[19/11/2010] News

Per ripristinare la fiducia nella lotta ai cambiamenti climatici essenziali soldi, Redd+ e adattamento

LIVORNO. A 10 giorni dal summit Onu sul clima di Cancun, l'Iucn ha rilanciato il suo appello ai decisori politici per «Ripristinare la fiducia nel processo negoziale, accrescere i fondi allocati alla lotta contro il cambiamento climatico e vigilare perché le alternative naturali siano integrate nel post-2012».

L'Iucn indica soprattutto nel Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation (Redd) ed all'adattamento i principali temi che la Conferenza delle parti (Cop 15) dell' United Nations framework convention on climate change (Unfccc) dovrà affrontare in Messico dal 29 novembre.

Carole Saint-Laurent, consigliere senior dell'Iucn per le politiche forestali, sottolinea che «Ridurre le emissioni di gas serra permette non solo di conservare le risorse naturali forestali dalle quali diopendono milioni di persone vulnerabili, ma è anche una soluzione vantaggiosa per entrambbe le parti: gli uomini e la nature. Attualmente questa è una delle evoluzioni più promettenti nei negoziati, è tempo che i governi insistano maggiormente per integrare definitivamente il Redd+ nel futuro accordo sul clima».

Secondo il direttore per l'ambiente e lo sviluppo dell'Iucn, Stewart Maginnis, «Oggi bisogna realizzare dei passi avanti significativi per concludere molto rapidamente un accordo vincolante. In tutto il mondo, possiamo vedere numerosi Paesi e comunità fare dei progressi sul territorio per adattarsi agli impatti del cambiamento climatico e ridurre le loro emissioni. Però, solo un accordo equo, completo e legalmente vincolante offrirà l'impegno internazionale indispensabile per gestire la crisi climatica. A Cancun bisogna che i governi ripristinino la fiducia fatta a pezzi nel processo dell'Unfccc, avvicinandoci alla chiusura di un accordo per salvare il pianeta».

Per far questo il problema sono, ancora e sempre, i soldi: i Paesi in via di sviluppo non hanno fiducia sul mantenimento delle promesse fatte dai Paesi ricchi per i finanziamenti fast track e long-term. Per Claire Parker, una consulente per le politiche di lotta al cambiamento climatico, «Dobbiamo metterci aller spalle la paralisi del post-Copenhagen : Bisogna trovare dei nuovi finanziamenti per limitare gli impatti del cambiamento climatico e ridurre le emissioni. Per I Paesi in via di sviluppo, deve trattarsi di un finanziamento aggiuntivo all'aiuto pubblico allo sviluppo, che permetta loro di adattarsi agli impatti già percepibili oggi e per ridurre le loro emissioni».

Insomma, il trucco contabile che vorrebbero fare molti Paesi sviluppati, considerando i finanziamenti allo sviluppo promessi come fondi spostabili nella lotta al global warming, non andrebbe bene per nulla.

La coordinatrice dell'Iucn per il cambiamento climatico, Ninni Ikkala, insiste: «Bisogna accordarsi su un quadro di adattamento per far avanzare i negoziati. I Paesi vulnerabili in via di sviluppo in particolare lottano di già per far fronte agli impatti del cambiamento climatico. Un quadro mondiale di adattamento è indispensabile per sostenere internazionalmente le azioni urgenti e necessarie sul terreno, soprattutto una migliore gestione delle risorse naturali e l'assicurazione che le comunità locali ne beneficino»

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