[21/10/2010] News

Senatori Pd: «Bene la ricerca, no al nucleare vecchio e pericoloso di Berlusconi»

ROMA. Secondo i due senatori ecodem del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, «La riaccensione dei reattori nucleari nel centro dell'Enea a Casaccia sarà una  buona notizia per la ricerca italiana se gli stessi saranno usati bene e  non  piegati   alle  logiche  della  politica  avventurista dell'attuale Governo. Con  uno  dei  due  rettori  infatti  si possono esplorare  tecnologie  per  i reattori di quarta generazione che potrebbero forse  consentire in futuro di costruire nuove centrali elettronucleari che ricicleranno  il  combustibile  riducendo ad una frazione poco rilevante la produzione   di  scorie  purché  la  ricerca  sia  supportata  da  adeguati finanziamenti. I due piccoli reattori nucleari dell'Enea inoltre potrebbero costituire  un utile campo di ricerca e sperimentazione per applicazioni in vari campi, tra cui quello importantissimo delle tecnologie mediche, purché non  si  faccia  propaganda  ma si dicano quanti investimenti in ricerca si vuole   impiegare  e  si  evidenzi  attualmente  il  numero  di  tecnici  e ricercatori. Invece è di questi giorni la denuncia del sindacato  per  cui sembrerebbe che la situazione di "cassa" dell'Agenzia è assai  preoccupante,  soprattutto  a  causa dell'ultimo "taglio" operato in applicazione  della  manovra  di  luglio. Tanto che sembrerebbe che per far fronte  a questa emergenza, l'amministrazione abbia deciso di non rinnovare i  contratti  a tempo determinato e gli assegni di ricerca in scadenza e di non  attivare  graduatorie di concorsi. Inoltre un rilancio del processo di ricerca e innovazione chiaramente non dovrebbe avere a nulla a che fare con i  vecchi e pericolosi reattori atomici di terza generazione che il governo Berlusconi  vorrebbe  piazzare  nel  nostro  Paese,  contro  la volontà dei cittadini».

La presa di posizione dell'ex presidente e dell'ex direttore di Legambiente probabilmente faranno storcere il naso a molti no-nuke puri e duri, ma quella di Della Seta e Ferrante non sembra un'apertura al cosiddetto "Rinascimento" nucleare italiano, ma la riaffermazione del principio che la ricerca scientifica deve continuare anche nel campo dell'atomo, infatti i due senatori del Pd concludono: «Il  ritorno  al  nucleare  del governo Berlusconi è destinato a un costoso fallimento,  perché  gli  italiani non hanno nessuna intenzione di mettersi sotto  casa  i  vecchi  reattori  francesi  Areva  e  le scorie che emanano radioattività per centinaia di anni. Ne  è  la prova il fatto che anche un pasdaran  del  centrodestra come Formigoni ha già detto di essere contrario alle centrali in Lombardia».

Anche le grandi associazioni ambientaliste nazionali (Greenpeace e Legambiente comprese) non sembrano essere molto preoccupate del riavvio dei reattori di ricerca, della Casaccia. Chi invece protesta sono i Verdi per la Costituente Ecologista che ieri erano davanti all'Enea «Per contestare il nucleare e evidenziare l'esclusiva valenza propagandistica della presunta riaccensione dei reattori di ricerca Tapiro e Triga, realizzati nei primi anni settanta».

Ma anche secondo il Presidente dei Verdi e capogruppo in Regione Lazio Angelo Bonelli «Il presunto riavvio dei due reattori sperimentali che è avvenuto all'Enea, e contro il quale abbiamo manifestato davanti alla Casaccia, è una pura falsità perché in realtà i due reattori non si erano mai fermati e hanno sempre prodotto radiofarmaci per uso medico. La lobby nucleare in Italia in realtà non ha nulla da dire di nuovo e si aggrappa a delle vere e proprie reliquie del passato - i due reattori Triga e Tapiro sono degli anni settanta, poiché i reattori nucleari che il Governo Berlusconi vuole realizzare in Italia saranno importati chiavi in mano dalla Francia».

Sulla la nomina di Paolo Romani a ministro dello sviluppo economico con il mandato di rilanciare il nucleare, Bonelli ha commentato: «La scelta del nucleare in Italia è puramente ideologica, e sono incredibili i voli pindarici che fa il sottosegretario Stefano Saglia nel tentativo di giustificare questa scelta. Saglia dovrebbe evitare di invocare il Protocollo di Kyoto quando non c'è, per l'ennesima volta, certezza circa un provvedimento efficace per l'efficienza energetica come la detrazione del 55% ed ha il dovere di fronte ai cittadini di confermare la lista dei siti che abbiamo reso nota, a cominciare da quello di Montalto di Castro dove sorgerà la più grande centrale nucleare d'Italia che farà, assieme alle scorie radioattive stoccate alla Casaccia, che sono state oggetto di un serio incidente nel 2007, per 6.300 metri cubi, più 60 metri cubi di velenoso Plutonio e 900 metri cubi di scorie a Latina, la regione a più alto rischio atomico d'Italia».

Il Commissario Enea, Giovanni Lelli, ha ribattuto: «I rifiuti di prima e seconda categoria hanno una vita media breve e una bassa attività; vengono conservati in depositi di superficie finché non perdono la loro radioattività. Alla Casaccia sono conservati in condizioni di assoluta sicurezza, considerando che nel centro lavorano 1.200 persone e che la zona circostante è molto popolata».

Ma ieri hanno protestato anche i precari dell'ente con cartelli appesi al collo sui quali si leggeva: "L'Enea accende i reattori vecchi di 50 anni e spegne la ricerca" e "I ricercatori precari sono l'energia del futuro".

I Verdi sottolineano che «Sono 300, infatti, i precari, ricercatori affermati, che l'Enea sceglie di mandare a casa senza rinnovare i contratti. In particolare, la contestazione nasce per un quiz preselettivo che si è svolto lo scorso 15 ottobre. Secondo quanto si apprende i temi di esame sono stati resi noti solo a ridosso della prova, giudicata "troppo generica"». Secondo i precari «Non solo non sono stati valutati aspetti come le competenze e l'esperienza ma la prova non ha richiesto neanche un titolo di studio minimo. Il risultato è che molte persone con anni di esperienza non sono stati prese».

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