[04/11/2010] News

Idee e attualitą scientifica del dibattito sulla tutela del paesaggio

GENOVA. Normative e finanziamenti sui parchi, realizzazione di un'autostrada, tutela del paesaggio e le iniziative che, numerose, sorgono a testimoniare un dibattito crescente. Comune ad ogni ambito e tema- e anche ad ogni realtà territoriale italiana - sul fronte della tutela della biodiversità e dello sviluppo sostenibile, si accompagna l'urgenza di stabilire un piano d'azione che trovi direttive solide e prospettive orientati a sosteniblità e sviluppo. Ed è nell'intento di tenere insieme una multifattorialità costituitiva e problematica che è possibile approcciare riflessioni più ampie, che caratterizzano l'attualità del dibattito scientifico, diviso tra impegno teorico ed "orizzonti" green e finanziamento etico.

E' proprio con il titolo "Orizzonti" che in questi giorni a Genova, al Festival della Scienza, si discute in modo vario della difficoltà di contenere e coordinare una complessità che si dimostra polo necessario di confronto, e di impegno, nell'ordine di una crescita produttiva che sia equa e gestibile.

In principal modo è nella descrizione di modi nuovi con i quali vivere e promuovere un "orizzonte sostenibile", un "buon uso del mondo", che vari pensatori, tecnici, scienziati ed artisti si confrontano in questi giorni, nella principale porto della Liguria.

In particolare il filosofo Salvatore Natoli, ordinario presso l'Università degli studi di Milano-Bicocca, intervenuto domenica presso la Biblioteca Berio, nel centro storico genovese, ci invita a riflettere sul concetto di "vincolo", sia esso storico, sociale, umano, ma in prima sede etico. "Proprio delle società umane, e dell' animale uomo, è infatti produrre ed alterare un ambiente" ci ricorda il filosofo, "eppure lo stesso ambiente che creiamo in qualche modo ci modifica, perché modifica le coordinate delle nostre vite in senso materiale, e la nostra percezione della realtà". Così il nostro vivere condiziona i contesti naturali in cui viviamo, e i condizionamenti sono a loro volta portatori di stadi di sviluppo successivi.

Tenendo presente la natura spontanea di questa relazione, che intercorre tra noi, gli oggetti e i mutamenti che normalmente produciamo, è dunque necessario e imprescindibile interrogarsi sulle prerogative, sugli input dati alla ricerca scientifica. In quanto animali dotati di abilità tecniche e scientifiche ci spetta infatti il compito di comprendere i moti del nostro sviluppo: per Natoli comprendere come "facciamo" il mondo è forse l'unica chiave da cercare per direzionare al meglio i nostri potenziali produttivi.

Secondo il filosofo se il mondo che facciamo "ci fa", a mezzo della complessità dei fattori e delle cause che lo compongono, per le società umane è importante mantenere un confronto e una valutazione continua sulle scoperte scientifiche, un dibattito appunto. Solo tramite questo infatti è possibile creare nuove forme di consapevolezza rispetto a ciò che ci circonda: porsi "la domanda sul senso di quello che facciamo, sul dove andiamo" costituisce il primo passo. Creare un'opinione, "una base comune e consapevole di abitare nel nostro mondo", permetterebbe infatti di creare "buoni orizzonti" per il futuro del pianeta, scardinando dall'interno il "senso di onnipotenza legata al progresso indiscriminato", al finanziamento lucroso, al risparmio poco lungimirante, integrando al nostro ruolo di "attori", una consapevolezza storica e pratica, ingrediente per una migliore gestione delle risorse.

 

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