[25/11/2010] News

Legambiente lancia le sue campagne contro i sacchetti di plastica e chiede al governo il rispetto degli impegni presi

FIRENZE. Con lo slogan "Ministro di-smettila" Legambiente ha manifestato oggi davanti al ministero dell'Ambiente per chiedere lo stop effettivo dei sacchetti di plastica, a partire dal prossimo anno. Infatti per legge, dal 1° gennaio 2011 sarà vietato commercializzare i sacchetti di plastica usa e getta.

Dopo il successo della petizione "Stop ai sacchetti di plastica" con 100 mila firme raccolte,  adesso l'associazione ambientalista lancia  "Vota il sacco!" il "referendum" con cui Legambiente chiederà a migliaia di consumatori la preferenza tra le borse della spesa riutilizzabili, i sacchetti di carta e quelli di bio-plastica da utilizzare al posto degli shopper. Si vota da oggi su www.puliamoilmondo.it, www.legambiente.it e nel week end in decine di punti in tutta Italia quando si svolgerà  "Ridurre si può" la campagna di Legambiente per la Settimana europea dei rifiuti (di cui l'associazione è promotrice) che intende sensibilizzare e informare sugli innumerevoli sprechi da evitare nella produzione dei beni e negli acquisti. Produrre meno rifiuti, infatti, è la prima e imprescindibile regola alla base di qualsiasi politica nazionale e locale per una corretta e sostenibile gestione dei rifiuti.

L'iniziativa sarà poi replicata nei prossimi giorni davanti a diversi municipi italiani per chiedere l'approvazione di delibere comunali e ricordare al Governo di procedere con i decreti attuativi, ancora mancanti, per far sì che la legge varata non rimanga sulla carta, ma divenga realtà.

«In Italia consumiamo circa 20miliardi di buste all'anno, un primato per cui il nostro Paese ha conquistato la maglia nera europea- ha dichiarato Stefano Ciafani responsabile scientifico di Legambiente. Sostituendo con 10 sporte riutilizzabili i 300 sacchetti di plastica che ogni italiano consuma all'anno, risparmieremmo più di 180 mila tonnellate di petrolio e altrettante di emissioni di CO2, ma soprattutto eviteremmo di disperdere plastica indistruttibile nei campi, lungo le rive dei fiumi e nei mari. E' per questo che Legambiente ha dedicato la sua campagna "Ridurre si può" ai sacchetti di plastica, chiedendo al Governo, ai consumatori, ai commercianti e al mondo della distribuzione una sinergia d'intenti per liberare i nostri territori da inutili quanto dannosi rifiuti.  E' fondamentale, infatti, che anche i cittadini si sentano coinvolti e mandino segnali chiari alle amministrazioni pubbliche e alle aziende, scegliendo borse riutilizzabili per la spesa e accettando un piccolo cambiamento nelle proprie abitudini» ha concluso Ciafani.

Il primo dei problemi legato ai sacchetti di plastica è la differenza enorme  tra la quantità prodotta e consumata e la percentuale (pari all'1%) dei sacchetti di plastica riciclati a livello mondiale. Riciclarli costa più che produrli. Legambiente spiega che sulla base dei sistemi e dei costi di recupero e riciclo statunitensi, riciclare una tonnellata di sacchetti di plastica costa 4.000 dollari; una tonnellata di sacchetti da materia prima vergine costa sul mercato delle commodities, 32 dollari. I sacchetti di plastica si usano solo per poche ore,anche se si riutilizzano per i rifiuti domestici, ma sono un danno quasi eterno: un sacchetto resta nell'ambiente anche per secoli, da un minimo di 15 anni a un massimo di 1000 anni secondo l'Agenzia europea per l'ambiente. I sacchetti di plastica sono aerodinamici, basta poco vento per trasportarli e disperderli nell'ambiente, nei fiumi, laghi, mari e sul territorio. Si frantumano in minuscoli pezzi ma non si distruggono e, a volte, formano vere e proprie "isole" come a 800 miglia a nord delle Hawaii, nell'Oceano Pacifico, il cosiddetto Pacific Vortex, con un estensione che varia a seconda delle stime tra i 700 mila e i 10 milioni  di Km2 e con un peso stimato di 3 milioni di tonnellate.

E sugli shopper oggi si è tenuto il convegno "Il sacchetto di plastica è alla fine: posizioni a confronto", momento di riflessione sul divieto della commercializzazione dei sacchetti di plastica, su cui si sono confrontati consumatori, Enti, produttori e Grande distribuzione. «Le migliaia di italiani che hanno firmato la nostra petizione sono la chiara testimonianza che è ora di dire basta a questo spreco e a questo scempio ambientale - ha sottolineato Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente - Con la nostra azione abbiamo convinto il Governo a tenere duro e a non modificare la legge. Ma non bisogna abbassare la guardia: altri milioni di cittadini si stanno organizzando per ribadire il loro no ma tanti ancora vanno informati e coinvolti. Il nostro referendum ha anche questo scopo» ha concluso Poggio. 

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