[25/10/2010] News

Haiti: il colera sotto le macerie e il mistero degli aiuti americani

LIVORNO. Mentre i morti di colera si contano a centinaia ad Haiti e lo spettro di un'epidemia devastante fa tremare i poolsi alle Ong umanitarie che presidiano un Paese ancora ridotto in macerie, hanno fatto scalpore negli Usa le rivelazioni dell'Associated Press che alle vittime del terremoto non è arrivato nemmeno un centesimo degli 1,15 miliardi di dollari promessi dagli Stati Uniti durante la Conferenza dei donatori organizzata dall'Onu a marzo.

L'Ap attribuisce gran parte della colpa al senatore repubblicano dell'Oklaoma Tom Coburn che si è opposto in ogni modo alla legge che autorizzava questa spesa. Ma Coburn accusa i liberal del partito democratico di utilizzare la storia di Haiti per mettere in cattiva luce la sua campagna per la "prudenza fiscale".

Ma il senatore conservatore è ora il bersaglio di indignate trasmissioni televisive che, di fronte alle immagini della nuova tragesdia che arrivano da Haiti, cercano di capire il «Mistero internazionale» e denunciano «L'obiezione segreta» di Coburn al progetto di legge Secondo il noto presentatore della Msnbc Keith Olbermann, Coburn «Ha commesso un vero crimine verso il popolo haitiano e facendolo a nome del popopolo degli Stati Uniti».

Ma davvero tutto può essere attribuito ad un reazionario senatore americano? L'agenzia stampa umanitaria dell'Onu, Irin, non ne è convinta e ha svolto una piccola indagine per scoprire che è vero che Coburn ha bloccato 500 milioni di dollari dei fondi per Haiti, di cui il Paese più povero dell'emisfero occidentale aveva un gran bisogno, «Ma non è stato lui a ritardare gli 1,15 miliardi di dollari che il Segretario di Stato Hillary Clinton aveva promesso tra gli applausi alla conferenza dei donatori della Nazioni Unite. Questo denaro è stato incluso in una legge di finanziamento allegata che è stata adottata dalle due Camere del Congresso, dopo mesi di andata e ritorno tra i diversi uffici, ed è stata firmata dal presidente Barack Obama il 29 luglio et 2010».

Per aiutare Haiti l'Amministrazione Obama aveva chiesto al Congresso parecchio di più: 2,8 miliardi di dollari, Secondo un rapporto del Servizio ricerche del Congresso del 6 agosto, la versione definitiva della legge H.R. 4899, P.L. 111-212 comprendeva in totale 2,93 miliardi di dollari divisi in 3 categorie 1,642 miliardi destinati ai soccorsi urgenti; 1,140 miliardi alla ricognizione ed alla ricostruzione (i soldi promessi dalla Clinton) e 147 milioni ad operazioni diplomatiche.

A settembre l'United States agency for international development (Usaid) assicurava che più di 1,1 miliardi di dollari degli 1,642 stanziati per I soccorsi di emergenza ad Haiti erano stati spesi, invece gli 1,140 millardi per la ricostruzione non hanno mai lasciato la cassaforte del Tesoro Usa, «Perché la maggior parte di questo aiuto non può essere sborsato fino a che il Segretario di Stato non ha indicato alle diverse commissioni del Congresso la maniera esatta in cui questo denaro verrà speso e come sarà gestito il controllo dei fondi».

L'Irin sottolinea che «Il Senatore Coburn non ha niente a che vedere con il blocco di questi fondi».

La Clinton sarebbe al lavoro per rispettare le condizioni imposte dalla legge e un suo portavoce ha spiegato che «Sta ancora lavorando su queste questioni con le commissioni competenti. Abbiamo condotto tutta una serie doi riunioni nella capitale per assicurare il coordinamento e la consultazione». Poi ha assicurato che entro poco il governo Usa riprogrammerà «Circa 300 milioni di dollari per la fase iniziale della ripresa ad Haiti... per porre le basi di uno sviluppo sostenibile a lungo termine. Pensiamo di essere presto in grado di sbloccare il nostro aiuto alla ricostruzione»

Dal canto suo Coburn accusa l'amministrazione Obama e la burocrazia dell'esecutivo di essere responsabili dei ritardi per i fondi per la ricostruzione: «Almeno più di 10 settimane sono trascorse da quando il progetto di legge è stato votato, il Segretario di Stato sembra aver rispettato la condizione dello sblocco dei fondi solo questa settimana» , scriveva il 7 ottobre, quando l'ombra del colera cominciava appena a spuntare su Haiti.

Ma Irin sottolinea che questo non cambia nulla per la colpa di Coburn di aver bloccato 500 milioni di dollari destinati ad Haiti che fanno parte di un altro "pezzo" degli aiuti: la legge sull'autonomizzazione, l'assistenza e la ricostruzione di Haiti, adottata dalla Commissione affari esteri del Senato il 25 maggio. Il senatore dell'Oklaoma si è opposto perché la creazione di un nuovo incarico di consigliere e coordinatore della politica Usa farebbe raddoppiare gli impiegati con compiti già affidati all'ambasciata americana ad Haiti e perché i 500 milioni «Dovrebbero essere compensate con tagli in programmi di minore priorità del budget annuo smisurato del governo federale che raggiunge I 3,7 trilioni di dollari. E' irresponsabile autorizzare una nuova sopesa per la quale il denaro non è disponibile, perché il risultato sarebbe quello di abbassare il livello di vita negli Statio Unitio e di mettere la nostra nazione nell'incapacità di fornire aiuto quando in futuro colpiranno disastri ed altre crisi».

Probabilmento Coburn non ha battuto ciglio quando si è trattato di finanziare con trilioni di dollari le guerre in Iraq ed Afghanistan e le atrocità che sta rivelando Wikileaks.

Secondo Irin al Congresso Usa sono in corso negoziati con Coburn per trovare una soluzione «Aspettando, Haiti continua a soffrire. Anche altri Paesi hanno ritardato l'invio dei loro aiuti per la ricostruzione - scrive l'agenzia Onu - E' stato ricevuto meno del 15% del denaro promesso alla Conferenza dei donatori per il 2010-2011». Dan Beeton, del Center for economic and policy research di Washington, è preoccupato:«Il tergiversare degli americani in material di fornitura dei fondi di aiuto stabilisce un precedente negative. Questo potrebbe scoraggiare altri Paesi, alcuni dei quali hanno senza dubbio nettamente meno denaro, ma che altrimenti può essere che sarebbero più inclini a condividerlo, a sostenere Haiti nel momento in cui il Paese ne ha più bisogno».

Torna all'archivio