[13/12/2010] News

Dalla "supergrid" offshore del mare del Nord, un guanto di sfida al petrolio Mediorientale

FIRENZE. Una supergrid offshore per riuscire a competere con il petrolio Mediorientale. Questa è almeno la speranza della Commissione europea e di molti Paesi che si affacciano sul Mare del Nord. In quest'area infatti verrà costruita una rete elettrica che collega i parchi eolici offshore con Svezia, Danimarca, Germania, Olanda, Lussemburgo, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Norvegia e Belgio.

La volontà politica per la realizzazione del progetto è stata resa manifesta lo scorso 3 novembre quando a Bruxelles questi paesi hanno siglato un accordo che sostanzialmente dà il via ai lavori. Al di la dei problemi tecnici, ora si dovranno superare gli ostacoli di carattere burocratico e amministrativo.

Infatti non è facile abbattere le costose barriere che esistono tra i Paesi dell'Unione europea per poter importare ed esportare facilmente l'elettricità. Da un punto di vista pratico è stato definito un programma di lavoro con l'istituzione di tre gruppi, che includono i governi, i regolatori, gli operatori del sistema di trasmissione e la commissione Europea, che faranno rapporto due volte l'anno ai ministri dell'Energia.

Per realizzare la supergrid, si dovranno poi posizionare migliaia di chilometri di cavi sottomarini su una superficie di 760 chilometri quadrati e la spesa finale ammonterà a 32 miliardi di euro. Non ci sono dubbi da parte dei firmatari dell'accordo per quanto riguarda la grande capacità di approvvigionamento energetico della rete offshore (secondo la commissione Ue, entro il 2030 la capacità di energia eolica sarà di 150 GW e si produrranno 563 Twh, pari al 16% del consumo elettrico europeo, ma nel 2050 la rete potrà rispondere al 46% della domanda), ma viene stimato anche che il progetto abbia una buona ricaduta anche dal punto di vista occupazionale. Si parla della creazioni da 100 a 150.000 posti di lavoro per la realizzazione del progetto entro il 2020-2030.

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