[04/11/2010] News toscana

Arno, lavori in corso: il punto a 44 anni dall'alluvione di Firenze

FIRENZE. Nel quarantaquattresimo anniversario dell'alluvione di Firenze, evento che in realtà mandò sott'acqua gran parte della Regione, è stata resa nota dall'assessore all'ambiente Anna Rita Bramerini (Nella foto), l'intesa tra ministero dell'Ambiente e Regione Toscana (per ora è stato stilato il verbale e l'accordo sarà ratificato nei prossimi giorni) per 126 milioni di euro da destinare ad interventi tesi a ridurre i rischi di frane e alluvioni in Toscana.

Lo Stato stanzierà 67 milioni e la Regione 58 per tre linee di intervento: riduzione del rischio idraulico (57 mln), riduzione del rischio idrogeologico (21 mln), difesa dei centri abitati dall'erosione costiera (48 mln). Parte di questi finanziamenti circa 20 milioni di euro sono destinati al bacino dell'Arno. E a proposito di Arno il punto sui "Lavori in corso" nel bacino è stato fatto oggi a Firenze per ricordare anche l'alluvione del 1966. «L'Arno oggi è più sicuro rispetto a quel tragico evento- ha dichiarato il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli- ma per metterlo in sicurezza bisogna completare il lavoro. Grazie alla collaborazione con la Regione Toscana e al lavoro dell'Autorità di bacino, qualche anno fa abbiamo individuato le priorità per ridurre sensibilmente il rischio nel bacino perché è impossibile mettere tutto in sicurezza ci vorrebbe una cifra enorme, che nessun governo ha mai avuto a disposizione, anche se bisogna ammettere che cifre simili  poi vengono stanziate per riparare i danni».

Il riferimento del ministro è all'Accordo di programma del 2005 quello cosiddetto dei 200 milioni di euro, che ora sono diventati quasi 300. «Dal 2009 su quell'accordo di programma lavora una cabina di regia composta dal ministero dell'Ambiente, dalla Regione Toscana e dall'Autorità di bacino del fiume Arno- ha informato Gaia Checcucci segretario generale dell'Autorità di bacino - è uno strumento di supporto, di persuasione e di controllo verso gli enti locali che devono realizzare gli interventi e che ha introdotto una certa flessibilità per i finanziamenti che saranno spostati dove prima si riescono ad utilizzare, dove la progettazione è più avanzata».

Infatti, se su quell'accordo sono stati stanziati circa 110 milioni di euro (più di 60 la Regione e un po' meno il ministero) non tutti i soldi sono stati utilizzati a causa di "normali" ritardi burocratici, di ritardi nella progettazione, di inefficienze. Invece come dimostrano le tristi cronache di questi giorni è necessario avere risorse economiche per la sicurezza idrogeologica, ma anche saperle impiegare bene e velocemente perché, come ha ricordato Checcucci, c'è da fare i conti con nuovi scenari non previsti dal Piano di assetto idrogeologico, come le cosiddette bombe d'acqua, tra l'altro sempre più frequenti. 

«Con l'accordo di ieri sono state individuate le priorità tra le priorità- ha specificato Bramerini- con una parte di soldi da destinare all'Arno. La Regione sta rivedendo tutti gli accordi di programma per aggiornarli e velocizzarli ma tutti gli interventi pianificati sulla difesa del suolo devono andare in sintonia con la pianificazione territoriale coinvolgendo le amministrazioni locali. In questo contesto la revisione del Pit è importante e un contributo fondamentale deve arrivare dal Testo unico sulla difesa del suolo in cui verrà anche stabilito chi fa cosa e la filiera istituzionale delle responsabilità» ha concluso Bramerini.  

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