[22/10/2010] News toscana

Dal riciclo della lana delle pecore, la produzione di pannelli termoisolanti per la bioedilizia

FIRENZE. Le pecore della Maremma protagoniste al "Salone del gusto di Torino", organizzato da Slow-food. Recuperare la lana dalla tosatura delle 220.000 pecore allevate in provincia di Grosseto per destinarla in parte alla realizzazione di capi d'abbigliamento tradizionali e il resto alla produzione di pannelli termoisolanti per la bioedilizia, è l'obiettivo .del progetto "Med-Laine, A la recherche des coulers et des tissus de la Méditerranée".

L'iniziativa è finanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale nell'ambito del "Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Marittimo", e coinvolge, oltre alla provincia di Grosseto, Cnr Ibimet, le province di Sassari e del Medio Campidano in Sardegna, la provincia del Nord della Corsica con la Chambre de Métiers et de l'Artisanat de la Haute Corse.

«Questo progetto di ricerca e innovazione sull'utilizzo dei prodotti agricoli no food - ha sottolineato il presidente della provincia di Grosseto, Leonardo Marras - è un'opportunità interessante per i nostri allevatori di ovini, perché può dare vita ad una filiera originale, che consente di recuperare la lana della tosatura, che oggi è semplicemente un "rifiuto speciale", contribuendo ad integrare il reddito delle aziende agricole in un momento di grande difficoltà per il settore primario.

La sperimentazione per la messa a punto di prototipi di filati da destinare ai prodotti sartoriali tradizionali e di pannelli termoisolanti per la bioedilizia, sta dimostrando che è possibile promuovere azioni innovative applicate alle microimprese e Pmi dell'agricoltura, dell'artigianato e del turismo sostenibile, migliorandone produzione e commercializzazione dei prodotti di qualità» ha concluso Marras.

Il progetto interessa il settore dell'abbigliamento (tra l'altro per la tintura delle stoffe è prevista la sperimentazione dell'utilizzo di essenze di tintorie naturali ricavate ad esempio da melograne, zafferano, dafne, elicriso, robbia e reseda) e quello della bioedilizia. Infatti si stanno verificando le modalità di utilizzo degli scarti di lavorazione della lana per realizzare pannelli termici e materiali isolanti destinati al ciclo produttivo di questo settore con vantaggi per l'ambiente.

Ad oggi la lana delle pecore da latte è considerata un rifiuto speciale che viene pagato 50 centesimi al chilo, un prezzo che non remunera nemmeno il costo della tosatura. Considerato che in media da una pecora si ricava un chilo e mezzo di lana, dalle 220.000 pecore allevate in provincia di Grosseto ogni anno vengono prodotte 330 tonnellate di lana grezza che potrebbero essere utilizzate come materia prima, invece di essere smaltite come rifiuto speciale. 

Torna all'archivio