[10/12/2010] News

Le tasse ambientali in Europa: dall'1,6% del Pil in Spagna al 5,7% in Danimarca. Italia al 2,43%

BRUXELLES. Oggi Eurostat ha presentato le statistiche sulle tasse ambientali nell'Ue a 27 nel 2008. Dal breve rapporto e dalle tabelle allegate viene fuori che le tasse ambientali rappresentano il 2,4% del prodotto interno lordo dell'Unione europea. Secondo Eurostat: «Gli Stati membri che hanno la proporzione di tasse ambientali più elevate sono la Danimarca (5,7% du Pil ), l'Olanda (3,9%), la Bulgaria e Malta (3,5%)» I Paesi Ue con le tasse ambientali più basse nel 2008 sono la Spagna (1,6%), la Lituania (1,7%), la Romania (1,8%) e la Lettonia (1,9%)».

Le tasse ambientali comprendono le tasse sull'energia, i trasporti, l'inquinamento e le risorse, ma le tasse tipo Iva sono escluse perché vengono percepite su tutti i prodotti. Le tasse sull'energia comprendono quelle sui prodotti energetici utilizzati sia per i trasporti (benzina e diesel) che per i bisogni industriali e domestici (petrolio gas, carbone ed elettricità).

Le tasse sui trasporti riguardano in particolare quelle legate alla proprietà ed all'utilizzo dei veicoli a motore ed anche quelle su altri mezzi di trasporto come gli aerei ed i servizi di trasporto connessi quali i diritti sui charters o i piani di volo. Queste tasse possono essere uniche o legate alle importazioni o alla vendita di apparecchiature, o periodiche come la tassa annuale di circolazione, il nostro "bollo".

Le tasse sull'inquinamento comprendono quelle sulle emissioni in atmosfera misurate o stimate (ad eccezione delle tasse sulla CO2), le tasse sull'acqua e per la gestione dei rifiuti. Le tasse sulle risorse riguardano l'estrazione e l'utilizzo delle risorse naturali (per esempio gas e petrolio), le licenze per caccia e pesca, etc.

Eurostat spiega che «Le tasse sull'energia costituiscono il 72% del totale delle tasse ambientali nell'Ue a 27, le tasse sui trasporti il 23% e le tasse sull'inquinamento e le risorse il 5%. Les tasse sull'energia rappresentano la più forte proporzione di tasse ambientali in tutti gli Stati membri ad eccezione di Malta. Le proporzioni più elevate di tasse sull'energia sono state osservate in Lituania, Lussemburgo e in Repubblica Ceca (93% del totale delle tasse ambientali ciascuno) e in Slovacchia (90%). Le più forti proporzioni di tasse sui trasporti si trovano a Cipro (50% del totale delle tasse sull'ambiente), a Malta (48%) e in Irlanda (47%), mentre le proporzioni più elevate di tasse sull'inquinamento e le risorse vengono osservate in Danimarca (31%), in Olanda (17%) e in Estonia (14%)».

I dati sono rivelatori di fatti che a qualcuno potranno sembrare abbastanza sorprendenti: le tasse ambientali, soprattutto quelle sulle risorse, non fanno male all'economia, visto che Danimarca e Olanda sono tra i Paesi più ricchi del mondo. Basta invece stendere una carta del nucleare europeo per capire che le tasse energetiche più alte coincidono quasi sempre con Paesi alle prese con l'eredità (e il problematico presente) del nucleare. Per le tasse sui trasporti emerge con evidenza il tema dell'insularità.

In Italia le tasse ambientali valevano nel 2008 il 2,43% del Pil e il 78% se ne andava in tasse per l'energia, il 20,4% in tasse sui trasporti e solo un miserrimo 1,3% in tasse sull'inquinamento e le risorse. Proporzioni che potrebbero spostarsi ulteriormente verso l'energia quando in bolletta arriveranno i costi del "rinascimento" nucleare voluto dal governo.

Da sottolineare infine una mancanza del rapporto: ovvero il fatto di non indagare quanto dei proventi delle tasse ambientali sia poi effettivamente reinvestito in sostenibilità e nell'economia ecologica.

 

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