[01/12/2010] News toscana

Oro nero in Costa Azzurra. Indagini sismiche e trivellazioni offshore accanto al Santuario dei cetacei

LIVORNO. Il 18 settembre dans La revue du web du pétrole di Greenpeace France rivelò che, l'allora ministro Jean-Louis Borloo aveva dato il via libera a una società britannica, la Melrose mediterranean limited, per fare indagini sulla presenza di idrocarburi al largo di Marsiglia, in un'area vicinissima al Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos.

Il 27 novembre nel porto di Marsiglia è attraccata la nave Bergen Surveyor che per 60 giorni, ogni 10 o 15 secondi, invierà onde acustiche da 250 decibel per sondare la concessione Rhône maritime Nord della Melrose, su un'area di 12.500 km2,. con fondali che raggiungono anche i 2.600 metri, il limite nord è situato a 24 km dalle coste della Provenza. Per la Melrose Resources il permesso Rhône Maritime potrebbe produrre potenzialmente notevoli quantità di gas, «Soprattutto di gas biogenico». France Soir scherza amaramente : «in breve: dopo l'oro bianco delle spiagge, la Costa Azzurra punta sull'oro nero».

Per Greenpeace France «Queste prospezioni possono rivelarsi molto pericolose per le specie viventi nelle vicinanze. Ora, il vicinissimo santuario Pelagos ospita 8.500 specie animali rappresentanti tra il 4 e il 18% delle specie marine mondiali. Si tratta di uno spazio marittimo di 87.500 km2 che è oggetto di un Accordo tra l'Italia, Monaco e la Francia per la protezione dei mammiferi marini che lo frequentano.

E' la terza volta che la Melrose mediterranean ottiene dal ministero delle miniere francese un permesso di ricerca nell'area, permessi che potrà utilizzare fino al 2015. I permessi sono accompagnati da ¨permis de travaux¨, sottoposto ad autorizzazione della Prefettura che autorizzano la compagnia ad effettuare test sismici e di trivellazione (in questo caso ad autorizzare è stata la prefettura delle Bouches-du-Rhône ad agosto). Se tutto è positivo comincia la fase dello sfruttamento.

Esattamente quello che vorrebbero fare più a sud, in piano santuario dei cetacei, gli australiani della Key Petroleum tra Pianosa e Montecristo, nell'Arcipelago Toscano. Anche in Francia se verrà trovato gas e petrolio in quantità sufficiente verranno richiesti i permessi finali per poterli sfruttare.

Greenpeace France si chiede : «Come ha potuto il governo francese concedere questo nuovo permesso, 6 mesi dopo la peggiore marea nera accidentale di tutta la storia nel Golfo del Messico (779 milioni di litri di petrolio sversati)? Ricordiamo che se la piattaforma Deepwater trivellava del petrolio a 1500 metri di profondità, la zona Rhône-Maritime, contiene degli idrocarburi che si situano tra i 1.670 e i 2.660 metri di profondità!»

Ma la corsa al (poco) petrolio del Mediterraneo ha anche altre controindicazioni globali che gli ambientalisti sottolineano :«Secondo il Postdam institute for climate impact research, se vogliamo limitare il rialzo delle temperature al di sotto dei 2 gradi, meno di un quarto delle riserve fossili conosciute (petrolio, gas e carbone, 2.800 miliardi di tonnellate di CO2) possono essere utilizzate entro il 2050, cioè 700 miliardi di tonnellate. Non possiamo dunque bruciare tutte le riserve che restano. I progetti di petroli non convenzionali ci portano a sbattere dritti sul muro, verso un ingolfamento climatico irreversibile. Dobbiamo immediatamente ripensare il nostro modello energetico e pianificare la nistra uscita dal petrolio. Per questo bisogna fermare gli attuali progetti ad alto richio : off-shore profondo, sabbie bituminose, olii pesanti... e uscire progressivamente dai fossili entro il 2050».

Per France Soir «E' il regalo avvelenato di Jean-Louis Borloo al governo Fillon 3. Quando era ancora ministro dell'ecologia, ha dato il via libera a delle ricerche di gas e petrolio nel Mar Medioterraneo, ad una trentina di chilometri delle coste varoises. Ora il permesso accordato alla società inglese Melrose Resources riguarda una zona naturale eccezionale, a due passi dal santuario Pelagos per i mammiferi marini nel Mediterraneo».

Secondo Anne Valette, responsabile della campagna clima di Greenpeace France «La zone, adossata al santuario Pelagos, abbonda di specie protette. Le onde acustiche emesse dai fasci dei cannoni sismici possono perturbare i cetacei e impattare sulla pesca a distanze considerevoli. Non meno di 10 specie di mammiferi protetti (orche, grandi delfini, balene) classificate vulnerabili o in pericolo, frequentano questo perimetro protetto, così come 4 specie di tertarughe marine e 39 specie di pesci. E' totalmentye inconcepibile che il governo conceda un nuovo permesso di ricerca offshore a 24 chilometri dalle coste».

Contro il progetto petrolifero si sta muovendo anche l'association des Amis du Parc national de Port-Cros che attraverso il suo sito da la possibilità di seguire in diretta la rotta della Bergen Surveyor e l'assessore all'ambiente di Hyères, Elie Di Russo, sottolinea che «Il parco nazionale di Port-Cros, animatore del santuario Pelagos per la parte francese, e la direction départementale des affaires maritimes, che sono stati consultati durante l'inchiesta amministrativa preliminare, hanno emesso delle osservazioni e delle riserve che riguardano principalmente l'insufficienza delle procedure di marcatura ed allontanamento dei cetacei proposte dalla Melrose Resources».

Ma per lo Stato nucleare francese la corsa alle ultime riserve di combustibili fossili sembra essere diventata una priorità e le autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi nel Mediterraneo fioccano

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