[29/11/2010] News

Verso una strategia europea sui flussi di materia

LIVORNO. Mentre cominciano ad affluire a Cancun le deboli speranze dei delegati provenienti da tutto il mondo, mentre i primi ministri europei destabilizzati dalle rivelazioni ridicolizzanti di Wikileaks partecipano a Tripoli al summit euro africano e mentre a Dubai è in pieno svolgimento la Mega (si proprio così) projects conference, una sorta di grande Monopoli globale in cui si spartiranno centinai di appalti per  250 (mega)progetti infrastrutturali approvati dall'emirato, venerdì scorsi è stato firmato proprio a Tripoli  un pacchetto di accordi tra Ue e Ua (unione africana) che prevede una serie di impegni congiunti, tra cui una cooperazione strutturata per le infrastrutture e per l'esplorazione geologica.

A rappresentare l'Europa c'era Antonio Tajani, il vicepresidente della Commissione e responsabile di Industria e imprenditoria, che da diversi mesi sta lavorando proprio sul fronte delle materie prime.  «All'inizio di gennaio presenterò un'apposita strategia europea - scrive oggi Tajani sul Sole 24 ore - che non si limiterà ai metalli e ai minerali, ma includerà anche altri materiali quali legno, carta riciclata o gomma naturale. Il nostro piano europeo si articola essenzialmente su tre pilastri: 1) l'accesso strategico alle materie prime nei paesi terzi; 2) il rafforzamento dell'approvvigionamento sostenibile all'interno dell'Ue; 3) il riciclaggio e lo smaltimento, anche attraverso innovativi piani di sostituzione».

Un punto, il terzo, particolarmente importante se si pensa alla quantità di rifiuti elettronici che ogni giorno sbarca in Africa, dove a mani nude se non con mezzi rudimentali vengono attuate operazione di riciclaggio di preziosissimi grammi di materiali rari.  Del resto si calcola che lo stesso quantitativo di rame estratto da due tonnellate di roccia può essere recuperato da una quindicina di chili di elettrodomestici rottamati.

Il problema allora non è solo il recupero, ma come si recupera, esportando in Africa non solo i nostri rifiuti ma anche le tecnologie per trattarli in sicurezza. E se poi si cominciasse ad utilizzarle meglio e di più anche noi queste tecnologie per recuperare metalli e sostanze preziose dalle apparecchiature elettroniche non sarebbe poi male.

Al summit di Tripoli dunque non si è parlato solo di clima e di energia, ma finalmente, anche a livello politico, ci si è interessati al problema della gestione dei flussi di materia. L'Europa, seppur mossa da motivazioni economiche e di competitività (non possedendo terre rare e ben sapendo l'importanza di questi elementi per le tecnologie della green economy), sta impegnandosi molto su questo fronte, dimostrando di avere quanto meno uno sguardo lungo. Da poco più di un mese è stato avviato un dialogo su questo tema con la Russia, mentre anche dentro i confini della Ue «dobbiamo stimolare la ricerca di nuovi materiali di sostituzione, attraverso gli strumenti previsti dal 7° programma quadro. La Ue convocherà a partire dal 2011, su base annuale, una conferenza di alto livello per discutere con gli stati membri e le parti interessate una piena implementazione delle nostre strategie» aggiunge Antonio Tajani.
Infine, il prossimo anno, nel quadro del prossimo vertice del G20, la presidenza di turno francese ha già deciso di inserire le materie prime e il rischio speculazione nell'agenda dei lavori del summit. Insomma piccoli passi avanti, sperando che questi impegni non facciano la fine degli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Torna all'archivio