[22/10/2010] News toscana

Domani a Firenze la seconda giornata dedicata all'Interdipendenza

FIRENZE. Sono in corso a Firenze presso il Convitto della Calza, le Giornate dell'Interdipendenza (si concluderanno domani), seminari organizzati da Acli, Comunità di Sant'Egidio, Focsiv, Legambiente, Movimento politico per l'unità/Focolari,Regione Toscana, realizzati grazie al patrocinio della Federazione nazionale della Stampa e al sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.

Tra i temi che hanno caratterizzato la prima giornata i percorsi di integrazione, le politiche interculturali, l'immigrazione e lavoro. «Il mondo dell'informazione oggi ha un peso enorme nel favorire i processi di interdipendenza nelle nostre città- ha dichiarato Roberto Natale presidente della Federazione nazionale della Stampa- Basti pensare allo spazio diverso che il giornalismo spesso ha concesso ai fatti di cronaca a seconda che l'immigrato sia vittima o carnefice, alimentando così nuove ossessioni e la paura del diverso nell'opinione pubblica. Nei media, attualmente, si tende infatti a ritenere ‘notizie' solo le brutte notizie, senza considerare che non può essere informazione solo l'orrore del mondo. Con questo non voglio dire che bisogna dare solo una visione ‘rosa' della realtà, cancellandone le bruttezze, ma è necessario dare rilievo anche al positivo, raccontando anche esperienze di dialogo per favorire un atteggiamento meno chiuso, regressivo, spaventato».

Tra i temi affrontati l'esame delle dinamiche sociali nelle città italiane, in cui si confrontano culture differenti e in cui la globalizzazione offre opportunità di scambio di conoscenze. «Attualmente nessuna delle crisi economica, energetica e climatica possono essere affrontate senza gli strumenti della cooperazione - ha sottolineato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - Ma per alimentare un fenomeno di interdipendenza al positivo in Italia è necessario ripartire dal territorio, dando la possibilità agli stranieri di vivere negli stessi quartieri degli italiani, abbandonando così il concetto di zonizzazione delle città, nato negli anni ‘50, che ha alimentato la nascita di quartieri-ghetto, come Chinatown. L'integrazione infatti parte dalla coesistenza territoriale, ma passa anche per il diritto al voto, autentico modo per alimentare il senso d'appartenenza ad un Paese. E' per questo che se si vuole incoraggiare l'integrazione influire sulla composizione del consiglio comunale costituisce un primo importante passo» ha concluso Cogliati Dezza.

Domani, ad aprire la giornata di studio sarà un focus sull'area del Mediterraneo, dove il termine interdipendenza assume come principale accezione quello di immigrazione. Saranno presenti: Maurizio Ambrosini (direttore rivista Mondi migranti), Domenico Mogavero (vescovo di Mazara del Vallo, CEI/migranti), Izzedin Elzir (presidente Ucoii), Agnese Di Pietrantonio (Poliambulatorio di Emergency, Palermo), Luciana Delfini (Università di Roma), Chiara Certomà (ricercatrice Scuola Superiore S. Anna Pisa), Daniela Ropelato (Mppu-Focolari).

Torna all'archivio