[09/11/2010] News

La Rolls-Royce (e gli americani) rifornisce il nucleare cinese

LIVORNO. La Rolls-Royce ha sottoscritto contratti per oltre 35 milioni di sterline (56 milioni dollari) con la China nuclear power engineering corp (Cnpec), per la fornitura di 6 rod control systems (Rcs) e di 8 neutron instrumentation systems (Nis) per 8 nuovi reattori nucleari cinesi. Gli Rcs azionano il control rod drive mechanism (Crdm) che controlla l'inserimento delle barre di controllo del reattore per controllare la potenza del reattore nucleare. Il Nis permette agli operatori di monitorare in modo permanente l'energia nucleare, le fluttuazioni di potenza e di distribuzione di energia radiale e assiale nel reattore utilizzando il flusso neutronico misurato dai neutron detectors  "excore". I sistemi della Rolls-Royce  saranno prodotti nell'impianto di Meylan, in Francia e saranno installati nei reattori 1 e 2 della centrale nucleare di Fanchengang, nei reattori 5 e 6 di Hongyanhe, nelle unità 3, 4, 5 e 6 di Yangjiang, tutti reattori in fase di costruzione o di progettazione da parte della China Guangdong nuclear power Corp (Cgnpc).
La Rolls-Royce sottolinea che «Questo accordo rafforza la posizione della company in Cina, basandosi sui precedenti contratti per la fornitura di Rcs e Nis per 10 impianti nucleari situati a Hongyanhe, Yangjiang, Fangjiashan e Fuqing. Rolls-Royce intende sviluppare una presenza locale per supportare i suoi clienti cinesi in un ulteriore sviluppo della loro infrastruttura nucleare».

Nel mercato nucleare cinese c'è spazio anche per gli americani: la Flowserve che produce valvole si è aggiudicata due contratti multimilionari con la Cnpec e con la China Nuclear Energy Industry Corp (Cneic) per main steam isolation valves (Msiv) da utilizzare in 4 nuovi reattori Cpr-1000 in Cina. Le Msiv sono utilizzate per aiutare ad arrestare in sicurezza un reattore nucleare in caso di rottura delle tubature di vapore principali dell'impianto.  Le valvole verranno utilizzate nei reattori 3 e 4  di Fuqing  e 5 e 6 di Tianwan, tutti impianti attualmente in costruzione e che dovrebbero entrare in attività nel 2016 e nel 2017. Tom Pajonas, presidente della flow control division della Flowserve, spiega a  World Nuclear News, il bollettino on-line ufficiale delle multinazionali nucleari, che «Questi ordini rafforzano ulteriormente il nostro rapporto di lunga data con l'industria cinese dell'energia nucleare e con i nostri clienti, Cnpec e Cneic. Siamo lieti di essere in grado di fornire i prodotti che aiutano il potere del futuro dell'energia nucleare in Cina». Già ad agosto Flowserve aveva annunciato di aver ottenuto tre contratti per oltre 10 milioni di dollari dalla Cnpec per Msiv per 6 nuovi reattori Cpr-1000: I reattori 3 e 4 di Yangjiang, nel Guangdong, 1 e 2 di Fangchenggang, nella provincia autonoma del Guangxi, e 3 e 4 a Ningde nel Fujian, unità da 1000 MW che dovrebbero entrare in attività tra il 2014 e il 2016.

Quando si parla di nucleare (e comunque di affari) tutte le chiacchiere sui diritti umani e la libertà di pensiero spariscono, è così per inglesi e americani ma anche per i francesi che, dopo lo sgarbo della visita ufficiale del Dalai Lama a Parigi, sponsorizzata e voluta da Carla Bruni, hanno messo tutto da parte per rinvigorire l'accordo strategico con Pechino.

Il solito World Nuclear News annuncia che e Onet Technologies of France, in partnership con Bertin Technologies si è aggiudicata un contratto con la China nuclear engineering corp (Cnec) per progettare una parte del "sump strainers for the safety injection and containment spray systems" per 4 reattori Cpr-1000 a Fuqing e Fangjianshan. Onet ha spiegato che l'accordo «Comprende  anche la progettazione delle apparecchiature utensili per il cantiere, la formazione dei tecnici del sito, nonché l'assistenza durante la fase di installazione on-site».

Quella che anche i media francesi hanno chiamato la "lune de miel" e la "moisson de contrats" è sbocciata coon la viosita del presidente cinese Hu Jintao in Francia dal 4 al 6 novembre che ha fruttato una serie di accordi di cooperazione economica da 14 miliardi di euro, i più ricchi mai firmati dai cinesi con un Paese europeo e che potrebbero aprire all'ambizioso Nicolas Sarkozy la strada per la poltrona di presidente del G20.

Nel rinnovato partenariato strategico sino-francese non poteva mancare il nucleare e la presidente del gigante nucleare francese Areva, Anne Lauvergeon (ormai una vera  e propria  ministro aggiunta all'energia di Sarkozy), si è naturalmente felicitata per i contratti firmati con la Cina che «Rappresentano una nuova taoppa nelle relazioni tra Areva ed i suoi partner cinesi. Areva ha rafforzato i suoi legami con le aziende del Paese al top nucleare, Cgnpc  e Cnnc, e consolida la sua posizione strategica sul più grande mercato nucleare del mondo». In 10 anni Areva fornirà 2.000 tonnellate di uranio alla Cgnpc e produrrà carburante nucleare insieme alla Cnnc. Un affare da 3,5 miliardi di dollari dalla Lauvergeon e dal presidente dalla Cgnpc Lui Yu di fronte a Hu e Sarkozy come parte di un più ampio partenariato strategico nucleare che vedrà una stretta cooperazione per  reattori nucleari, combustibile, riciclaggio ed estrazione di uranio. Si tratta di un ulteriore coinvolgimento di  Areva in Cina, dove la multinazionale nucleare di Stato francese sta già realizzando centrali nucleari, oltre a due Epr a Taishan. Per quanto riguarda il carburante nucleare, Areva e Cnnc hanno costituito una joint venture 50/50 chiamata  Cat (Cnnc Areva Shanghai Tubing), che produrrà tubi in lega di zirconio per elementi di combustibile. L'impianto sorgerà a Shanghai e dovrebbe essere operativo nel 2020.

Intanto Areva cerca soci ad oriente: due utility giapponesi, Kyushu Electric Power e Tohoku Electric Power hanno acquisito l'1% delle quote della Société d'Enrichissement du Tricastin (Set) che gestisce le centrifughe degli impianti di arricchimento di Areva di Georges Besse II. Le acquisizioni sono state sostenute dalla neonata Japan France enrichment investing (Jfei) che raggruppa tutte le imprese giapponesi che hanno quote nell'industria energetica e che vogliono aumentare le loro "joint share" nella Set.

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