[17/11/2010] News

La Russia chiude la cartiera che inquina il lago Baikal

LIVORNO. La Russia chiuderà la cartiera sul lago Baikal che da tempo è nel mirino degli ambientalisti per l'inquinamento che provoca nella più grande e profonda riserva di acqua dolce del pianeta. Lo ha annunciato oggi a Mosca il ministro delle risorse naturali Yuri Trutnev rispondendo alla Duma ad una interrogazione dei deputati nel corso della "Ora governativa".

«Crediamo che sia necessario chiudere la fabbrica di pasta da carta di Baikalsk - ha detto il ministro - La decisione di chiudere l'impresa è passata attraverso una moltitudine di compromessi, in quanto un periodo di tre anni era stato concesso per risolvere i problemi economici e sociali della regione. E' una vergogna che, durante tutti questi anni, il problema del reinserimento di circa 1.800 lavoratori non sia stato ancora risolto».

La cartiera del Baikal è stata realizzata nel 1966 e già nell'ottobre 2008 era stata chiusa per ragioni ecologiche perché scaricava i reflui industriali direttamente nel lago. Wwf, Greenpeace ed associazioni locali si sono battuti per anni perché questo inquinantissimo impianto venisse eliminato dalle rive di un lago che contiene un quinto dell'acqua potabile del pianeta, che rappresenta un grande habitat unico e delicatissimo e che figura nella lista dei 17 siti naturali e culturali della Russia classificati patrimonio mondiale dell'Unesco.

Il governo russo ha tentato di modernizzare la cartiera Baikalsk, anche imponendo ai proprietari un sistema a ciclo chiuso per il riutilizzo delle acque reflue, ma ogni iniziativa è fallita: la messa a norma della cartirera la renderebbe non economica.

Il 13 gennaio Vladimir Putin in persona aveva emendato la lista delle attività vietate nella Zona ecologica centrale del lago Baikal adottata nel 2001, escludendo «La produzione di carta, di cartone e cellulosa senza utilizzo di sistemi di acqua a circuito chiuso». La fabbrica aveva quindi ricominciato la sua inquinante attività lo scorso aprile perché doveva garantire il lavoro, ora Trutnev alla Duma sembra aver messo la parola fine ad uno dei più grandi scandali ambientali della Russia putiniana.

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