[24/11/2010] News

Astronavi nucleari russe alla conquista di Marte. Faranno lo slalom tra i rifiuti spaziali

LIVORNO. La società di costruzioni spaziali russa Rkk Energia, ha annunciato che nel 2011 avvierà la realizzazione di moduli spaziali dotati di motori nucleari che serviranno come base per satelliti spia e di allerta per le catastrofi naturali e tecniche, satelliti di telecomunicazioni ed anche per sistemi di protezione contro la minaccia degli asteroidi. Ma i russi hanno un'altra grande ambizione, quella di utilizzare i motori nucleari per astronavi da trasporto per la Luna e Marte.

In un rapporto il direttore di Rkk Energuia, Vitali Lopota, spiega: «Proponiamo di realizzare dei moduli spaziali standard dotati di motori missilistici nucleari di una potenza da 150 a 500 kW, tenendo conto degli studi scientifici già realizzati da Rkk Energia durante gli anni '80 (in piena epoca sovietica e della Guerra fredda, ndr) in vista di realizzare motori nucleari per il rimorchio orbitale Hercules.

I primi lanci di tali moduli potrebbero essere effettuati dal 2020, se avviamo i lavori di progettazione nel 2011. Il futuro motore missilistico sarà costituito da un reattore a neutroni rapidi. Questa reazione di fusione ricorrerà al litio come refrigerante e al niobio come materiale strutturale. La sua durata di vita sarà da 5 a 7 anni, in seguito sarà portata a 10 o 15 anni».

Insomma i russi propongono una specie di nucleare usa e getta da spedire nello spazio e non ci dicono nemmeno cosa succederebbe in caso di incidenti (che nella storia non sono certamente mancati, anche senza quelli tenuti segreti dai sovietici). Ma intanto spiegano la base economica di questa rischiosissima avventura spaziale: «L'utilizzo di motori missilistici nucleari di almeno 500 KW permetterà di dividere per 3 o 6 il numero di vettori. Il costo della messa in orbita dei carichi utili sarà dimezzato».

Già un anno fa l'Agenzia spaziale russa (Roskosmos) aveva annunciato che nel 2010 sarebbero riprese le ricerche ex-sovietiche per realizzare propulsori nucleari per lo spazio. Evidentemente i comunisti si erano portati molto avanti con il lavoro, visto che solo il 20 dicembre 2009 il presidente di Roskosmos, Anatoli Perminov, aveva detto che «Le installazioni energetiche nucleari per le astronavi costituiscono un settore promettente della ricerca scientifica. Sono indispensabili per effettuare dei voli verso Marte ed altri pianeti».

L'idea di equipaggiare con propulsori nucleari i missili sovietici era già venuta negli anni '60, in piena competizione spaziale e atomica con gli Usa, a tre scienziati: Mstislav Keldych, Igor Kourtchatov e Sergei Korolev. Anche i ricercatori Usa naturalmente studiavano la cosa a fini militari. Il che ha portato alla messa in orbita di alcuni satelliti dotati di propulsori nucleari di bassa potenza, utilizzati soprattutto per spiare i sottomarini nucleari. Questo tipo di satelliti è poi stato vietato dalle convenzioni internazionali. Ora i russi pensano di aggirare i divieto internazionale mettendo a disposizione i loro motori nucleari per una spedizione internazionale su Marte. Naturalmente il tutto sotto o stretto controllo dell'oligarchia energetico-militare putiniana.

Comunque vada (e speriamo proprio che non vada) satelliti e astronavi nucleari dovranno fare i conti con i risultati della corsa dell'uomo al cosmo: i rifiuti spaziali. Proprio secondo i russi quelli di meno di un centimetro costituiscono il principale pericolo per il satellite. Un rapporto redatto dagli specialisti del Centro di ricerca per le costruzioni meccaniche di Mosca spiega che «Il numero di questi rifiuti nelle orbite circumterrestri aumenterà di anno in anno, Ad una velocità di 10 km al secondo, i frammenti da 0,5 mm possono trapassare uno scafandro multistrato e strati di alluminio 10 volte più spessi del loro diametro».

I rifiuti spaziali sono il prodotto di oltre 4.600 lanci missilistici e della disintegrazione di circa 250 apparecchiature spaziali. Attualmente sono stati censiti più di 13.500 rifiuti, per un peso globale di circa 5,8 tonnellate, che orbitano intorno alla Terra. Le apparecchiature spaziali di servizio rappresentano solo il 6% di questa massa di rifiuti, il resto è costituito da satelliti intatti fuori servizio (40%) e soprattutto da un 54% di apparecchiature che sono esplose o si sono disintegrate. Inoltre tra il 1957 e il 2009, circa 20.800 oggetti spaziali hanno lasciato l'orbita circumterrestre.

Proprio un bell'ambientino dove sparare un motore atomico!

Torna all'archivio