Per Prestigiacomo «non ci sono nobili ragioni dietro questi attacchi: sono malumori incivili che non c'entrano con il territorio. Se non si mette mano ai due termovalorizzatori si ripiomba nell'emergenza. Le discariche in questa fase di transizione sono una soluzione non felicissima ma necessaria, con l'impegno di bonificare poi le aree interessate. Resta il fatto che la Regione ha il dovere di accelerare l'iter per costruire i due impianti».

Il ministro invita quindi nuovamente le altre province campane a non abbandonare Napoli (ma nessuno vuole i rifiuti della città partenopea) e si rivolge al suo esecutivo: «Credo che sia doveroso che il governo faccia la sua parte: dobbiamo onorare le compensazioni che ora potrebbero stemperare il clima».

Deplorando la violenza da chiunque sia fatta e ribadendo che gli abitanti di quel territorio hanno bisogno di risposte e di chiarezza, Legambiente entra nel merito del problema: «Se è vero che occorre trovare altre discariche per far fronte all'emergenza attuale - hanno dichiarato Vittorio Cogliati Dezza e Michele Buonomo, rispettivamente presidente nazionale e regionale di Legambiente - è altrettanto vero che si rischia di vedere un film già visto. Per l'ennesima volta torniamo a ribadire che senza interventi strutturali, quella attuale rischia di essere, nuovamente, la penultima emergenza rifiuti in Campania. I cittadini non possono continuare a sopportare le "eco balle" del Governo, che ha spacciato per soluzione definitiva l'apertura di mega discariche, oggi in via d'esaurimento, e l'inaugurazione dell'impianto d'incenerimento di Acerra che dopo un anno e mezzo continua a funzionare poco e male».

«Bisogna che una volta per tutte - continuano Cogliati Dezza e Buonomo - si completi il sistema impiantistico dando priorità assoluta al trattamento organico dei rifiuti, si estenda a tutta la Campania la raccolta differenziata domiciliare, come è avvenuto in molti comuni, come Salerno e Avellino, e si applichino politiche serie di riduzione dei rifiuti. I cittadini e gli amministratori virtuosi che in questi anni coraggiosamente sono riusciti a raggiungere cifre ragguardevoli di raccolta differenziata sono stufi di proclami, inaugurazioni e balletti di cifre. Chiedono concretezza e fatti che possono essere realizzati in poco tempo, senza sperperare soldi pubblici come è avvenuto in passato e senza ricorrere a fallimentari soluzioni come i commissariamenti» concludono gli esponenti di Legambiente.

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