[03/12/2010] News

Wmo: il 2010 uno dei tre anni pił caldi mai registrati (fino ad ottobre era il primo)

LIVORNO. Secondo quanto si legge in un rapporto presentato alla Cop 16 Unfccc a Cancun dalla World meteorological organization (Wmo) «Il 2010 farà quasi certamente parte dei tre anni più caldi mai registrati dal 1850, data nella quale hanno debuttato i rilevamenti strumentali».

Secondo i dato della Wmo «La temperatura media combinata dell'aria sulla superficie delle terre e del mare, nel 2010 (gennaio-ottobre), presenta attualmente un'anomalia positiva stimata a 0,55° C ± 0,11° C (0,99° F ± 0,20° F) in rapporto alla norma calcolata per il periodo 1961-1990 (14°C/57,2°F). Il 2010 si classifica provvisoriamente al primo posto degli anni più caldi, proprio davanti al 1998 (anomalia positive di 0,53° C per il periodo gennaio-ottobre) e il 2005 (+ 0,52° C)». I dati della rianalisi "ERA-Interim3" rivelano anche che le temperature riguardanti il periodo gennaio-ottobre 2010 raggiungono livelli quasi record.

«Non conosciamo che all'inizio dell'anno prossimo il posto al quale si classificherà alla fine il 2010, quando potranno essere analizzati i dati relativi a novembre e dicembre - sottolinea la Wmo - Secondo i dati preliminari rilevati tra il primo e il 25 novembre, le temperature mondiali relative al novembre 2010 sono analoghe a quelle del novembre 2005, il che conferma per il momento che le temperature mondiali per l'insieme dell'anno avvicineranno dei livelli record». Se si guarda al decennio 2001-2010, l'anomalia positiva è di 0,46° C in rapporto alla norma calcolata per il periodo 1961-1990, cioè 0,03° C in più della media del periodo 2000-2009 e l'anomalia più forte mai constatata in un decennio.

Secondo la Wmo «In questi ultimi anni il riscaldamento è stato particolarmente marcato in Africa, in una parte dell'Asia ed in alcune regioni dell'Artico. Nelle sub-regioni Sahara/penisola arabica, Africa orientale, Asia centrale e Groenlandia/Artico canadese, le temperature medie per il decennio 2001-2010 superano da 1,2 a 1,4° C la media a lungo termine e da 0,7 a 0,9° C quelle calcolate per tutti i decenni precedenti. Le temperature rilevate sella superficie delle terre sono state superiori al normale un po' dappertutto nel mondo. Le anomalie più marcate riguardano due grandi regioni: la prima ingloba la maggior parte del territorio canadese e della Groenlandia, l'anomalia positiva della temperatura annua raggiunge o oltrepassa i 3° C in alcuni settori della Groenlandia e nelle regioni artiche e subartiche dell'est canadese. La seconda ingloba quasi tutta la metà nord dell'africa e la maggior parte dell'Asia meridionale, circa la metà occidentale del territorio cinese, l'anomalia positiva sulla maggior parte di questa zona raggiunge dagli 1 ai 3 3° C».

Il 2010 è stato l'anno più caldo mai registrato in molte aree del mondo: nella maggior parte dell'Africa del nord, della penisola arabica e dell'Asia sud-occidentale (la Turchia e la Tunisia hanno avuto l'anno più caldo della loro storia), ma anche nell'Artico canadese e sulle coste della Groenlandia. Quattro delle cinque sub-regioni climatiche che si trovano interamente o parzialmente in Africa (Africa occidentale e australe, Sahara/penisola arabica e regione mediterranea) stanno probabilmente conoscendo l'anno più caldo della loro storia, lo stesso fenomeno è in atto nell'Asia centrale e meridionale e nella sub-regione Groenlandia/Artico canadese. Nell'intero territorio del Canada la temperatura media è la più alta mai registrata.

Solo alcune limitate aree continentali nel 2010 hanno registrato temperature medie inferiore al normale: la Siberia occidentale e centrale, alcune regione del Sudamerica, l'Australia interna, una parte dell'Europa settentrionale ed occidentale, la Cina orientale e il sud-est degli Usa. Il nord Europa e l'Asia settentrionale hanno avuto i loro anni più freschi rispettivamente dal 1996 e dal 1998, una situazione che è dovuta essenzialmente ad un inverno 2010 anormalmente freddo. Per alcuni Paesi europei, in particolare Gran Bretagna, Germania Francia e Norvegia, il 2010 dovrebbe essere l'anno più fresco dal 1996.

Le temperature superficiali di mari ed oceani sono state inferiori al normale nella maggior parte del Pacifico orientale a causa de La Niña che è comparsa nel 2010, ma sono state nettamente superiori al normale nella maggior parte degli oceani Indiano ed Atlantico. L'Atlantico del nord tropicale è stato particolarmente caldo e la Wmo sottolinea che «le temperature hanno raggiunto livelli record in una gran parte della zona situata ad est dei 55° W».

Il rapporto della Wmo passa in rassegna i maggiori eventi climatici del 2010, a cominciare dall'aumento della violenza dei monsoni in Asia tra luglio e settembre che hanno dato origine al diluvio ed alle inondazioni catastrofiche in Pakistan, nel nord dell'India e nella Cina occidentale.

Il nord dell'Eurasia, in particolare la Russia, ha conosciuto un'ondata di caldo canicolare: a Mosca a luglio le temperature sono state superiori alla media stagionale di 7°C, ma anche Paesi come Finlandia, Ucraina, Bielorussia hanno conosciuto episodi anomali e prolungati di ondate di calore.

La Wmo sottolinea che l'inverno "anormale" nell'emisfero nord non è stato particolarmente freddo solo in Europa occidentale (con temperature record in Scozia e Irlanda, le più basse dal 1961), ma anche in Russia, Cina e Mongolie. Un altro fenomeno registrato dalla Wmo è quello della "debolezza" dei venti durante la maggior parte dell'inverno 2009-2010, ad eccezione della tempesta Xynthia che ha colpito l'Europa occidentale a fine inverno. In Europa la fine dell'inverno è stata segnata da piogge anormali e inondazioni in Germania, Slovacchia e Polonia.

A registrare l'inverno più caldo dal 1980 sono stati i Paesi dell'Africa del nord, con addirittura i 36° C in Algeria. Un'ondata di calore invernale che si è estesa fino all'America del nord, alla Groenlandia e al Canada, dove le precipitazioni nevose sono state le opiù basse registrate negli ultimi decenni.

L'autunno 2010 ha portato un vero e proprio diluvio nel Sahel, dopo un lungo periodo di siccità, che ha seminato morte e devastazione dal Niger al Benin, passando per il Ciad, il Bukina Faso e il Camerun. La Wmo evidenzia anche la siccità che ha colpito l'América latina da luglio a settembre, e che ha colpito particolarmente il Brasile e gli altri Paesi amazzonici, con un calo della portata degli affluenti del Rio delle Amazzoni che ha provocato una diminuzione della portata del livello del grande fiume e conseguenze per l'agricoltura e per gli impianti idroelettrici.

La Wmo nota anche il calo dell'attività ciclonica: delle 65 tempeste tropicali osservate in tutto il pianeta, 35 sono diventate uragani o cicloni, rispetto alla media "normale" di 85 tempeste tropicali che producono ogni anno 44 cicloni o uragani.

Per finire, il Polo nord ha conosciuto una delle estati più calde e la banchisa artica continua a sciogliersi, nel 2010 ha raggiunto i 4,6 milioni di Km2, 2 milioni al di sotto della superficie media, il terzo dato minimo osservato dopo il 2007 e il 2008 e con il record negativo di sempre registrato in Canada. Anche la ricostituzione autunnale della banchisa sembra essere anormalmente lenta: «Fino al 28 novembre, la copertura di ghiaccio era la meno estesa mai osservata in questo periodo dell'anno».

Torna all'archivio