[02/11/2010] News

India: arrestate 600 persone che protestano contro la pił grande centrale nucleare del mondo

LIVORNO. In India continuano le proteste contro il progetto della Nuclear power corporation of India limited (Npcil), l'impresa nucleare pubblica indiana, di costruire la più grande centrale nucleare del mondo (10.000 MW) a Jaipur, nel distretto di Ratnagiri, sulla costa meridionale del Maharastra. Il colossale impianto dovrebbe ositare sei grandi reattori nucleari acquistati dalla multinazionale pubblica francese Areva, insomma un incontro al massimo livello di quello che gli americani chiamano "socialismo nucleare", per indicare l'industria atomica foraggiata e sostenuta con i soldi dello Stato.

Secondo Karuna Raina, responsabile per nucleare ed energia di Greenpeace India, «Oltre ai rischi inerenti al nucleare, il progetto minaccia la sopravvivenza di circa 10.000 contadini e pescatori e delle loro famiglie».

Ieri più di mille persone locali hanno protestato contro il progetto Npcil-Areva, rischiando volontariamente l'arresto e lunghe e ulteriori conseguenze giuridiche. «Il messaggio è chiaro dice Karuna - vogliono la loro terra e le loro attività di pesca, non il misero indennizzo offerto dalla compagnia nucleare. 600 persone sono già state caricate sui pullman della polizia e trascinate in prigione. Almeno più di 700 continuano la protesta pacifica, rischiando l'arresto».

La polizia indiana ha addirittura bloccato le vie di accesso alla manifestazione "jail bharo" e al sito dove è prevista la realizzazione della centrale e fermato ed arrestato ai posti di blocco sull'autostrada, a 20 km dal sito, diverse persone tra le quali un ex giudice della Corte Suprema, P B Sawant, e il vincitore del premio Magsaysay, l'ex ammiraglio L Ramdas, che volevano unirsi alla protesta.

Karuna Raina spiega che «Il progetto Jaitapur è caratterizzato da una negligenza scioccante: dalla scelta di un sito a rischio terremoto e di valore ecologico, un calendario che lascia tempo insufficiente per riesaminare i rischi della progettazione dei reattori nucleari, non ancora in funzione in tutto il mondo. A causa di questi e di molti altri difetti dei reattori comporterebbe rischi inaccettabili. La popolazione del posto è contro l'acquisizione forzata delle sue terre da parte del governo. Pensano che la loro terra abbia molto più valore di un lavoro alla Npcil e di qualche soldo al posto della terra. Le popolazioni locali hanno respinto all'unanimità il pacchetto di compensazioni offerte dal governo».

Anche al giudice dell'Alta Corte BG Kolse-Patil e a Vaishali Patil, la leader del Konkan Vinashkari Prakalp Virodhi Samiti, il movimento che si batte contro la centrale nucleare di Konkan, è stato vietato di raggiungere la "jail bharo" a Jaitapur per esprimere solidarietà agli abitanti dei villaggio che rifiutano a offerte di lavoro e indennizzi in cambio dei loro terreni. L'ultimo compensation package comprende 2 Rs crore (20 milioni di rupie) per ciascuno dei villaggi interessati, con un importo annuo di 25 Rs lakh (2.500.000 rupie) per villaggio e un lavoro fisso per i parenti degli agricoltori o 5 Rs lakh di indennizzi, equivalenti a 375 o 750 giornate di lavoro a seconda del reddito degli agricoltori.

Alla manifestazione contadini e pescatori hanno fatto un falò del revised compensation package annunciate il 16 ottobre dal ministro delle finanze indiano Narayan Rane, il cui figlio Nilesh è eletto al parlamento di New Delhi proprio nel collegio elettorale di Ratnagiri-Sindhudurg. Il governo ha avviato 4 anni fa la procedura di acquisto di 981 acri di terreni nei villaggi di Madbhan, Karel, Niveli, Worliwada e Mithgavane, ma le proteste sono mano a mano aumentate. Gli abitanti dei villaggi hanno presentato 500 obiezioni durante l'udienza pubblica condotta dal Ratnagiri collector e dal ministro dell'ambiente indiano Jairasm Ramesh che aveva assicurato che non avrebbe dato nessuna autorizzazione ambientale alla mega-centrale nucleare fino a che tutte le domande poste dagli abitanti dei villaggi non avessero avuto risposte soddisfacenti.

Secondo Kolse-Patil il divieto di manifestare contro la centrale nucleare «E' una presa in giro della democrazia» ed ha annunciato un ricorso all'Alta corte contro le ordinanze di divieto emesse dal magistrato distrettuale ai sensi del paragrafo 144 (3), del Code of Criminal Procedure (Crpc), «Se anche questo non funziona, andremo avanti con la nostra visita e l'arresto tribunale».

La section 144(3) del Crpc autorizza un magistrato ad imporre restrizioni alla libertà personale degli individui, sia in una località specifica o in un'intera città, «In cui la situazione possa potenzialmente causare disordini o pericolo per la pace e la tranquillità».

Un noto avvocato difensore dei diritti umani, Mihir Desai, ha detto che «Il divieto è del tutto ingiustificato in quanto le persone hanno il diritto di protestare pacificamente. La Section 144(3) viene usurpata tutti i giorni», diverse organizzazioni, come Human Rights Lawyers' Collective, Konkan Vinashkari Prakalp Virodhi Samiti, Lokayat of Pune e Yusuf Meherally Centre, hanno condannato il divieto di protestare contro le centrali nucleari.

Kolse-Patil ha ricordato che durante la protesta anti-Enron nel 1997, per lui e Medha Patkar era stato emesso un divieto simile di avvicinarsi a Guhagarh e che per questo Amnesty International e Human Rigts Watch . Ora siamo alle solite: un giudice ha vietato a diverse personalità ed attivisti di Ong indiane di entrare nel distretto di Thane, dopo che gli abitanti del villaggio di Bhayander hanno dato il via ad una protesta contro la realizzazione di una discarica sul loro territorio. Il divieto è stato sospeso dalla High Court, ma è stato l'esempio per l'emissione di altre ordinanze simili.

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