[18/11/2010] News

Infrazioni Ue, l'italia resta uno dei paesi pił inadempienti

LIVORNO. Per l'Italia sono 4 le procedure di infrazione archiviate (di cui 3 concernenti procedure già aperte e 1 ancora allo stadio di reclamo). Nessuna di queste riguarda il tema dell'ambiente che mantiene il primato con 36 procedure aperte.
Il numero totale delle procedure d'infrazione a carico del Belpaese è di 139 di cui 100 riguardano casi di violazione del diritto dell'Unione e 36 attengono a mancata trasposizione di direttive nell'ordinamento italiano.

Insomma una serie di infrazioni che riguardano molti settori e soprattutto quelli inerenti al diritto ambientale (oltre le 36 infrazioni che riguardano direttamente la materia dell'ambiente, per esempio 2 riguardano l'agricoltura, 5 l'energia, 22 la salute e 15 i trasporti).

In Italia le normative riguardante i temi ambientali sono per la stragrande maggioranza di derivazione comunitaria, ossia direttive, regolamenti e altro "tradotti" nell'ordinamento italiano. Fra l'altro la corretta e piena applicazione del diritto dell'UE è un elemento cruciale per definire i diritti e gli obblighi creati dal diritto comunitario.

La maggior parte delle norme riguardanti il tema dell'ambiente in Italia sono contenute nel testo unico ambientale, che fin dalla sua nascita (2006) ha subito innumerevoli modifiche non solo dirette, ma anche indirette. Nel senso che molte modifiche al testo sono avvenute attraverso leggi che possono anche non trattare direttamente di ambiente.

Comunque sia, il testo unico è stato redatto con la finalità di chiarire e ordinare la normativa ambientale al fine della sua applicazione. Purtroppo (almeno per ora - il Dlgs 152/06 è ancora in corso di revisione) le operazioni di riordino hanno creato ancora più confusione rendendo difficile l'applicazione e causando una situazione di incertezza del diritto. Una situazione che, oltre tutto, è aggravata dalla violazione delle normative europee da parte dell'Italia. Situazione che si potrebbe anche riproporre a breve se il Bel paese non tradurrà in maniera corretta la direttiva sui rifiuti del 2009.
Il decreto che la recepisce è stato esaminato all'inizio del mese dal preconsiglio dei ministri e sarà sul tavolo del governo fra poco tempo per l'approvazione definitiva. La scadenza del recepimento è il 24 novembre. (Il decreto è stato approvato pochi minuti fa, leggi l'articolo seguendo il link a fondo pagina)

Dopo il passaggio in parlamento dello schema di dlgs, e dei pareri emanati dalle camere il decreto è stato modificato in più parti. E le nuove regole sui rifiuti modificano in più punti il testo unico ambientale. Cambiano per esempio, i criteri di priorità di gestione degli scarti, le norme relative al riutilizzo e al riciclaggio, le definizioni relative ai rifiuti, le norme sulla responsabilità del produttore e quelle sull'entrata a regime del "Sistri", il nuovo sistema informatico e satellitare per la tracciabilità dei rifiuti.

Torna all'archivio