[29/11/2010] News toscana

Container dei veleni nel Tirreno: nuova interrogazione del senatore Ferrante

LIVORNO. Il senatore Francesco Ferrante, della Commissione ambiente del Senato e responsabile per le politiche relative ai cambiamenti climatici ed energia del Partito Democratico, ha presentato un'interrogazione al ministro dell'ambiente che parte (citando anche greenreport) da una dettagliata ricostruzione della vicenda: «viste le dichiarazioni alla stampa, da parte del Procuratore di Livorno Dott. Francesco De Leo, che hanno lanciato l'allarme sulla presenza di almeno un container sospetto di veleni sul fondo del mare, in particolare al largo dell'isola d'Elba: in un tratto di mare peraltro poco battuto dalle rotte di navigazione e di alto pregio ambientale; dichiarazioni confermate da numerose indagini della magistratura, dai rapporti delle Forze dell'Ordine e dalle numerose denunce delle associazioni ambientaliste, in particolare Legambiente, circa l'affondamento in mare di rifiuti tossici; una pratica usata ancora oggi dagli ecotrafficanti per smaltire nel modo più economico possibile ogni tipo di rifiuto; purtroppo, diversi elementi investigativi spingono a ipotizzare che l'intero mare italiano - e non solo quello elbano -  sia usato come discarica di rifiuti particolarmente pericolosi; un caso su tutti, accertato dalla procura di Livorno, dalla Capitaneria di porto e dallo stesso Ministero dell'ambiente: l'episodio risale al 5 luglio 2009, quando a circa 10 miglia al largo di Marciana Marina (al largo dell'Isola d'Elba) la nave ambientalista tedesca Thales ha scoperto la nave portacontainer maltese "Toscana" intenta a gettare in mare un container. Ne è seguita una dettagliata denuncia della stessa associazione tedesca, raccolta da Legambiente e successivamente girata alla procura: le indagini hanno immediatamente confermato quanto denunciato; i testimoni oculari hanno anche denunciato che nel momento in cui l'equipaggio della "Toscana" si è visto scoperto ha cambiato rotta o ha tentato di speronare la nave degli ambientalisti. Il fatto è stato anche documentato con delle fotografie;  dopo nove mesi di indagine la Guardia Costiera con la nave "Scialoja" ha effettivamente individuato al largo dell'isola d'Elba il container incriminato; lo scorso mese di aprile la Direzione marittima di Livorno - Guardia Costiera ha reso noto alla stampa il video con le prime immagini di un  container sui fondali dell'Elba, localizzato a circa 8 miglia al largo delle coste settentrionali dell'isola, tra l'Elba e la Capraia. Container che giace ad una profondità di circa 120 metri , quindi di facile accessibilità. Dalle immagini (consultabili online  al link  http://www.pisanotizie.it/news/news_20100413_immagini_container_mare_elba.html ) si può notare come il container, già colonizzato da organismi marini, risulti integro, a dimostrazione del fatto che si trova sui fondali marini da poco tempo, e che quindi una volta recuperato potrà essere aperto per appurarne il contenuto; lo stesso Parco nazionale dell'Arcipelago toscano (Pnat), attraverso la disponibilità gratuita dei mezzi navali del Nurc (Nato undersea research center), ha accertato nel mese di novembre 2009 la presenza nei fondali indicati dal « Thales » di un manufatto, secondo la relazione del Pnat, di «fattezze e dimensioni altamente compatibili con un container a circa 120 metri di profondità»; il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel mese di ottobre 2009, rispondeva ufficialmente alla regione Toscana che il 12 ottobre era stata costituita una task-force con il compito di adottare tutte le misure essenziali per la messa in sicurezza e conseguente bonifica delle aree interessate; Roberto Menia, Sottosegretario per l'Ambiente, nel corso della seduta alla Camera dei Deputati, in data 11 novembre 2009 e relativa alla discussione di alcune mozioni sullo smaltimento illegale dei rifiuti, ricordava «al largo delle coste di Livorno la nave scuola Scialoja, dotata fra l'altro di apparecchiature per il tracciamento dei fondali, sta verificando quale sia la natura di una massa ferrosa che è presente in profondità; quindi, vi è in questo momento - ha continuato Roberto Menia uno stretto raccordo fra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, le diverse procure e la Direzione nazionale antimafia che svolgono un'opera, lo ripeto, coordinata di indagine al largo delle nostre coste che si riferisce proprio alla vicenda delle cosiddette navi dei veleni»; l'episodio assume ulteriori elementi di inquietudine se messo in relazione alle dichiarazioni di un pentito della Ndrangheta, Francesco Fonti, circa l'affondamento di una nave carica di rifiuti tossici nel mare antistante alla costa livornese, e all'intervento dell'ex Presidente della regione Toscana, Claudio Martini, il quale il 24 settembre 2009 ha inviato una lettera (tra gli altri) al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Capo della Protezione civile, al Ministro delle infrastrutture, per chiedere al Governo «un impegno in tempi rapidi affinché potesse essere verificata la veridicità della notizia ed effettuata una mappatura dei fondali della costa livornese per individuare relitti o depositi che potessero essere ricondotti alle dichiarazioni di Fonti»; la presenza del container, dal contenuto sospetto, suscita forte preoccupazione, visto che la sua stessa esistenza minaccia di creare un grave danno all'habitat marino; è importante evidenziare che la Commissione parlamentare sui rifiuti, ha ascoltato il 21 aprile 2010, il procuratore capo della Procura della Repubblica di Livorno Francesco De Leo. L'audizione è servita per ripercorrere tutte le fasi delle indagini svolte fino ad oggi, con due fascicoli aperti (uno sul container, un altro sulle rivelazioni del pentito Fonti) e illustrare tempi e modi delle ricerche che sono ancora in corso; inoltre è importante sottolineare, che da un articolo pubblicato il 4 novembre 2010 da "Greenreport" apprendiamo che: "Dopo il diniego del ministero dell'Ambiente alla nostra richiesta di risorse per compiere le operazioni di recupero, abbiamo avviato un altro sistema di verifica», ha spiegato De Leo....per riportare in superficie il manufatto, sarebbero serviti circa 200 mila euro. Troppi per la Procura di Livorno che ad aprile ha chiesto un aiuto finanziario al ministero dell'Ambiente il quale, dichiarata la sua disponibilità a collaborare, non ha comunque fornito i soldi necessari"; questo grave episodio chiede l'intervento immediato delle Istituzioni, in particolare del Ministero dell'ambiente, che deve rassicurare la popolazione sui reali rischi rappresentati dal container e se questo episodio sia da ricollegare - direttamente o indirettamente - ad un'attività criminale organizzata che mira a fare del nostro mare una discarica abusiva».

Ferrante quindi conclude: «Alla luce di quanto sopra esposto si chiede al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di conoscere: quali iniziative concrete abbia condotto, fino ad oggi, il Governo per verificare la presenza dei container presente a largo dell'isola d'Elba; quali conclusioni abbia prodotto la task force annunciata nella risposta alla richiesta del presidente della Regione Toscana; quali azioni urgenti intenda mettere in atto per conoscere il contenuto del container attraverso il suo immediato recupero, onde escludere definitivamente qualsiasi rischio per la salute dei cittadini e dell'ambiente; se e in quale modo intenda assicurare alle autorità competenti le risorse necessarie per recuperare il suddetto container così come avvenuto in altre situazioni sospette».

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