[07/12/2010] News toscana

Regini (Publiambiente): «Creare vere filiere del recupero che rispondano alle esigenze del mercato»

FIRENZE. Publiambiente svolge il suo servizio in 28 comuni (empolese - valdelsa, Mugello, Pistoiese e Valdinievole) servendo un bacino di oltre 410 mila abitanti; l'azienda raccoglie oltre 250.000 tonn/anno di rifiuti con una previsione di avvio al riciclaggio nel 2010 del 45% (dato medio); il fatturato annuo è di oltre 62 milioni di euro. Ecco come ha risposto il suo presidente Paolo Regini alle domande di greenreport, che prova a tracciare una fotografia della situazione in Toscana per quanto riguarda la gestione integrata del ciclo dei rifiuti.

Regini, esiste in Toscana una visione completa della filiera del riciclaggio? Il mercato privato (es. recente di Piaggio con Revet) sembra più avanti del pubblico. Può il sistema andare avanti trascurando la coda dei flussi di materia?

«La domanda coglie l'evidenza principale del ciclo dei rifiuti ovvero la necessità di una gestione completa che copra l'intero ciclo e lo chiuda in maniera virtuosa: dalla raccolta dei diversi materiali, alla loro trasformazione in altro fino al nuovo impiego ed utilizzo, frontiera imprescindibile per portare avanti in maniera efficiente il sistema rifiuti. Proprio su quest'ultimo fronte, deve essere massimo l'investimento anche da parte delle aziende di pubblica utilità sia sul piano dell'individuazione di nuove filiere del recupero sintoniche con il mercato che su quello della diffusione, a tutti i livelli della società, di una conoscenza dei prodotti risultanti dal recupero e dal riciclo dei materiali».

Impiantistica: Publiambiente ha autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti non riciclabili per i prossimi anni?

«Publiambiente ha un'autosufficienza impiantistica fino al 2015, anno in cui dovrebbe essere entrato a regime il sistema impiantistico ATO-Toscana Centro».

Cambia il mercato dei servizi: come può rispondere il sistema toscano alla riforma dei servizi pubblici locali?

«Avviando una riflessione approfondita, tra tutti i soggetti coinvolti, sulle scelte da adottare che miri a valorizzare le esperienze locali all'interno di un processo di integrazione, accorpamento e concentrazione industriale su  scala più vasta, quella di ambito appunto».

Aggregazioni e gestore unico per ogni ATO: la regione sembra finalmente decisa; in questo scenario come si muove Publiambiente?

«Publiambiente si sta impegnando per arrivare all'appuntamento della gara per l'individuazione del gestore unico, nel miglior modo possibile,compiendo investimenti sia sul fronte tecnico-impiantistico che su quello gestionale. Seguirà la definizione del Piano Industriale di Ambito che individuerà i costi e dunque la tariffa unica per gli utenti dell'ATO centro».

Quali sono gli obiettivi principali di Publiambiente per il 2011, sia sul fronte dell'adeguamento tecnologico che su quello organizzativo?

«Anzitutto l'investimento nelle politiche di incentivazione delle raccolte differenziate che trova il suo perno nell'estensione del sistema "porta a porta". Entro la fine del 2011, questo servizio sarà esteso a tutti comuni del Circondario Empolese Valdelsa ed in alcuni della Provincia di Pistoia, per un bacino di oltre 200 mila abitanti serviti. Compiremo azioni importanti anche sul lato impiantistico, soprattutto in direzione dell'impiego delle nuovi fonti di energia rinnovabili. Interessante, in tal senso, l'utilizzazione delle nostre discariche per produrre energia elettrica mediante il biogas derivante dallo smaltimento dei rifiuti. Questo processo, che già interessa l'ex discarica empolese di Monteboro, la discarica di Casa Sartori a Montespertoli, in un futuro imminente, riguarderà anche quelle di Corliano a Cerreto Guidi e di Vigiano Lanciafame a Borgo San Lorenzo. In programma, anche nuovi progetti finalizzati alla produzione di energia dallo sfruttamento della frazione organica di qualità -oggi trasformata solo in compost- e dall'utilizzo di biomasse lignee, nonché la realizzazione di impianti fotovoltaici. Allo stesso modo, continueremo ad adoperarci per il sostegno, anche mediante le società controllate, ad una filiera finalizzata al riciclaggio di materia che miri ad una produzione sintonica con le esigenze del mercato».  

Publiambiente, nel mosaico dei servizi di raccolta offerti, ha fatto la scelta di diffusione capillare del sistema "porta a porta" con corrispettivo basato sul conferimento dell'indifferenziato: a Montespertoli e Montelupo F.no -tanto per citare due esempi conosciuti- come hanno reagito gli utenti?

«I cittadini hanno risposto molto bene al nuovo sistema. A dircelo sono innanzitutto i risultati conseguiti nelle raccolte differenziate. Quest'anno Montespertoli con il 90,58%,  è addirittura risultato il primo al concorso "Comuni Ricicloni" di Legambiente, per percentuale di differenziazione tra i comuni del Centro Italia con più di 10 mila abitanti. Risultati analoghi li abbiamo raggiunti anche a Montelupo F.no, a Vinci ed a Cerreto Guidi e, uscendo dal Circondario Empolese-Valdelsa, a Lamporecchio e Larciano. In tutti questi comuni, dove il sistema è ormai attivo da circa 6-12 mesi, la raccolta differenziata ha raggiunto il 90% sul totale dei rifiuti prodotti. Vanno in questa direzione, anche i risultati dell'indagine di "customer satisfaction" condotta a Montespertoli, dopo il primo anno di sperimentazione del servizio, per rilevare il grado di soddisfazione della popolazione verso il nuovo sistema.

I risultati sono stati più che apprezzabili. I cittadini hanno colto le finalità del progetto, condividendone gli scopi e raggiungendo gli obiettivi preposti. Ovviamente non sono mancati coloro che hanno evidenziato alcuni disagi, per lo più legati allo spazio ed alle eventuali maleodoranze nei mesi estivi, derivanti dall'allocazione dei contenitori all'interno dell'ambiente domestico. Se si riesce però, come nel nostro caso, a far comprendere e a condividere con la cittadinanza gli obiettivi profondi del progetto, gli eventuali inconvenienti di tipo pratico-logistico, possono essere superati per lasciare il posto ad una adesione corretta e continuativa al nuovo sistema. Non ultimo, va detto che con la "tariffa puntuale" anche la TIA diventa una tariffa a consumo al pari di quella degli altri servizi di pubblica utilità. E' questo un incentivo particolarmente apprezzato dai cittadini perché introduce il principio di equità: ogni famiglia paga in base alla quantità di rifiuti che effettivamente produce».

Con una crisi che sembra non arrestarsi, si potrà tenere in piedi questo sistema molto oneroso anche in presenza di incentivi regionali ridotti rispetto al passato?

«Sì. Anche perché va tenuto presente che nel medio-periodo il sistema "porta a porta" si mostrerà meno oneroso della costruzione di un sistema di impiantistica complessa per lo smaltimento. A ciò va aggiunto che il modello ha ormai costi che consentono tariffe nella fascia medio-bassa della Toscana. A margine di questa risposta, è inoltre doverosa una considerazione imprescindibile per un'azienda che si occupa della gestione dei rifiuti. Quella dei rifiuti è una gestione complessa, che necessita di risultati positivi, non solo per il bilancio economico, ma anche di quelli ambientale, sociale ed energetico. Ogni azione intrapresa dovrebbe essere in grado di mantenere in equilibrio questi aspetti, per non penalizzare oltre misura l'uno a vantaggio dell'altro. Non dimentichiamo, infine, che è la stessa normativa nazionale, fissando l'obiettivo di raccolta differenziata al 65% entro il 2012, a indurci, evidentemente, all'individuazione di nuove modalità di raccolta in grado di centrare quegli stessi obiettivi. E' proprio questo che il modello "porta a porta" ci permette di fare, garantendo l'equilibrio dei bilanci sopramenzionati».

Al cambiamento del servizio, orientato al sistema "porta a porta", ha corrisposto anche un abbattimento dell'elusione e dell'evasione della TIA?

«Si può affermare che l'abbattimento dell'evasione della TIA sia, in un certo senso, connaturata allo stesso sistema "porta a porta". La fornitura della dotazione dei contenitori alle utenze è infatti legata alla loro iscrizione a ruolo. Questo passaggio obbligato (iscrizione a ruolo - consegna contenitori) consente di individuare gli evasori ed avere una banca TIA costantemente aggiornata, anche nel caso di nuove utenze.  Sul fronte TIA, il dato purtroppo sconcertante che si registra è, semmai, quello relativo all'aumento dei casi di insoluto di pagamenti. Evidente risvolto di una crisi che compromette in maniera seria i bilanci delle famiglie».

 

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