[30/11/2010] News

L'acqua del rubinetto sarà la bevanda ufficiale dell'Expo 2015?

FIRENZE. Associare un grande evento anche mediatico quale sarà l'Expo 2015 che si svolgerà a Milano, ad una buona pratica ambientale come bere l'acqua del rubinetto ci pare un'ottima iniziativa. «Dichiarare l'acqua del rubinetto bevanda ufficiale dell'Expo 2015» è l'idea lanciata da Roberto Colombo, presidente di Ianomi Spa (Infrastrutture acque nord Milano, società a capitale pubblico, costituita dalle province di Milano, Monza e Brianza e da 40 comuni inclusi nei bacini idrici del fiume Olona e del torrente Seveso), nella Giornata europea delle città e dell'acqua tenutasi recentemente a Bruxelles. Colombo ha parlato tra l'altro a nome delle cinque aziende idriche della provincia di Milano (oltre a Ianomi, Cap Holding, Tasm, Tam e la loro controllata Amiacque), impegnate in un'opera di diffusione della cultura dell'acqua come bene pubblico inalienabile attraverso convegni, incontri nelle scuole e con le Case dell'Acqua.

«Ci sembra il naturale completamento di questo percorso eleggere l'acqua della rete bevanda ufficiale di una manifestazione che accenderà i riflettori di tutto il mondo su Milano -ha aggiunto Colombo-. Fra l'altro è il tema stesso dell'Expo, "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita", a suggerire la necessità di valorizzare un bene non inesauribile, quindi di richiamare a un utilizzo sempre più consapevole delle risorse idriche». Ne siamo persuasi vedremo però quale sarà la reazione del mondo delle acque minerali se l'idea nei prossimi giorni trovasse terreno di attecchimento.

Questa iniziativa tra l'altro sottolineano le aziende pubbliche del servizio idrico «assume ulteriore valore alla luce della battaglia che si sta conducendo proprio in questi giorni nel consiglio regionale lombardo fra chi sostiene la "democrazia" dell'acqua, quindi l'opportunità di affidare la gestione dell'acqua ai comuni, e quindi ai sindaci, e chi invece vorrebbe che la gestione fosse affidata a centri di decisione più lontani dai cittadini e per ciò stesso lontani e al di fuori del loro controllo. Ma lo è anche in prospettiva di un referendum nella primavera del 2011 che, nelle intenzioni dei proponenti, dovrebbe sancire la natura pubblica dell'acqua e che ha raccolto un milione e mezzo di firme, la maggior parte delle quali proprio in Lombardia».

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