[31/08/2009] News

In Nepal i primi Climate change talks dell' Himalaya

LIVORNO. Si apre oggi a Katmandù, la capitale del Nepal, una conferenza regionale di due giorni sul cambiamento climatico che esaminerà i rischi del global warming nei Paesi dell'Asia meridionale e che dovrebbe approvare un ordine del giorno comune per la Conferenza Onu sul clima di Copenhagen a dicembre.

Secondo quanto annunciato dal ministero dell'ambiente, delle scienze e delle tecnologie del Nepal, «la conferenza si concentrerà sugli effetti del cambiamento climatico nella regione dell'Himalaya, sulle sfide e le opportunità così come sui possibili effetti del cambiamento climatico sulle popolazioni indigene nella regione dell'Himalaya».

Infatti i ministri dell'ambiente dell'Asia meridionale si sono dati appuntamento in Nepal non a caso: il climate change minaccia direttamente i ghiacciai himalayani e quindi le risorse idriche dalle quali dipendono 1,3 miliardi di asiatici. Ed i ghiaccioli che si stanno sciogliendo rapidamente sono solo la spia più evidente della miriade di problemi ambientali c he stanno stravolgendo il "terzo polo" , la catena montuosa dell'Himalaya la cui crisi ambientale e climatica potrebbe contribuirà all'innalzamento del livello del mare insieme allo scioglimento dei più "sorvegliati" ghiacci dell'Artide e dell'Antartide.

Fino ad oggi i Paesi himalayani erano troppo divisi per cercare di far lobby per chiedere ai Paesi ricchi più ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni al vertice di Copenaghen, mo oggi «Bisogna ascoltare il messaggio del Nepal, il messaggio della montagna deve essere ascoltato - dice Claudia Sadoff, un'esperta della Banca mondiale per i problemi dell'acqua e del clima e che ha aiutato il governo nepalese ad organizzare la conferenza - Gli himalayani hanno di fronte sfide reali, ma nelle montagne ci sono anche n molte opportunità di adattamento a mitigazione »

I ghiacciai della catena dell'Himalaya, che occupano un'area di 2.400 km attraverso Pakistan, India, Cina, Nepal e Bhutan, danno vita alle sorgenti dei 9 maggiori fiumi dell'Asia, ma le temperature nella regione sono aumentate tra gli 0,15 e gli 0,6 gradi per decennio negli ultimi 30 anni e gli effetti si fanno già sentire drammaticamente: in Nepal e Bhutan lo scioglimento dei ghiacciai ha formato vasti laghi glaciali che minacciano di "scoppiare" con effetti devastanti per le comunità a valle; il Bangladesh è sempre più soggetto ad inondazioni, sempre più forti e frequenti, anche a causa del rapido scioglimento dei ghiacciai che alimentano i suoi fiumi; in Nepal l'inverno del 2008/2009 è stato il più secco negli ultimi 40 anni, con la conseguenza di vasti incendi boschivi e la distruzione di interi raccolti agricoli che dipendono dalle piogge invernali.

Secondo gli ambientalisti asiatici gli effetti del cambiamento climatico sono ben noti all'opinione pubblica per quel che riguarda il delta del Gange o il pericolo che l'oceano inghiotta le Maldive, ma non esiste la stessa consapevolezza internazionale sulla vulnerabilità della regione himalayana.

Secondo Tariq Aziz, a capo della Living Himalayas iniziative del Wwf «L'impressione generale è che gli spazi incontaminati dell'Himalaya siano enormi, inespugnabili, e che nessuno possa far loro male. Ma il fatto è che stanno sciogliendosi. L'Himalaya non è solo montagne. E' una fonte di sostentamento per milioni di persone e il suo bene più prezioso è l'acqua».

Il ministro dell'ambiente nepalese Uday Raj Sharma ha detto che il suo governo ha invitato i ministri dell'ambiente di tutta l'Asia meridionale a partecipare ai colloqui perché «spera di ottenere un'unica voce regionale sui cambiamenti climatici a Copenaghen. I ghiacciai si stanno sciogliendo e le temperature sono in aumento nell'Himalaya, questo finirà per influenzare i mezzi di sussistenza delle persone, non solo in Nepal, ma anche a valle».

Il problema non sembrano però i piccoli Paesi della catena Himalayana ma il gigante economico-politico che occupa gran parte del subcontinente: l'India che si oppone ad obiettivi obbligatori dei tagli dei gas serra, una posizione che a Copenhagen rischia di soffocare le già deboli voci di Paesi come il Nepal, Bhutan e Bangladesh. Non a caso New Delhi non ha intenzione di mandare nessuno rappresentante del governo nazionale alla conferenza di Katmandù, un'assenza che inevitabilmente indebolirà qualsiasi messaggio verrà fuori dal summit himalayano.

Il ministro dell'ambiente indiano, Jairam Ramesh, recentemente si è addirittura detto molto dubbioso sul fatto che lo scioglimento dei ghiacciai himalayani sia causato dai cambiamenti climatici, dicendo che sono necessarie ulteriori ricerche, eppure la crescente immigrazione verso l'india di profughi ambientali del Bangladesh e del Nepal dovrebbero consigliare il governo indiano a più miti consigli.

Secondo Oxfam le mutazioni climatiche in atto in Nepal stanno minacciando la sopravvivenza di centinaia di comunità già disperatamente povere che lottando per produrre cibo sufficiente per sopravvivere.

Secondo un recente rapporto dell'Ong internazionale «Il Nepal probabilmente soffre di siccità più frequenti a causa del cambiamento climatico. Il livello dei fiumi diminuirà a causa del calo delle precipitazioni e del ritiro dei ghiacciai, il che rende più difficile irrigare le colture e fornire l'acqua per il bestiame. I previsti impatti dei cambiamenti climatici faranno aumentare le vulnerabilità esistenti, le disuguaglianze e l'esposizione ai rischi».

Già oggi in Nepal 3,4 milioni di persone hanno bisogno di aiuto alimentare e le scorte di cibo nelle comunità agricole dureranno solo pochi mesi.

Per il portavoce di Greenpeace Vinuta Gopal «Nell'Himalaya siamo ad un punto di svolta climatico. Se non riusciamo a fermare il cambiamento climatico galoppante, i bambini nati oggi, in questo momento, quando cresceranno si troveranno ad affrontare una realtà molto diversa, dove la disponibilità d'acqua potrebbe essere un problema serio. I politici che si riuniranno in Danimarca hanno il dovere di raggiungere un accordo sostanziale, perché l'approvvigionamento di acqua per due miliardi di persone sta scomparendo. A meno che i leader mondiali non si assumano responsabilità personali a Copenhagen per garantire un accordo molto forte, stiamo consegnando il pianeta ad un catastrofico cambiamento climatico».

Ma fino ad oggi sia l'India che, in modo meno "brutale", la Cina si rifiutano di accettare obiettivi di riduzione delle emissioni vincolanti per non sacrificare il loro sviluppo economico, sostenendo che i paesi sviluppati hanno inquinato indisturbati per decenni, sarà anche vero ma non è certo una consolazione per i piccoli e poveri Paesi himalayani stretti nella morsa economica e politica delle due potenze asiatiche e del global warming che prosciuga le loro pianure e scioglie i loro ghiacciai.

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