[12/11/2010] News toscana

I paesaggi sonori. Le frontiere dell'ecologia al museo di storia naturale di Grosseto

GROSSETO. Domani alle 17.30, nella Sala Conferenze del Museo di Storia Naturale di Grosseto Almo Farina (Nella foto), docente di Ecologia presso l'Università degli Studi di Urbino, offrirà al pubblico grossetano un interessante viaggio nell'ecologia contemporanea. Farina, da anni impegnato sul fronte internazionale nello studio e nel dibattito concernente la metodologia della scienza ecologica, si farà infatti interprete di una nuova visione del mondo naturale e dei suoi complessi e delicati rapporti. E' tramite le sue molte pubblicazioni, sia in Italia che all'estero che il docente proporrà un approccio alla scienza ecologica improntato sulla nozione di "paesaggio", da leggere quale nozione che lanci un'alternativa alla dimensione ecologica di impianto ecosistemico, propria degli studi di settore del XX secolo.

"Lo studio del paesaggio - ci dice il docente - è infatti caratterizzato da un'intrinseca complessità che vede interagire in senso storico e processuale una serie di fattori, quali il contesto ambientale e le specie ivi presenti". Proprio per questo l'ecologia del paesaggio supera l'approccio ecosistemico: essa valuta la ricchezza e la dinamicità dei rapporti vivente-ambiente, andando ben oltre la valutazione puramente quantitativa dei metabolismi del vivente, che ha condizionato tanta parte dell'ecologia tradizionale. La teoria inerente agli ecosistemi vedeva infatti nei consumi calorici delle singole nicchie ecologiche il suo punto focale, tralasciando di fatto l'analisi delle reti relazionali che connettono i fenomeni naturali nella totalità delle loro influenze e dei mutamenti reciproci.

Proprio a sottolineare questa ricchezza, e la dinamicità tipica dei rapporti vivente-ambiente, Farina affianca al concetto di "paesaggio" l'innovativa nozione di "eco-field". L'eco-field «è uno strumento teorico che ci permette di capire ancora meglio la portata dei rapporti tra specie ed ambiente, la qualità e i tempi delle interconnessioni», continua lo studioso. «E' lo stesso l'eco-field a fungere da portatore di significato per lo studioso: esso descrive i cicli vitali degli organismi, palensandone tutta la variabilità». Ogni eco-field ci informa dunque dei particolari aspetti del vivente «che corrispondono a particolari soglie percettive, relative al bisogno riproduttivo, magari, o alla ricerca del cibo». L'intera somma degli eco-field specie-specifici ci permette di comprendere al meglio il cosiddetto "paesaggio cognitivo" della specie, che si differenzia dalle altre per necessità, modi, tempi ed interazioni ulteriori. «Ovviamente - spiega l'ecologo - uno stesso paesaggio fisico, un bosco ad esempio, attiverà molteplici eco-field a secondo della specie di riferimento; ed anche la stessa specie, in specifiche fasi vitali, percepirà eco-field tra sé diversi», ed instaurerà rapporti diversi con le risorse caratterizzanti un certo territorio.

In particolare, nell'intervento di domani, l'ecologo sonderà la peculiarità dei paesaggi percettivo-cognitivi delle popolazioni avicole. La creazione di particolari dimensioni sonore, di eco-field legati al canto, definiti in questo senso "paesaggi sonori" saranno dunque i testimoni, gli strumenti, per la comprensione delle molteplici funzioni, tipologie e sfumature che il fraseggio canoro può assumere nelle dinamiche sociali e territoriali dell'avifauna, contemplandone nel contempo evoluzioni e interazioni continue.

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