[08/11/2010] News

Bilancio del disastro ambientale Bp: aumentano costi e perdita di biodiversità

FIRENZE. Si aggiungono altri 7,7 miliardi di dollari ai costi del disastro ecologico della Deepwater Horizone nel Golfo del Messico, che ora hanno toccato quota 40. La fonte è la stessa British Petroleum che ha comunicato i risultati finanziari per il terzo trimestre dell'anno. Secondo la compagnia petrolifera la "bolletta" è lievitata a causa dei ritardi nei tentativi di tappare la falla e dei costi elevati delle operazioni di pulizia, insieme alle spese legali.

Il buco finanziario della Bp fatto registrare a fine luglio era di 17 miliardi di dollari per il secondo trimestre del 2010 e ora è ulteriormente cresciuto nonostante l'ottimismo del nuovo amministratore delegato di Bp, Bob Dudley, che ha dichiarato che la società è sulla strada della ripresa dal disastro.

Fino ad oggi Bp ha pagato 11,6 miliardi di dollari di spese complessive dopo l'incidente, ma deve ancora fare fronte al pagamento di ripuliture, richieste di risarcimento e una probabile multa da parte del governo Usa. Il costo finale del mega disastro ambientale salirà ancora e al di là della ripulitura non è calcolata la vera perdita ambientale in termini di ecosistemi e biodiversità.

A tal riguardo sono stati resi noti i risultati (poco confortanti) di una spedizione scientifica della nave oceanografica Ronald H. Brown che ha indagato i fondali vicino al pozzo. La marea nera è stata una autentica catastrofe per i coralli di quell'area: «I coralli giganti nelle vicinanze del pozzo sono coperti da una sostanza nera - ha dichiarato Timothy Shank della Woods hole oceanographic institution - e o sono morti o stanno morendo. In qualche caso sono rimasti soltanto scheletri. Quello che abbiamo trovato è il frutto dell'esposizione al petrolio, ai disperdenti chimici e all'acqua deprivata di ossigeno» ha concluso Shank.

Secondo i ricercatori il 90% di 40 grandi gruppi di coralli in un raggio di 400 metri dal pozzo è seriamente danneggiato «mentre in altre parti del Golfo, non sembrano esserci danni ai coralli, ma questa scoperta potrebbe essere la "punta di un iceberg" di quello che può essere successo sui fondali dopo il disastro» hanno concluso gli esperti.

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