[25/10/2010] News toscana

Massa Carrara: segnali preoccupanti per le piccole imprese del settore biologico

FIRENZE. Pare che la crisi economica e la difficoltà di spesa delle famiglie vada ad influire in qualche misura anche sulla crescita del settore biologico. Il dato è ristretto al territorio della provincia di Massa Carrara ma molto probabilmente è estendibile ad altre aree della regione e del Paese. Dopo anni di crescita verticale del settore, lo studio della Coldiretti provinciale presentato in occasione del Bio Day, ha messo in evidenza una parziale battuta d'arresto.

Le aziende biologiche passano infatti dalle 90 attive in provincia nel 2008 alle 81 nel 2009. In controtendenza però aumentano le superfici iscritte al biologico che passano dai 585 ettari del 2007 ai 675 ettari del 2009 con una crescita importante nella zona di costa che raggiunge i 15 ettari a biologico per effetto delle certificazioni di coltura viticole. In aumento anche le produzioni bio come l'apicoltura e l'olivicoltura.

Le grandi imprese quindi si consolidano mentre le piccole fanno fatica a rimanere sul mercato e la Lunigiana si conferma il territorio a maggior vocazione biologica della provincia (670 ettari e 66 operatori biologici). L'obiettivo del convegno promosso dalla Coldiretti è stato duplice: «sfatare il mito di una produzione di lusso e per pochi - ha spiegato il direttore provinciale Francesco Ciarrocchi, - ma far passare il concetto di un prodotto di altissima qualità e di alto valore etico e sociale; dall'altro favorire l'inserimento di più prodotti biologici nel circuito della filiera corta, e quindi, nei mercati di Campagna Amica e nelle mense delle scuole. L'agricoltura tradizionale e biologica sono la faccia della stessa medaglia, e non due entità separate. Da qui, partendo proprio dall'indagine, l'esigenza di costruire un progetto specifico per le aziende biologiche del territorio per arginare la tendenza da parte dei piccoli imprenditori che in questi ultimi anni hanno rinunciato, o rinunciano alla certificazione, cercando di assicurare il necessario supporto tecnico ed organizzativo utile per risolvere problematiche e complessità crescenti che il settore ha evidenziato» ha concluso Ciarrocchi.

Ed è proprio la filiera corta a rappresentare uno stimolo per le aziende: «la filiera corta - ha ribadito il presidente provinciale, Vincenzo Tongiani - può essere uno stimolo per il bio e per le imprese che hanno garantito un canale commerciale forte e radicato sul territorio. E una sicurezza per chi consuma. I punti di forza del progetto hanno come principio ispiratore quello di creare un servizio dedicato (verrà presentato entro la fine dell'anno) mettendo a sistema le risorse disponibili (assistenza tecnica, formazione, divulgazione etc) per sostenere le imprese certificate nella loro attività, oltre ad assicurare le informazioni necessarie a coloro che vogliono intraprendere per la prima volta il percorso bio» ha concluso il presidente.

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