[29/10/2010] News

Agricoltura "climate-smart" per evitare la crisi alimentare prossima-ventura

ROMA . Secondo il nuovo rapporto della Fao "Climate-Smart' agriculture: policies, practices and financing for food security, adaptation, and mitigation" «l'agricoltura nei Paesi in via di sviluppo deve diventare "intelligente" di fronte ai cambiamenti climatici se vuole raccogliere la sfida che consiste nel nutrire un mondo più densamente popolato e più caldo».

Il rapporto, pubblicato nel quadro della Conferenza mondiale su agricoltura, sicurezza alimentare e cambiamento climatico che si terrà in Olanda dal 31 ottobre al 5 novembre, presenta lo scenario atteso: un mondo dove i cambiamenti climatici riducono la stabilità e la produttività dell'agricoltura e le entrate economiche in diverse regioni del pianeta che già oggi si confrontano con elevati livelli di insicurezza alimentare, ma dove la produzione agricola mondiale dovrà aumentare del 70% nei prossimi 40 anni per soddisfare i bisogni alimentari di una popolazione in espansione.

Il vice-direttore della Fao, Alexander Mueller, a capo del dipartimento risorse naturali dell'Agenzia alimentare dell'Onu, spiega che «Accrescere la produzione agricola, ridurre le perdite post-raccolto e migliorare i canali di distribuzione del cibo nel mondo in via di sviluppo hanno sempre rappresentato delle grandi sfide. Il cambiamento climatico mette l'asticella ancora più in alto. Una grande trasformazione dell'agricoltura è necessaria. Comunque sia, non dobbiamo dimenticare che esistono già molte pratiche intelligenti ed efficaci di fronte al clima e che è possibile applicarle largamente nei Pesi in via di sviluppo, così come rivela questo rapporto».

La Fao descrive diversi settori in cui sono necessari dei cambiamenti: «L'agricoltura deve produrre più cibo, meno rifiuti e facilitare agli agricoltori l‘avvio dei loro prodotti ai consumatori. L'agricoltura deve diventare più resistente a perturbazioni quali le inondazione e le siccità; a questo riguardo, conviene migliorare sia la gestione dell'agricoltura che l'utilizzo delle risorse naturali come l'acqua, le terre e le foreste, i nutrienti del suolo e le risorse genetiche. La vulnerabilità delle comunità agricole alle catastrofi legaste al clima deve essere ridotta. Da qui la necessità dei sistemi di allerta e di assicurazione per aiutarli a far fronte al cambiamento climatico. Infine, l'agricoltura deve trovare dei mezzi per ridurre il suo impatto sull'ambiente, in particolare la riduzione delle sue emissioni di gas serra, senza compromettere per altro la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale».

Per far questo sono necessari investimenti considerevoli per colmare quello che la Fao definisce un baratro di dati e conoscenze, per sviluppare la ricerca e le tecnologie appropriate ed offire degli incentivi per assicurare che le pratiche agricole "climate-smart" vengano adottate ed attuate. Saranno necessari anche finanziamenti per mettere in piedi servizi di informazione nazionali della popolazione rurale, spesso trascurati ma indispensabili per dare un sostegno istituzionale e formazione agli agricoltori nella loro transizione verso un'agricoltura intelligente per mitigare gli effetti del global warming. La Fao però avverte che «Le risorse attualmente disponibili sono insufficienti per finanziare gli sforzi miranti ad aiutare l'agricoltura e gli agricoltori a far fronte al cambiamento climatico, in particolare nel mondo in via di sviluppo. Il cambiamento climatico aumenterà i bisogni di investimenti necessari per raggiungere la sicurezza alimentare, ma le risorse dei finanziamenti attualmente disponibili sono nettamente insufficienti e i finanziamenti climatici, sia esistenti che in discussione, non tengono conto esplicitamente delle esigenze specifiche dell'agricoltura dei paesi in via di sviluppo. E' poco probabile che le risorse pubbliche o private da sole saranno sufficienti, dei metodi innovative amalgamanti di queste risorse costituiranno delle sfide per i meccanismi di finanziamento».

Il rapporto cita le stime della Banca mondiale relative al costo dell'adattamento al cambiamento climatico dell'agricoltura nei Paesi in via di sviluppo: da 2,5 a 2,6 miliardi di dollari all'anno tra il 2010 e il 2050, mentre per l'Unfccc i flussi i flussi finanziari supplementari necessari per gli investimenti in "resilienza" in agricoltura in questi Paesi sarebbero di 14 miliardi di dollari all'anno fino al 2030.

La Fao chiede maggiore coerenza nell'elaborazione di politiche per l'agricoltura, la sicurezza alimentare e il cambiamento climatico: «Le politiche in questi tre settori hanno un impatto sui sistemi di produzione dei piccoli contadini e una mancanza di coerenza impedirebbe loro di trarre vantaggio dalle sinergie».

Il rapporto evidenzia «La necessità di stabilire deoi meccanismi che instaurino un dialogo tra i decisori politici che operano in questi settori. Bisogna migliorare i meccanismi di trasmissione dei dati, della scienza e della conoscenza agli agricoltori, al fine che questi ultimi si adattino ai nuovi dati. I sistemi di volgarizzazione agricola hanno, in passato, giocato un ruolo chiave per disseminare l'informazione le le conoscenze rea gli agricoltori, ma in molti Paesi in via di sviluppo sino da molto tempo pericolanti. Il sistema Farmer Field School, messo a punto dalla Fao, offre un canale supplementare per promuovere il trasferimento di conoscenze e l'adozione di tecniche agricole intelligenti di fronte al cambiamento climatico».

L'agricoltura "climate-smart" ha bisogno di efficaci sistemi di diritto di uso ed accesso alle risorse e di diritti di proprietà certi, essenziali per migliorare la gestione delle risorse naturali, ma anche di nuove forme si assicurazioni accessibili ed abbordabili che aiuteranno gli agricoltori ad attenuare gli effetti del cambiamento climatico.

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