[08/11/2010] News

Italia Nostra Toscana, Veronesi e il nucleare

CAPALBIO (Grosseto). Mario Venutelli, presidente della sezione Apuo-Versiliese di Italia Nostra, ha presentato al convegno di Capalbio "Maremma Amara. Il saccheggio della costa tosco-laziale", una mozione il cui testo originale è di Giuseppe Chiappuella e che è stato esaminato e minimamente revisionato da Antonio Dalle Mura e da Gianni Mattioli. Eccola integralmente:

La nomina del professor Umberto Veronesi alla presidenza dell'Agenzia per la sicurezza nucleare da parte del governo Berlusconi ha un doppio obiettivo: spaccare il Pd tra chi è favorevole e chi è contrario al nucleare e quello di disorientare l'opinione pubblica, per lo più convinta che le centrali atomiche sul nostro Paese ci espongono alla contaminazione delle radiazioni e alla pericolosità dovuta alla cattiva gestione delle scorie radioattive che sono causa di tumori. Su questo rischio il professor Veronesi sostiene che l'idea che il nucleare possa aumentare il cancro è infondata. Non esistendo la combustione nel reattore, egli sostiene, non si sviluppano emissioni, quindi non c'è diffusione di sostanze cancerogene. L'unico pericolo per la salute della popolazione, secondo il professore, può derivare dal rischio incidente, un evento, puntualizza, oggi assolutamente impossibile. Secondo l'oncologo possiamo stare tranquilli, anzi l'energia nucleare ridurrà il rischio del tumore perché questa tecnologia riduce il consumo del petrolio, quindi, di conseguenza tutte le sostanze cancerogene.

Eppure la sua nomina desta molte perplessità, perché di questioni così complesse come la fisica dei reattori, non se ne dovrebbe occupare un medico, ma un fisico, come per esempio, il premio Nobel professor Carlo Rubbia, che da oltre cinquant'anni studia i fenomeni nucleari. Ma le polemiche non scalfiscono minimamente Veronesi, che risponde di aver dato la sua disponibilità perché questa Agenzia si occupa della sicurezza, dunque della tutela della salute della popolazione, un obiettivo per il quale ha dedicato tutta la sua vita. "Questa per me - sostiene il Professore - è una questione scientifica, ritengo il nucleare un bene assoluto per il Paese e per il Mondo. Solo praticando il nucleare riusciremo a mitigare l'effetto serra dovuto alla CO2, che si sviluppa bruciando i combustibili fossili ed evitare la catastrofe globale".

Quindi per l'oncologo non ci sono più i gravi problemi del nucleare ma esso diviene oggi una grandissima risorsa per l'umanità. Siamo convinti che per formarsi un'opinione oggettiva sul nucleare si debba prendere in considerazione anche qualche altro parere oltre a quello di Veronesi. Tanto per fare un esempio, non più tardi di due settimane fa è uscita sul "Washington Post" la notizia che la statunitense Constellation ha rotto il contratto con i francesi di Edf perché i costi della costruzione di una nuova centrale nucleare, che doveva essere edificata negli Usa, sono risultati impraticabili. In quel paese, infatti, non si costruisce da decenni una nuova centrale. A proposito degli enormi costi delle centrali nucleari, le due in costruzione in Europa (Finlandia e Francia) hanno quasi raddoppiato il loro costo a metà del ciclo di costruzione.

In Italia oggi c'è inoltre una potenza installata di energia solare pari a 1600 megawatt, corrispondente a una delle quattro centrali atomiche proposte dal piano nucleare dell'attuale governo italiano, che "democraticamente" non rivela i siti che potranno ospitarle. È vero che 1600 megawatt nel solare producono meno energia di una potenza nucleare equivalente ma, mentre il nucleare è in tutto il mondo in stallo, la potenza solare è ovunque in rapidissima espansione. Per quanto concerne poi il problema delle famigerate scorie radioattive, che tende a essere banalizzato o trattato semplicisticamente da molti sostenitori del nucleare, non deve essere sottovalutato, perché ancora oggi, nessun paese al mondo è riuscito a realizzare e rendere operativo un sito di stoccaggio geologico per le scorie ad alta radioattività. Smantellare poi una centrale nucleare da 1000 megawatt, equivale economicamente, grosso modo, a costruirne una nuova delle stesse dimensioni.

Va ricordato, infine, che il nucleare sostituisce il petrolio per usi relativamente modesti (nella produzione di elettricità), ma non potrebbe rimpiazzarlo nei trasporti, per cui l'oro nero servirebbe sempre. Avere più nucleare non significa, insomma, avere bisogno di meno petrolio. Basta guardare la Francia, che di nucleare ne ha forse fin troppo, la quale, quando il prezzo del barile sfonda ogni record, ha gli stessi problemi di tutti gli altri Paesi.

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